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Un gruppo di giovani monzesi di tutte le nazionalità sono pronti a impegnare le loro energie per promuovere un progetto di integrazione che lasci il segno.

 

Wesam, ragazza di 25 anni di origine egiziana, ad un convegno allo Spazio Colore della Cooperativa Novo Millennio di Monza, ha incontrato altri 3 ragazzi, Gregorio, Monica e Anna e insieme hanno dato vita ad un progetto tutto dedicato ai giovani monzesi.

Il progetto SguarDIversi, grazie anche al sostegno della Caritas, nasce dall’esigenza dei giovani monzesi di origine italiana e straniera di costruire il proprio futuro e di farlo insieme. La società è cambiata, sempre più stranieri vivono a in Italia e sempre più giovani italiani emigrano all’estero. Anche nella realtà monzese il numero di studenti stranieri nelle scuole è aumentato ed è ora possibile vedere alcune donne velate nel centro cittadino. Il comune e le politiche sociali di Monza sembrano però essersi dimenticati della realtà multietnica della nostra società. A livello istituzionale si riscontra poca attenzione ai giovani monzesi di origine straniera, alle loro necessità, alle loro idee e alle loro potenzialità, eppure, qualche cosa di nuovo sta nascendo proprio dai giovani.

L’interculturalità che pervade anche la realtà “brianzola” è una ricchezza che gli entusiasti creatori del progetto SguarDIversi hanno intenzione di convogliare in attività concrete a favore dei giovani. L’obiettivo iniziale si propone di superare i pregiudizi esistenti sulle seconde generazioni: «Mi offendo quando si afferma che gli italiani sono razzisti, anche io sono italiana! – ci racconta Wesam - Vivo in Italia da quando sono nata, ho frequentato la scuola e mi sono laureata in Italia e ora lavoro qui; eppure il velo che indosso o la mia lingua d’origine, mi portano ad essere considerata, in molte circostanze, come straniera con tutto il corollario di pregiudizi che ne deriva». I pregiudizi nascono dall’ignoranza e per questa ragione i promotori del progetto hanno pensato di creare momenti di conoscenza tra i giovani italiani e stranieri, tra i 15 ai 30 anni, che vivono a Monza.

Il progetto si articolerà in un incontro al mese, per un anno, presso i locali dei Padri Barnabiti Vicolo Carrobiolo, Monza. La proposta prevede giochi interattivi sul significato dell’essere straniero a Monza, laboratori di teatro, cineforum e inchieste sull’integrazione dei giovani stranieri nel territorio monzese. «Ognuno di noi è  portatore della propria cultura indipendentemente che sia di origine straniera o meno, l’incontro tra di noi ci può arricchire e aiutare a costruire il nostro futuro insieme» aggiunge Anna.

La società civile, in questo caso i giovani, si fanno primi attori del cambiamento, convinti delle proprie potenzialità e della possibilità di migliorare la realtà monzese dove è ancora possibile sentirsi rifiutare un impiego lavorativo perché si indossa il velo (episodio riportato dai partecipanti all’incontro). «Vogliamo far sentire la nostra voce. Insieme, noi giovani monzesi, potremmo avere un peso maggiore nella società civile di questa città. Per questo motivo invitiamo tutti a partecipare ai nostri incontri mensili, incominceremo a conoscerci e a esser più attivi, far sentire la nostra voce, svolgere delle attività e mostrarle al mondo degli adulti».

I giovani promotori dell’iniziativa invitano alla partecipazione attiva, segnalando anche la pagina di facebook, SguarDIversi, su cui si potranno trovare tutte le indicazioni sui futuri incontri: dove, quando e cosa si farà; e-mail: sguardiversi@gmail.com.