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Una ricerca condotta da Greenman nelle scuole del territorio evidenzia la percezione dei giovanissimi "In quei giorni hanno vissuto l’evento con grande sofferenza e con modificazioni della normalità esistenziale"

Riceviamo e pubblichiamo

Il disastro ambientale verificatosi nel fiume Lambro nella notte tra il giorno 22 e 23 febbraio 2010 ha creato inquinamento e danno ambientale all’ecosistema acquatico dei fiumi Lambro e Po ma anche condizioni soggettive di danno ambientale morale nella popolazione, ben evidenti tra i bambini. Ciò emerge dai dati raccolti con la ricerca / azione sulla percezione del disastro Lambro da parte degli studenti di alcune classi delle scuole Anzani ed Omero di Monza, Boccaccio di Cologno Monzese, don Milani e Parini di Sovico, del territorio delle province di Monza / Brianza e di Milano. La ricerca, promossa dall’Istituto Green Man di Monza con la collaborazione dei docenti di detti istituti scolastici sviluppata durante gli anni scolastici 2009-2010 e 2010-2011, ha rivolto un questionario di 11 domande a 300 bambini e ragazzi tra i 9 e i 13 anni, studenti della scuola primaria e secondaria di secondo grado..

I risultati delle interviste raccontano come i bambini abbiano percepito di trovarsi di fronte ad un evento lesivo non causato dai loro comportamenti e quindi sentito come oggettivamente ingiusto. Evento che è stato visto in primo luogo quale minaccia contro la natura, ma anche contro l’uomo stesso e contro il bene primario salute. Dai dati raccolti risulta che l’impatto dell’evento abbia costituito nei giorni dell’emergenza del febbraio / marzo 2011 una limitazione alla normale qualità della vita, creando un senso di incertezza e oppressione inibente la libera estrinsecazione della personalità del bambino. Si intravvede, dalle informazioni raccolte dalla ricerca e soprattutto dalle testimonianze dei docenti, come in quei giorni bambini abbiano vissuto l’evento con grande sofferenza e siano intervenute modificazioni della normalità esistenziale, dei ritmi di vita e delle attività quotidiane dei bambini. Nei giorni dell’emergenza Lambro i bambini si trovavano in uno stato di disagio, che, pur non sfociando in una vera e propria patologia o in un elevato stress post traumatico da disastro, a nostro avviso ha comunque inciso negativamente, sia pure non in modo permanente, sulla qualità della vita. Infatti l’evento, quantunque non abbia raggiunto tale intensità da impedire e bloccare il proseguimento degli aspetti basilari dell’esistenza (materiali e morali), ha reso in quel frangente sicuramente psicologicamente più difficoltosa la vita personale dei bambini. Il danno morale subito dai bambini in quei giorni è stato arginato, come emerge dalla ricerca, solo grazie al “curricolo” spontaneo, formale ed informale, che si attivò in quei giorni nei territori delle tre comunità locali prese in esame grazie al responsabilizzarsi di scuola, famiglia, che attivarono svariate attività di educazione ambientale e di resilienza alle catastrofi tecnologico-ambientali. Purtroppo dalle istituzioni non venne nessun sostegno a tali azioni.

I partecipanti al seminario Disastro ambientale Lambro, bambini e danno ambientale morale promosso nell’ambito delle manifestazioni per la Giornata Mondiale dell’Acqua 2011 indetta dalle Nazioni Unite tenutosi presso l’Istituto Paccini di Sovico (MB - Italia) e tenutosi in data 4 marzo 2011, condividono la presente Dichiarazione che esprime l’opinione che, nella situazione del disastro Lambro del febbraio / marzo 2010, ci si sia trovati di fronte ad un caso di danno risarcibile (che il diritto definisce pretium doloris, o pecunia doloris) in ragione di quanto contenuto dall’articolo 2059 del Codice Civile e dell’articolo 2 della Costituzione. Ovvero di danno non patrimoniale riconoscibile in quanto andato a ledere un interesse di rilievo costituzionale (che in questo caso è dato dall’inviolabilità dei diritti umani) tutelato inoltre, a livello internazionale, dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Bambini (con particolare riferimento agli articoli 24 e 29). Si richiama quindi l’attenzione dei decisori delle istituzioni italiane ed europee affinché:

  1. la questione del danno morale subito dai bambini in occasione del disastro Lambro della primavera 2010 sia assunta a pieno titolo come elemento costitutivo della doverosa azione risarcitoria da esercitare nei confronti della società Lombarda Petroli. Risorse che dovranno essere dedicate a progetti di educazione ambientale di cui siano protagonisti i ragazzi stessi;

  2. la normativa ambientale europea sul danno ambientale e sulla protezione civile sia rivista considerando con attenzione l’aspetto del danno ambientale morale, con particolare attenzione agli effetti psico-sociali che le emergenze ambientali riversano sui bambini e sulle giovani generazioni.

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