L’ex ministro dei Beni culturali invita il presidente della Regione a ritirare il bando di gara. Il video integrale dell'intervento

Davanti ad un pubblico numeroso ed attento, nella sala congressi della Villa Reale di Monza Walter Veltroni afferma con chiarezza: “…Il Presidente Formigoni si fermi, ritiri il bando di gara per rivederne gli importi e la procedura”.

 

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Come ex ministro ai Beni Culturali, Veltroni inizia il suo intervento ricordando il recupero di Venaria Reale, un monumento del tutto simile alla Villa Reale di Monza, ora divenuto uno dei principali poli di attrazione culturali in Italia. Ha dovuto controllare più volte, per assicurarsi di non sbagliare, quando nel bando di gara ha letto la cifra che viene richiesta per l’affitto della Villa: solamente 30.000 Euro all’anno, quanto viene richiesto, a Milano oppure a Roma, per un seminterrato di 70 metri quadri. Certo, il coinvolgimento dei privati può essere utile nella gestione di un bene come la Villa Reale, ma la tutela deve restare in mano pubblica.

La Villa Reale di Monza non può diventare un luogo dove svolgere cene di gala, oppure, come le visite di ministri leghisti sembra preannunciare, la sede di un ministero. Veltroni invoca un atto di saggezza dal Presidente della Regione, Formigoni: si fermi, si renda conto dei contenuti e degli importi di questo bando di gara, e li riveda, scegliendo anche una procedura più trasparente.

Anche la senatrice Emanuela Baio è stata molto dura: nel presentare l’interpellanza parlamentare firmata da 20 senatori al Ministro dei Beni Culturali Bondi sottolinea le numerose contraddizioni del bando di gara. Basti dire che il Consorzio proprietario della Villa Reale, che ha scelto di durare 20 anni, concede con questo bando la Villa per 30 anni.


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La senatrice Baio


Marco Sala e Roberto Scannagatti, segretario e capogruppo in Consiglio Comunale del PD di Monza hanno rivendicato il forte contributo dato, in questi anni, alla causa del restauro della Villa Reale. Prima con il concorso internazionale, voluto dalla giunta Faglia in collaborazione con la Regione, che ha portato alla predisposizione del Progetto Carbonara, poi con la partecipazione costruttiva alla discussione sulla nascita del Consorzio. Ora però questo bando disgraziato ha cambiato tutto. Il Pd partecipa con orgoglio e rispetto al movimento “La Villa Reale è anche mia”, la cui bandiera campeggia davanti al tavolo dei relatori. Movimento trasversale di cittadini, che hanno dimostrato grande passione, con iniziative settimanali in città. La raccolta delle firme sta toccando cifre insperate. Come testimoniano dal pubblico, in una sola giornata più di 600.

Ora, come sottolinea Scannagatti, è arrivato il momento di andare oltre l’ambito locale, per risvegliare l’opinione pubblica nazionale sul rischio di perdere un bene pubblico di enorme valore come La Villa Reale di Monza.

 

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Walter Veltroni durante il suo intervento

 

Interrogazione urgente Presentata da Emanuela Baio
Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministro per i beni e le attività culturali

Premesso che:

La Villa Reale di Monza è uno dei monumenti più insigni presenti sul territorio lombardo, testimonianza dell’architettura neoclassica. Nacque come simbolo della magnificenza della corte asburgica. L'imperatrice Maria Teresa ne decise l'edificazione proprio nel momento in cui stabilì di assegnare al suo terzogenito, Ferdinando, l'incarico di Governatore Generale della Lombardia austriaca. Il 17 aprile del 1777 fu avviata la costruzione sotto le direttive dell'imperiale regio architetto Giuseppe Piermarini, che, nel giro di soli tre anni, portò a compimento la costruzione del grandioso ed imponente complesso. La Villa ha ospitato i reali d’ Austria e Napoleone, fino ad essere utilizzata dai Savoia dopo l’unificazione nazionale, culminata con il regicidio di Umberto I. Dopo un lungo periodo di degrado ha subito interventi di restauro, sotto l’egida della Soprintendenza per i Beni Storici ed Artistici di Milano;

