Dalle colorate "Mine Vaganti"di Ozpetec, caldamente mediterraneo,
allo sguardo documentaristico su "Lourdes" della lucida e fredda austriaca Hausner
“50 mila lacrime” urla la canzone e 50 mila risate, contemporaneamente, davanti a queste Mine Vaganti che Ozpetec, assieme allo sceneggiatore Ivan Cotroneo, ha portato sul nostro schermo del lunedì. Tutto ciò che ho sempre provato all’uscita dalla sala per i precedenti film di questo regista, quella sera era amplificato, come privato della pellicola protettiva, quella dei display degli elettrodomestici appena comprati.
Io la levo subito, Ozpetec ha aspettato qualche film ma ora eccolo!
Energia, emozioni, vita vera e stavolta, “bella e sporca”. Mai volgare ma finalmente i conflitti davanti ad un piatto di pasta non si risolvono ma spesso si inacidiscono, non tutti le strade giungono a destinazione ed sono previsti anche personaggi che non risolvono nulla, non reagiscono, non crescono.
Sulle figure femminili bisognerebbe scriverci un saggio, disparatamente meravigliose nel loro essere e maturare in corteo o a capo della vicenda: dipende quale delle tante intrecciate nel film. Ma sempre sempre sempre fuori dall’anonimato ma dentro nella normalità.
Bravo Scamarcio e brave Elena Sofia Ricci e Nicole Grimaldi, un po’ “macchiettistico” il padre che catalizza su di sé il conflitto, per fortuna gli altri attori sanno come sgomitare per non scomparire dalla scena e il film risulta corale.
Oltre che imperdibile.
Lourdes
Un film di Jessica Hausner. Con Sylvie Testud, Léa Seydoux, Bruno Todeschini, Elina Löwensohn, Elina Lowensohn. Drammatico, durata 99 min. - Austria, Francia, Germania 2009. - Istituto Luce
“Lourdes è uno splendido film asettico che esamina chirurgicamente il supermercato del miracolo”.
Lunedì siamo ufficialmente invitati dalla regista austriaca Jessica Hausner a seguire da vicino e da “dentro” il pellegrinaggio nella cittadina francese di una comitiva di malati gravi e portatori di handicap così come di curiosi e di persone afflitte da guai che vanno da un'eczema a un problema di coppia. Christine giovane donna amareggiata e dolente, malata di sclerosi e costretta dall'infanzia sulla sedia è una di questi, ed è anche una giovani donna non troppo credente ma sicuramente sofferente e sorridente in maniera quasi esagerata. E' anche malata di sclerosi multipla, non si capisce fino in fondo quanto creda ad un miracolo o qunto sia in viaggio per inerzia.
Seguendo le sue orme e il suo atteggiamento bipolare è proprio il tema del miracolo e della fede che si va ad affrontare entrando in sala lunedì. Christine è buona e ride volentieri ed è gentile con tutti quindi non sarà una visione cupa e pesante. Il film infatti ha in parte l'andamento oggettivo di un documentario: con attenzione e pathos vengono descritti i riti e gli impegni quotidiani dei pellegrini a Lourdes: l'immersione nell'acqua della piscina miracolosa, la visita alla grotta mistica, le cerimonie religiose, il rapporto con infermiere, volontari e guardie in divisa. “Momenti di pellegrinaggio quotidiano”, una realtà filtrata dagli occhi di Jessica e di Christine ma certamente curiosa da vedere per chi non l'ha mai provata.
Ad ogni modo si discute sul miracolo: cos'è, perché accade, perché favorisce alcuni e non altri, perché non si verifica. E a partire da queste domande molte risposte in formato immagine e musica, nessuna risposta certa fino al ai titoli di coda, un occhio distaccato, pungente, perfino divertito quello della regista che mai cede alla facile dissacrazione. Incoerenze e meschinità sono messe nudo nel momento di immergersi nella piscina dei miracoli, piccoli imbarazzi e grandi sofferenze mai messe l bando né commiserati ma raccontati con l'assenza di giudizio morale. Sguardo partecipe e mai invadente che riesce così a cogliere il lato umano sia meschino sia nobile che ogni essere umano in sé racchiude.
Dicono che si abilissima, la Hausner, nel mettere in scena “l'inguardabile senza falsi pudori”, rendendo così “Lourdes” un racconto umano, triste e sfaccettato. Da vedere e poi parliamone..
POPCORN CURIOSITIES
Dicono che: ”Omaggiando lo scetticismo di Kaurismäki e l'ironia sottile del francese Jacques Tati la regista,austriaca, cattolica sbattezzatasi in età adulta, con simile stile minimalista, mette in luce il paradosso della sacralità, soffermandosi sugli aspetti profani.
Lourdes, elegante e crudele, ha convinto sia i cattolici del premio Signis sia gli atei del premio Brian. Un paradosso che la dice lunga sull'arte della Hausner, così preziosa oggi che tanti film somigliano alle fiction e alle loro false certezze.
Il film è stato girato con mesi di preparazione durante le cerimonie di commemorazione dei 150 anni dall’apparizione della Madonna alla piccola Bernadette. La regista si è ispirata a Ordet di Carl T. Dreyer (1954) per la rappresentazione del miracolo.
L’attore Gerhard Liebman (padre Nigl) è rimasto colpito dall’atmosfera del luogo, dichiarando: «Arrivare a Lourdes è scioccante: centinaia e centinaia di barelle, persone speranzose di guarire, una sensazione di commozione che si fa ambivalente appena ti accorgi dell'indotto, di questa sorta di Disneyland cattolica che sfrutta la speranza e la fede dei malati”.
LINK