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Quanta 'ndrangheta c'è sul territorio di Monza e Brianza? E quanto ne sono consapevoli i cittadini brianzoli? Ne abbiamo parlato con Marco Fraceti, autore di "Briangheta. La ‘ndrangheta in Brianza a “centopassi” dal Lambro" 

 

Il libro è nato dalla necessità di far sapere ai brianzoli; quale consapevolezza lei pensa ci sia del fenomeno oggi?

Molto scarsa o insufficiente, anche perché attualmente la cultura dell'Antimafia si fa solo con gli arresti e basta.

È cambiato qualcosa negli ultimi tempi?

Una piccola parte della Brianza ha percepito la gravità della situazione, un'altra minimizza ma al di là del clamore iniziale non è cambiato nulla. Si pensi solo che il PDL a Desio potrebbe candidare a Sindaco Renato Farina (l'agente Betulla dello scandalo dei dossier dei servizi segreti, cosiddetti "deviati"). Un personaggio che per non farsi condannare ha patteggiato una pena a due anni. Questo dovrebbe essere il campione della lotta alla criminalità a Desio per il partito di Berlusconi.

Quali soggetti fanno da "antagonisti" dell'Antimafia? E quali i "negazionisti" rispetto alle infiltrazioni della criminalità organizzata in Monza e dintorni?

Esistono le associazioni antimafia. È nata Libera in Brianza, che è una rete di queste associazioni che lavorano prevalentemente sul piano della controinformazione e dell'educazione alla legalità. Il mondo che non chiamerei del "negazionismo" ma della pelosa indifferenza di chi sa che la criminalità esiste e ci fa anche gli affari a prescindere è vasto.

Qualche esempio?

In primo luogo una parte degli imprenditori che pur vessati non denunciano, come recentemente ha affermato il magistrato simbolo dell'operazione "Infinito", Ilda Boccassini. Poi ci sono i politici che fanno affari con gli uomini e le società della 'ndrangheta, ma che fingono che ciò accada a loro insaputa. Sto parlando dei massimi vertici del PDL brianzolo. Oppure come l'Assessore leghista di Lissone (non indagato, ndr) che ha venduto un immobile all'uomo delle discariche illegali, personaggio finito in manette per la Gomorra brianzola. Poi c'è anche la politica di chi dovrebbe denunciare ed incalzare la “malapolitica”, ma, salvo qualche rara eccezione, siamo al piccolo cabotaggio.

Qual è la situazione a Monza?

Nel comune di Monza ci sono due consiglieri, uno PDL l'altro UDC, che siedono tranquilli in consiglio comunale nonostante il primo sia stato indicato nelle intercettazioni dell'operazione "Tenace" come soggetto utile a favorire le attività dell'impresa Perego (il cui titolare è finito in manette); l'altro invece è addirittura sotto processo per truffa e favoreggiamento del riciclaggio per aver emesso assegni a vuoto allo scopo di favorire operazione di un uomo della camorra. In quel consiglio qualcuno dai banchi dell'opposizione ha chiesto conto a questi figuri? Inoltre hanno istituito una commissione fantasma; per accordarsi non l'hanno definita Antimafia, ma nessuno sa se si riunisce e quando lo fa nessuno sa cosa discute. Questo è il "contrasto" che la politica monzese sta facendo alla criminalità che avrebbe addirittura una propria impresa prestanome nel gruppo di imprese che ha fatto l'offerta per prendersi la concessione per 30 anni della Villa reale a costo zero.

Reputa utile la recente istituzione della commissione antimafia per il Comune di Monza?

Non c'è nessuna commissione antimafia, in verità. La questione morale e della legalità sta fuori dalla porta quando si riuniscono. Hanno votato di recente un Piano di attuazione di Via della Blandoria portando via terreno agricolo e consegnandolo al cemento. L'opposizione PD e SEL ha votato a favore (solo la lista Faglia si è astenuta) avendo ottenuto qualche mitigazione e un minor impatto "ottico"; per poi scoprire che fra le imprese che lavoreranno per costruire questi palazzi ce n'è una che ha lavorato nel cantiere per la costruzione dell'Ospedale Sant'Anna di Como, per la quale è aperta una inchiesta alla Procura di Como: nelle fondamenta dell'Ospedale ci sarebbero rifiuti tossico nocivi. Sempre questa impresa lavora nel cantiere dove stanno costruendo il palazzo della Provincia di Monza e Brianza e nel cantiere per l'interramento della Valassina su viale Lombardia. Una Commissione Antimafia come si deve dovrebbe semplicemente andare a verificare se questo corrisponde a verità oppure no.

Pubblicando e presentando il suo libro quale grado di interesse ha potuto riscontrare sul territorio?

Ho trovato molto interesse e questo è importante perché ciò che da fastidio a questi criminali è il fatto che si parli, che si scriva e che ci siamo delle iniziative contro di loro.

Perchè, secondo lei, un "comune cittadino brianzolo" dovrebbe concretamente interessarsi a conoscere come la criminalità organizzata si inserisce nel suo territorio?

Quando vado a presentare il libro nelle scuole dico alle ragazze e ai ragazzi che si devono occupare della 'ndrangheta, altrimenti un giorno sarà lei ad occuparsi di loro. Stesso discorso vale ancora di più per imprenditori, politici e uomini del culto, della cultura e della carta stampata.

Per una cittadinanza attiva, quali passi suggerisce?

Quello che è successo a Desio. Mesi di Consigli Comunali partecipati da centinaia di cittadini hanno di fatto incoraggiato la Magistratura e le Forze dell'Ordine ad attivare i meccanismi del contrasto con gli arresti; ma hanno anche provocato lo scioglimento anticipato del Consiglio Comunale.  Ecco, essere cittadini attivi significa occuparsi di più del proprio territorio, partecipare alla vita politica del proprio comune. Questo è fare Antimafia.

 

briangheta-la-ndrangheta-in-brianza-a-centopassi-dal-lambro-3107236Marco Fraceti, nato a Milano 55 anni fa ha debuttato in politica in Avanguardia Operaia, poi in Democrazia Proletaria e in Rifondazione Comunista. Oggi è un collaboratore della rete Antimafia nazionale attraverso l'Osservatorio sulle mafie nella Provincia di Monza e Brianza.

BRIANGHETA
La ‘ndrangheta in Brianza a “centopassi” dal Lambro
Formato: 11x16 cm
Pagine: 130
Prezzo: 7.00 €
Data pubblicazione: dicembre 2010
www.puntorossolibri.it