La Villa Reale di Monza rientra nel novero delle cosiddette Ville di delizia, ovvero quelle dimore appartenute (o ancora di proprietà) alle nobili e illustri famiglie locali, datate tra il Medioevo e l’Ottocento. Fin dal Rinascimento erano questi i luoghi di elezione e di riposo scelti dai nobili per evadere dai quotidiani impegni, talvolta, affanni. Luoghi dove l’arte e la natura reciprocamente si esaltavano. Oggi queste Ville, sono per i visitatori una grande ricchezza culturale poiché ognuna rappresenta un museo che custodisce arredi, marmi, dipinti preziosi e reperti archeologici, grazie all’antica consuetudine dei signori di collezionare opere d’arte che venivano ospitate ed esposte nelle proprie dimore. Le meraviglie continuano negli esterni con gli splendidi parchi e giardini che circondano le Ville.

la Villa Reale di Monza, con le pertinenze, appartiene oggi al Comune di Monza ed alla Regione Lombardia, mentre l’annesso parco appartiene ai Comuni di Monza e Milano; il Ministero dei Beni Culturali è proprietario di alcuni beni ubicati nel compendio, oltre a svolgere le funzioni di vigilanza stabilite dal D.L.vo 22 gennaio 2004 n. 42 ( Codice beni culturali );

l’ intero complesso, costituito dalla Villa Reale e dal Parco di Monza, costituisce Bene Culturale di proprietà pubblica, ai sensi degli artt. 10 ss. del suddetto D.L.vo;

per coordinare le rispettive attività, in data 30/7/2008 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali , la Regione Lombardia, il Comune di Monza ed il Comune di Milano hanno stipulato un accordo di programma, per la valorizzazione del complesso monumentale della Villa Reale di Monza, del Parco e delle relative pertinenze, ai sensi del d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio (di seguito il “Codice”), ed in particolare dell’articolo 112 del citato Codice;

il medesimo Accordo era finalizzato a promuovere la conoscenza, a sostenere la conservazione e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del complesso sopra indicato, attraverso un’azione programmatica comune improntata alla collaborazione operativa tra i soggetti sottoscrittori nell’individuazione degli obiettivi comuni e nell’attuazione dei relativi interventi;

in detto Accordo il “Ministero per i beni e le attività culturali”, la “Regione Lombardia”, il “Comune di Monza” ed il “Comune di Milano” hanno concordato che la finalità e gli obiettivi indicati nell’Accordo sarebbero stati conseguiti attraverso la costituzione, secondo quanto previsto dall’articolo 112 del Codice, di un apposito ente, di natura consortile non imprenditoriale di diritto pubblico denominato “Consorzio Villa Reale e Parco di Monza”, al quale affidare il compito di elaborare e sviluppare il piano strategico di sviluppo culturale e di valorizzazione delle aree ai sensi dei commi 4 e 5 dell’articolo 112 del Codice già citato, nonché di provvedere, ai sensi degli articoli 112 e 115 del Codice medesimo, a regolare e gestire le attività di valorizzazione, anche in forma integrata, ed anche mediante la costituzione, ove necessario, di appositi uffici e servizi deputati pure all’affidamento a terzi delle dette attività ed al controllo sul loro svolgimento. Il tutto nel rispetto delle prescrizioni di tutela storico-artistica e paesaggistica dettate con i relativi atti di accertamento e di

disciplina d’uso;

