La canzone della vita di Franca Graziano è "Ancora",
cantata da Edoardo de Crescenzo

«C'è stato un momento della mia vita – racconta Franca Graziano, attrice teatrale – in cui mi è stato facile identificarmi con la storia messa in scena da "Ancora" (brano scritto da Franco Migliacci per la parte lirica e Claudio Mattone per quella musicale, con cui nel 1981 Edoardo de Crescenzo ha partecipato al festival di San Remo, ndr); le parole erano quelle giuste per definire il mio stato d'animo. Mi ha permesso – aggiunge – di trasformare un episodio della mia vita in una metafora, di trasferirlo sulla canzone. E poi, parlando da teatrante, l'immagine della porta chiusa con la finestra accesa è molto bella, molto evocativa. Per essere una canzonetta, e non una vera poesia – conclude – ha avuto un grande effetto su di me. In fin dei conti, è un bel brano».

Spesso il nostro giudizio estetico viene oscurato dalla capacità di una canzone di capitare al momento giusto della nostra esistenza. Pezzi che in qualsiasi altro frangente avremmo liquidato come banali diventano all'improvviso degli appigli da abbracciare nei momenti di fragilità. Ci stupiamo di come riescano a parlarci al cuore testi che di solito giudicheremmo smielati o insulsi. Non è solo il potere delle major, che pompando in radio e in televisione certi volti e certi brani alla fine prevalgono sul buon gusto della gente: a volte anche il nostro bisogno di sentirci rappresentati proprio in quel momento e in quella situazione trasforma canzoni tutto sommato banali in punti fermi della nostra vita.

 

 

E' notte alta e sono sveglio,
sei sempre tu il mio chiodo fisso
insieme a te ci stavo meglio,
e più ti penso e più ti voglio
tutto il casino fatto per averti,
per questo amore che era un frutto acerbo,
adesso che ti voglio bene, io ti perdo.

Ancora, ancora, ancora,
perché io da quella sera, non ho
fatto più l'amore senza te,
e non me ne frega niente, senza te
anche se incontrassi un angelo, direi
non mi fai volare in alto quanto lei.

E' notte alta e sono sveglio,
e mi rivesto e mi rispoglio
mi fa smaniare questa voglia,
e prima o poi farò lo sbaglio
di fare il pazzo e venir sottocasa
tirare sassi alla finestra accesa
prendere a calci la tua porta, chiusa, chiusa.

Ancora, ancora, ancora,
perché io da quella sera, non ho
fatto più l'amore senza te,
e non me ne frega niente, senza te
anche se incontrassi un angelo, direi
non mi fai volare in alto quanto lei.

Gli autori di Vorrei
Simone Camassa
Simone Camassa

Nato a Brindisi il 7 maggio del 1985. Insegnante di Italiano, Storia e Geografia nella scuola pubblica, si è laureato in Lettere, in Culture e Linguaggi per la Comunicazione e in Lettere Moderne, sempre all'Università degli studi di Milano. Suona la chitarra elettrica (ha militato in due gruppi rock, LUST WAVE e BLACK MAMBA) e scrive poesie.

Appassionato di sport, ha praticato il nuoto a livello agonistico fino ai diciotto anni, per un anno ha anche giocato a pallacanestro. Di recente, è tornato al cloro.
È innamorato della letteratura in tutti i suoi aspetti, dalla poesia fino al fumetto supereroistico statunitense. Sogna di realizzare un supercolossal hollywoodiano della Divina Commedia, ovviamente in forma di trilogia e abbondando con gli effetti speciali.

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