differenziata

Amministrazioni locali e raccolta differenziata: anche nel 2018 il Comune di Lesmo si è confermato come uno dei più virtuosi d’Italia. 

 

Nel 2017  “gli abitanti del Comune di Lesmo hanno portato la loro raccolta differenziata al 92%”, così iniziava il servizio di Milena Gabbanelli su La7 in tema di “questione rifiuti”.   

Servizio che poi evidenziava come gli abitanti, anziché venir premiati con una riduzione delle relative tasse, ne subissero un aumento. Il paradosso, dovuto al riequilibrio del mercato del trattamento in seguito alla legge nazionale del 2014, come chiarito dagli amministratori del comune brianzolo, non riduce l’impegno degli stessi per migliorare ancora. Pensando a nuove iniziative e confidando sulla collaborazione, indispensabile e sempre più puntuale, dei cittadini. Ne parliamo col Sindaco di Lesmo Roberto Antonioli e con l’assessore alla Ecologia e vice sindaco Giuseppe Franchini.

Sindaco Antonioli, innanzitutto complimenti per i risultati raggiunti.

Antonioli. Grazie, i dati al 2017 registravano una Raccolta Differenziata (RD) al 92,6% e anche per il 2018 sembra che le cose siano andate molto bene. La stessa Gabanelli ci collocava al primo posto in Italia.

Da quali risultati eravate partiti?

A. Questo è il sesto anno di amministrazione, il livello iniziale era già del 73% circa. Il primo ampio scostamento è stato nel 2015 con l’adozione dell’ecuosacco, il sacco rosso tracciabile che responsabilizza il cittadino nella selezione del secco, inteso come il materiale destinato agli inceneritori.  La riduzione di questo secco comporta quindi meno rifiuti da bruciare con evidenti vantaggi per l’ambiente.

Avete puntato anche sulla riduzione proprio della produzione dei rifiuti?

A. Certo, con il posizionamento delle “casette-distributori” di acqua. Si è incentivato così l’uso delle bottiglie di vetro a danno di quelle di plastica, di cui si sono ridotti i quantitativi di consumo e del relativo smaltimento in discarica. Una iniziativa, quindi, che potrebbe influire anche sulla produzione e sulla distribuzione delle bottiglie di plastica. Pensiamo, per esempio, ai camion che trasportano queste bottiglie e all’ulteriore beneficio in termini ecologici.

I vantaggi per l’ambiente e i cittadini sembrano evidenti. Avete riscontri concreti sull’apprezzamento da parte dei cittadini?

A. Direi di sì, proprio dall’importante risultato ottenuto. A fine anno, dati ufficiali, è stata calcolata, dal 2013, una erogazione di 2 milioni di litri di acqua che ha comportato quindi una relativa riduzione di bottiglie di plastica portate allo smaltimento. Il consumo denota come i concittadini abbiano veramente apprezzato le finalità dell’iniziativa e condiviso le modalità di utilizzo.

A minori rifiuti da smaltire non ha corrisposto una riduzione dei costi e quindi delle relative tasse, come riportato dalla Gabanelli. Vice sindaco Franchini, ci spieghi ora come sia stato possibile questo, potremmo definirlo, paradosso?

Franchini. C’è un motivo che, spero, sia solo congiunturale. In questo momento gli inceneritori e anche gli impianti di selezione di quello che noi chiamiamo “ingombranti” sono al massimo della loro capacità. Questo ha portato, per un normale motivo di rapporto domanda/offerta un incremento notevole dei costi, soprattutto per gli ingombranti, il secco e il verde. Quindi siamo di fronte a questo paradosso (apparente) di aver fatto un ottimo lavoro sulla differenziazione riducendo i quantitativi da inviare agli inceneritori ma essere penalizzati con i relativi costi. I risultati sarebbero però stati ben peggiori se non avessimo fatto questo lavoro. Infatti ci sarebbe stato circa un 50% di materiale in più nel secco e quindi aumenti ancora maggiori: da nostre stime tra il 5 e il 6%. Una questione di mercato, quindi, che speriamo sia solo temporanea. Se anche altri comuni, soprattutto del Sud, che oggi utilizzano i nostri impianti in Lombardia dovessero fare una migliore differenziata e avere quindi minori necessità di ricorrere ai nostri impianti, i costi potrebbero ritornare quelli di un tempo e una riduzione ce la potremmo aspettare. 

Il 69% dei rifiuti italiano viene trattato al Nord, che ospita il 63% degli impianti, di cui 13 in Lombardia: dati ISPRA 2016. Ci sono accorgimenti tecnici per tutelarsi da queste oscillazioni di mercato?

F. Uno sarebbe aumentare i nostri impianti. Però in questo momento non si vede necessità di farlo, anzi c’era la prospettiva di ridurre gli inceneritori, cosa che andrebbe fatta comunque.  Il Sud dovrà valutare le proprie necessità, non è immaginabile sempre un trasporto di rifiuti per 700, 800 o mille chilometri. I rifiuti vanno trattati il più vicino possibile alla loro fonte di produzione. Bisogna che Governo e Regioni prendano provvedimenti per far finire questa anomalia: occorre un Piano Nazionale.

Quali nuove iniziative per migliorare ancora? Sul tema per esempio del recupero del rifiuto stesso, ove possibile, o sulla tariffa puntuale (TP) come, per esempio, ad aprile avvierà il vicino Comune di Vimercate?