 

in data 20/7/2009 è stato costituito il su menzionato “CONSORZIO VILLA REALE E PARCO DI MONZA”, con sede in Monza all’interno del complesso di Villa Reale e Parco;

sono Consorziati Promotori il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione Lombardia, il Comune di Milano, il Comune di Monza. Inoltre è prevista la possibilità di partecipare al Consorzio per altri enti, pubblici e privati, senza scopo di lucro, che, aderendo alle finalità del Consorzio, affidano in gestione o conferiscono patrimoni mobiliari ed immobiliari;

al Consorzio è stata affidata la gestione unitaria del Parco e della Villa Reale di Monza, nel rispetto delle esigenze di tutela del patrimonio ad esso affidato;

nel rispetto delle finalità indicate, il Consorzio, anche ricorrendo allo strumento della concessione ove applicabile, è tenuto a:

-garantire la conservazione, il recupero e la valorizzazione del complesso monumentale ed ambientale della Villa Reale di Monza, del Parco Reale e relative pertinenze, e di tutti i beni mobili ed immobili in esso insistenti, inclusi i giardini annessi e l’impianto arboreo, garantendone la fruizione pubblica e sviluppandone i valori culturali, ambientali, architettonici e paesaggistici;

-valorizzare il potenziale di relazioni del complesso monumentale con il contesto territoriale, secondo obiettivi di sviluppo sostenibile e promozione dell’attrattività, a partire dal Parco e in particolare dal suo patrimonio monumentale, naturalistico e paesaggistico, sviluppando sinergie con gli Enti Consorziati per la valorizzazione del patrimonio culturale di cui essi hanno disponibilità;

-svolgere attività di alta rappresentanza istituzionale degli Enti Consorziati, con particolare riferimento anche agli eventi legati a Expo 2015;

-realizzare strumenti innovativi di conoscenza e di documentazione e di educazione al patrimonio culturale, naturalistico ed ambientale, storico-monumentale, idonei a consentire ai visitatori di seguire, anche contestualmente al loro svolgimento, le attività di restauro sia del patrimonio architettonico e paesaggistico che storico-artistico;

il Consorzio può gestire, direttamente o indirettamente, tutte le attività di valorizzazione del patrimonio ritenute necessarie, ai sensi dell’art. 115, comma1, del Codice dei beni culturali;

ai sensi dell’art. 115, comma 3, del Codice dei beni culturali, in caso di gestione indiretta tramite concessione a terzi delle attività di valorizzazione, anche in forma congiunta e integrata, si ricorre a procedure di evidenza pubblica, sulla base della valutazione comparativa di specifici progetti;

all'art. 7 dell'atto costitutivo del Consorzio è previsto che “ Il Consorzio provvede agli affidamenti di cui al precedente periodo tramite Regione Lombardia , che si avvale di Infrastrutture Lombarde s.p.a. , ente strumentale della Regione Stessa “ “ A tale scopo il Consorzio stipulerà apposita convenzione con la Regione , anche al fine di definire le modalità di programmazione e vigilanza dell’attività della società strumentale sopra menzionata";

sulla base di tale ultima previsione, Regione lombardia, per i tramite di Infrastrutture Lombarde s.p.a., con bando del 17 marzo 2010, ha indetto una procedura ristretta per l’affidamento del contratto di concessione di lavori pubblici;

la procedura di gara si è svolta senza alcuna trasparenza. In particolare non è stato possibile accedere al capitolato d’oneri, allo schema del contratto di concessione ed alla lettera di invito.

inoltre l’attribuzione a Infrastrutture Lombarde delle funzioni di Amministrazione Aggiudicatrice ed il suo esercizio tramite il bando di gara del 17/3/2010 , benché prevista dall’accordo di programma, non risulta in linea con le disposizioni vigenti, in base alle quali la gestione indiretta è attuata per mezzo di concessione a terzi delle attività di valorizzazione, da parte delle amministrazioni cui i beni pertengono, ovvero da parte dei soggetti appositamente costituiti, ex art. 112 comma 5 del Codice dei Beni Culturali, cui affidare l'elaborazione e lo sviluppo dei piani strategici di sviluppo culturale e i programmi, relativamente ai beni culturali di pertinenza pubblica;

