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Arriva Goebbels sul velivolo sudato fradicio (Lo Stukas suda acido solforico): ”Dov’è il sovversivo?” “Non c’è, non c’è mai stato!” Bisbigliano i pioppi che sono tutti dalla parte di mio padre.

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utti hanno sentito Radio Londra: “Ocio, ocio!!! Tocca a voi: Le viole sono fiorite!” Cioè: “Arriva uno squadrone di fortezze volanti in picchiata sullo stabilimento. ” Il mio signor padre sgatta fuori dalla Magneti Marelli (fabbrica di girabecchini per autoblindo) confuso nel formicaio dei tornitori attrezzisti che fugge dai reparti bellici. Salta sulla bicicletta, salta per modo di dire, più giusto spiegare che s’arrampica sulla due ruote, inaccessibile “Pizzo dei tre signori” tanto è più alta dell’uno e cinquanta del ciclista. E’ su, in vetta, se pure artrofico, mentre tentacola col piede destro il pedale che sfugge e col sinistro punta il suolo. Bombardano! Lui arranca di sghimbescio come se avesse il colpo della strega. Bum, bum, bum… “Hanno colpito il laminatoio! Anche la mensa! Patate dappertutto! L’ho visto io!” Chi grida? Uno già morto? Il mio signor padre prende l’aere, curvo sul testardo manubrio che volta a destra, mentre la ruota davanti mira a sinistra e quella dietro, discorde, brucia i freni. Sbanda, piange perché gli viene addosso il muro di spigolosi quadrelli, cioè è lui che va contro il manufatto, inette le gentili mani a premere i freni troppo duri: “Largo, largo!!!” Si schianterebbe se un gigante del reparto fonderia non gli desse un ruzzo (Va in mona!) rimettendolo in carreggiata sulla strada piana che tra i pioppi s’avvia, in borotalco di soffice polvere, verso Gerenzago. Finalmente pedala, pedala sladino. Pedala, si ferma a pisciare, pedala di nuovo, ma adagio come se non ci fosse più guerra in quell’infinito orizzonte di alberi bisbiglianti e di riso che verdeggia nei coltivi allagati. Pedala adagio, non avendo fretta, non perché non voglia arrivare presto a Gerenzago, dove lo aspetta la famiglia sfollata, più i volumi della Storia Universale, la Commedia di Dante e le Bucoliche di Virgilio. Pedala. Che pace di miele! Si ferma per fiatare dove la carreggiata si slarga in ansa accogliente sulla riva della Colombana. Si accomoda, si guarda in giro: una libellula sul filo dell’acqua. Nessun altro. Prende il pettine dal taschino, si pettina, si toglie gli occhiali, lucida le lenti. Niente da mangiare? Si stringe nelle spalle. No, non c’è in giro nessuno. Allora si fida. Adagio sfila dalla giacca il manoscritto che porta sempre con sé. Non c’è ancora il titolo definitivo, ma tre o quattro diciture provvisorie: “Onora il padre e la madre…” “Ricordati del remoto maestro di latino…” “Non fare agli altri ciò che...” “Siamo tutti fratelli…” eccetera, eccetera. Poiché non c’è proprio nessuno che possa vederlo, il mio signor padre stende i fogli sull’erba per rimirarli nell’insieme: mappa delle strade che conducono al Cielo (passando da Gerenzago dove lo aspetta la moglie Maria e il figlio che già legge e scrive). Con la matita spunta qualche refuso, una virgola, un punto e virgola. Gli è scappato Padre Etterno con due t. Corregge Padre Etterno e già che c’è parla con Lui. “Permesso…?” “Avanti…” L’Onnipotente tende l’orecchio dal folto degli alberi. Il mio signor padre innalza una pagina dopo l’altra. “Ecco cosa ho scritto: La repubblica universale. Altro che Terzo Reich o Nuova Roma.” I fogli sventolano come bandiere affinché tutti possano leggerli: Dio, gli alberi, le frasche, gli uccelli, anche le nuvole che vanno e vengono e non sanno dove andare perché bombardano dappertutto. Povero mio signor padre, ignaro che tra le nuvole spia l’occhio adunco della Gestapo. Piove merda su Berlino quando a Goebbels cacciano sotto il naso un dispaccio urgente: Achtung, uno scrittore sovversivo è fuggito dalla Magneti Marelli!” “Ma va…?” “Ma sì…!” Neanche il tempo di batter ciglio che il gerarca s’inbuca dentro uno Stukas nuovo di zecca che parte a razzo per bombardare il sovversivo. “Dov’è? Dov’è che lo strozzo!!!” Per fortuna Radio Londra non resta con le mani in mano. Dall’alto di un pioppo fa sentire la sua voce: “ Qui parla Winston (Winston Churchill), figliolo. scappa, scappa! Le viole sono fiorite ancora.” “Le viole sono fiorite ancora…” Il mio signor padre mangia la foglia. Raduna le sue carte, le ficca in tasca, monta sul biciclo, pedala come un’aquila (un’aquila…? Mah, può essere?). Al primo bivio lascia lo stradone e si butta per una viottola tutta curve e pelli di bisce. Arriva Goebbels sul velivolo sudato fradicio (Lo Stukas suda acido solforico): ”Dov’è il sovversivo?” “Non c’è, non c’è mai stato!” Bisbigliano i pioppi che sono tutti dalla parte di mio padre. “Ah sì, è così? Non c’è mai stato! Grrr…” “Noi pioppi non abbiamo visto nessuno.” A Goebbels salta la mosca al naso. “Cominciamo con uno schrampel” Lo Stukas caga uno schrampel incendiario. Fuoco, fiamme, fumo… I pioppi si torcono, le foglie friggono, si mettono le mani nei capelli, implorano pietà. “Verboten! Dov’è il sovversivo?” Nessuno parla. Un altro schrampel. Bruciano anche le radici degli alberi, le talpe sotterranee, le bisce che stanno ancora più sotto i roditori. Goebbels smonta dallo Stukas: “Dov’è il sovversivo?” Nessuno risponde, sono tutti morti. Il gerarca branca una manciata di cenere: la farà annusare da Hitler, prova del nemico annientato. “Heil Hitler!” Lontano, lontano, in mezzo ai campi, tra Landriano e Belgioioso, il mio signor padre pedala adagio mentre prega il Signore Iddio Onnipotente.

 

Linguaphone

“Sgatta.” Contrazione di sgattaiolare

“Ocio, ocio!” Lombardo - veneto

“Girabecchino.” Mandrino per chiodi storti

“Sladino.” Lubrico

“Artrofico.” Pura invenzione per mala postura

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Gli autori di Vorrei
Adamo Calabrese
Adamo Calabrese

Adamo Calabrese è scrittore, autore di teatro e illustratore. Ha pubblicato con Einaudi il romanzo "Il libro del re", con Albatros i libri di racconti "L'anniversario della neve", "La cenere dei fulmini", "Il passaggio dell'inverno", con Joker "Paese remoto". Ha illustrato i propri libri ed edizioni di Dante, Gibran e Pascutto. Scrive e disegna per il quotidiano "Il cittadinio" di Lodi, per le riviste "Vorrei" di Monza e "Odissea" di Milano. I suoi ultimi lavori teatrali hanno messo in scena opere di Brecht, Joyce, San Francesco e Iacopone. Nel 2012 RAITREha trasmesso un suo testo. Nel 2014 è stato finalista del premio internazionale di grafica satirica "Novello". Insegna letteratura presso le Università della terza età di Sesto san Giovanni e Milano (Università Cardinale Colombo)

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