I cittadini di Arcore si autoconvocano e chiedono pubblicamente all'Amministrazione di cancellare il progetto dell'impianto di betonaggio

 

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ue assemblee consecutive, organizzate lunedì 8 e martedì 9 marzo dal comitato dei cittadini contrari alla costruzione dell'impianto di betonaggio, hanno messo a nudo la gestione amministrativa del comune di Arcore.

Era da molto tempo che non si vedeva la cittadinanza discutere liberamente con tale partecipazione. Tutte le tendenze politiche erano presenti, fatta eccezione per la Lega Nord, nè vista nè udita sull'argomento. Giulio Riboldi e Mario Spinelli del comitato hanno presentato la serata di confronto tra gli arcoresi e la giunta, composta dal sindaco Rocchini e dai due assessori Bertani e Firmo dell'urbanistica e della ecologia.  Nonostante un signore, intervenuto autodefinitosi “una mosca bianca”, avesse tentato la prima sera, nella sala di Santa Apollinare, di spostare la discussione su uno strano concetto di sindrome Nymby, i numerosi interventi hanno dimostrato senza alcun dubbio la presa in carico del problema da parte di tutta la cittadinanza.

Il bitume? Nessuno lo vuole. Partendo dal presidente del consiglio comunale, Alessandro Ambrosini, che si è schierato contro la "fabbrica della morte", com'è definita da alcuni, nella serata di martedì persino il sindaco Rocchini ha clamorosamente annunciato il suo voto contrario, qualora si fosse presentata in aula la delibera finale per l'impianto di betonaggio.

 

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L'assemblea pubblica all'oratorio di Bernate, frazione di Arcore

 

Una vicenda alquanto bizzarra, questa dell'impianto di betonaggio di Arcore: per diversi mesi la procedura è rimasta solo negli uffici tecnici e in quelli della Giunta comunale, come se interessasse un'altra cittadina. Solo di recente è emersa in modo evidente la leggerezza della Amministrazione in carica, che a quanto pare avrebbe già incassato gli oneri di urbanizzazione, prima ancora della conclusione dell'iter procedurale.

Nelle due assemblee è finalmente arrivato il confronto con la città vera, quella che ha dato una lezione di democrazia al Palazzo.  Il Sindaco e la Giunta hanno dovuto prendere atto delle proposte operative per liberarsi velocemente del fardello inquinante. Proposte arrivate dal consigliere del Pd Fausto Perego in grado di togliereda l'ambiguità  l'Amministrazione, che avrebbe preferito rimandare la scelta a dopo le elezioni di primavera. La proposta prevede un passaggio in consiglio comunale dove ci sarebbero undici consiglieri, tutta l'opposizione più altri quattro della maggioranza, pronti a votare per il no al progetto. Anche la provincia di Monza e Brianza ha preso ufficialmente posizione contraria all'insediamento, pubblicando un comunicato nel sito della provincia.

 

E' proprio lo scoglio delle elezioni imminenti che sembra aver trascinato Arcore nello stato confusionale attuale: si è potuto constatare quanto le progettazioni proposte nell'ultimo anno, di cui ci siamo già occupati, fossero legate al bisogno impellente da parte dello schieramento politico al governo della città, di presentarsi davanti all'elettorato con qualche opera di pubblica utilità: una residenza per anziani, una piscina, qualche specchietto per le allodole.

 

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Gli oneri di urbanizzazione già incassati dal comune di Arcore, cliccare sull'immagine per scaricare il documento.

 

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L'attuale terreno agricolo in cui sarebbe previsto l'impianto, vicino al confine con Vimercate e Usmate e al futuro tracciato della autostrada Pedemontana

 

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Il parere non favorevole della Asl alla richiesta del proprietario del progetto di betonaggio, la Doneda srl di Arcore.

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

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