non risulta ammissibile, invece, demandare tale indispensabile funzione ad un soggetto terzo, come Infrastrutture Lombarde s.p.a. , che non rientra né nella prima categoria né nella seconda;

nel bando di gara pubblicato indetto da Infrastrutture Lombarde emergono alcune evidenti e gravi anomalie. Non si comprende quale sia oggetto dell'appalto dal tenore del bando che, imprecisamente prima cita lavori di ristrutturazione e poi, nella descrizione dell'appalto individua l'oggetto dell'appalto in maniera irragionevolmente estensiva, comprendendo interventi di recupero, valorizzazione, restauro e addirittura gestione per l'intera durata della concessione (30 anni) non solo del corpo centrale della Villa Reale di Monza, della parte di Ala Nord oggetto di intervento ma anche degli spazi esterni, ivi comprese le aree di destinazione commerciale, laboratori artigianali, bar, caffetteria, ristorante e spazi flessibili e polifunzionali, dai quali è indubbio un ulteriore arricchimento;

non è chiaro, pertanto, quali siano( e se vi siano ) gli obblighi del concessionario per garantire la fruizione pubblica del bene culturale, secondo quanto previsto dalla legge e dagli stessi atti ( accordo di programma, statuto del consorzio ) sopra menzionati.

la durata della concessione, prevista dal bando, è pari a 30 anni, decorrenti dalla data di sottoscrizione del contratto, a fronte di un canone di concessione di 30 mila euro l'anno;

l'importo complessivo stimato per l'intervento è pari € 23.385.154,26, dei quali € 18.969.628,94 a carico dell’amministrazione aggiudicatrice, il finanziamento residuo delle opere, di appena € 4.415.525,32, è a carico del concessionario, il quale avrà come controprestazione il diritto, per tutta la durata della concessione, di gestire il corpo centrale della Villa Reale di Monza, la parte di Ala Nord oggetto di intervento e degli spazi esterni, ivi comprese le aree di destinazione commerciale, laboratori artigianali, bar, caffetteria, ristorante e spazi flessibili e polifunzionali;

 

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se ritenga che non si configuri il rischio di una privatizzazione di Villa Reale di Monza, con conseguente compromissione della sua funzione pubblica;

se il Ministro in indirizzo non ritenga che il bando di gara sia viziato, ex art. 112, comma 5, del D.lgs 42/2004, sotto il profilo della legittimazione attiva di Infrastrutture Lombarde, incaricata,con il citato Accordo, di elaborare e sviluppare piani strategici di sviluppo culturale e programmi, relativi a beni culturali di pertinenza pubblica, e non di concedere totalmente un bene pubblico ad un privato, come invece risulta dal bando;

se il Ministro non ritenga che il bando di gara sia inficiato, altresì, da vizio sostanziale per indeterminatezza dell'oggetto dell'appalto;

se il Ministro in indirizzo non ritenga illegittima, a fronte di un esiguo canone e di un residuo finanziamento irrisorio, la previsione di una concessione trentennale di un bene pubblico ad un privato, quale controprestazione di un intervento finanziato principalmente dall'amministrazione aggiudicatrice, con il rischio di rendere la Villa un luogo per iniziative preminentemente remunerative, assicurando un indebito arricchimento del privato a discapito dell'interesse di tutti i cittadini,;

se al Ministro in indirizzo risulti che nell'ambito della procedure di evidenza pubblica, che dovrebbe svolgersi ai dell’art. 115, comma 3, del Codice dei beni culturali, ci sia stata la dovuta valutazione comparativa di specifici progetti e quali siano i progetti presentati dai concorrenti;

se non ritenga di adottare le necessarie misure per garantire il rispetto della normativa in materia di attività contrattuale della pubblica amministrazione.

quali siano le determinazioni del Ministro in ordine alla discrepanza tra la durata del Consorzio, stabilita in 20 anni nel suo Statuto e la durata della concessione al privato, stabilita in 30 anni.