F. Tra qualche anno la tariffa puntuale non sarà più solo una opzione, ma un obbligo. CEM (l’azienda che si occupa di un insieme integrato di servizi ambientali che collabora col Comune, Ndr) ha predisposto alcune modalità che al momento portano a un significativo aumento dei costi per i cittadini. In questa prima fase non ci siamo proposti perché immaginiamo che il costo, che attualmente è di 4 euro per abitante per l’applicazione della tariffa puntuale, possa (e debba) abbassarsi. C’erano tre Comuni che potevano fare da apripista e abbiamo pensato di non essere pronti ad a affrontare questi costi. Auspicabilmente i costi diminuiranno e la tariffa puntuale non sarà solo un obbligo ma anche una opportunità. Per un Comune come Lesmo che ha un livello di RD già molto alto non ci aspettiamo ulteriori benefici dalla Tariffa puntuale ma di stabilire con essa un criterio di giustizia: diciamo che chi inquina di meno dovrà pagare di meno.  Aggiungo che in questo momento la tariffa puntuale viene applicata solo sul secco che per noi non rappresenta il costo maggiore, perché ne produciamo pochissimo e non sarebbe giusto applicare la TP solo sul secco. I costi andrebbero distribuiti anche su altro come il verde e gli ingombranti che ci costano tantissimo ma non riusciamo a valorizzare la quantità prodotta dai singoli utenti. Attualmente non abbiamo gli strumenti per farlo.

 Altre iniziative? Proposte?  Un Comune così virtuoso si propone anche come esempio per gli altri.

F. Diminuire la quantità totale dei rifiuti. Noi abbiamo fatto la nostra parte con le casette dell’acqua per le plastiche, bisogna ora intervenire sui grandi produttori come i supermercati. Assistiamo a un continuo aumento di produzione di imballi che poi arriva tra i nostri rifiuti. Va fatto un lavoro importante, non solo da CEM ma da tutti i soggetti interessati sia per ridurre gli imballi che per renderli, per la maggior parte possibile, riciclabili. Alcuni imballaggi poli-componenti non sono riciclabili e dovrebbero scomparire, semplicemente scomparire. Bisogna che ci siano delle politiche in tal senso, come l’utilizzo delle plastiche nei cosmetici che sono state eliminate. 

Ci sono poi almeno altre due campi sui quali possiamo lavorare. Uno è il ri-uso. Diffonderne la cultura, e farlo fare in maniera più strutturata magari con il baratto, evitando di portare in discarica cose che uno pensa non servano più e invece possono avere valore per altri. Quindi confrontarci con chi già sperimenta tale modalità e vedere se e come possiamo contribuire per aiutare questo processo. Altra cosa che vorremo fare nel prossimo anno, anche se non riguarda direttamente il Comune e non impatta sui nostri indici, riguarda lo smaltimento degli olii vegetali. Stiamo pensando di dare degli appositi contenitori ai cittadini, per non versali nel lavandino. Un altro modo per sensibilizzare le persone al tema e contribuire allo smaltimento ecologico.

Sensibilizzare e diffondere cultura. Il contributo delle singole persone è comunque determinante. 

A. Ha ragione, il comportamento “ecologico” delle persone è determinante. Per essere, come si diceva all’inizio su valori già alti, circa il 73%, la cittadinanza aveva già una cultura in tal senso, grazie anche alle precedenti amministrazioni. Noi abbiamo messo poi in campo le iniziative che abbiamo detto ma senza la partecipazione e il contributo di tutti non ci sarebbero stati questi risultati. Per questo come Sindaco e da parte di tutta l’Amministrazione, voglio ringraziare tutti i concittadini di Lesmo: per quello che hanno fatto e per quello che, ne siamo sicuri, riusciranno ancora a fare. 

 

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Salvaguardare l’ambiente è un impegno prioritario divenuto non procrastinabile. La raccolta differenziata è solo una delle tante azioni che possiamo/dobbiamo quotidianamente compiere. In Italia i dati sono sempre più incoraggianti. In particolare in Lombardia* continua a diminuire la produzione complessiva e pro capite di rifiuti urbani (-1,6%) e ad aumentare la raccolta differenziata (+2,1%). Il 90% dei rifiuti prodotti viene recuperato - Nel 2017 la produzione di rifiuti solidi urbani è diminuita, nonostante l'incremento della popolazione lombarda, attestandosi a 4.684.043 tonnellate (-1.6% rispetto al 2016 e -9,51% rispetto al 2008). - La medaglia d'oro va a Monza e Brianza con una produzione pro capite 413,4 kg (-1,8% rispetto al 2016)

 

*Dati forniti da Arpa Lombardia contenuti nel rapporto sulla produzione e gestione rifiuti 2017, 

Per un maggior dettaglio a livello comunale dati si possono vedere i dati ISPRA, aggiornati al 2017. Dove, per Monza e Brianza, spiccano tra i migliori i Comuni di Lesmo, Usmate Velate, Camparada, Caponago, Mezzago :

 

Comune

Popolazione

Raccolta Differenziata

Rifiuti Urbani

RD

RD pro capite

RU pro capite

(t)

(t)

(%)

(kg/ab.*anno)

(kg/ab.*anno)

Lesmo

8.550

3.690,78

3.968,17

93,01%

431,67

464,11

Usmate Velate

10.293

3.928,79

4.280,86

91,78%

381,7

415,9

Camparada

2.055

911,184

998,124

91,29%

443,4

485,71

Caponago

5.213

1.837,40

2.020,27

90,95%

352,47

387,55

Mezzago

4.493

1.502,22

1.694,04

88,68%

334,35

377,04

 

Ma è necessario fare di più. Nel nostro interesse e per le generazioni future. Ognuno può e deve contribuire anche con scelte apparentemente piccole ma concrete che nel loro insieme fanno poi la differenza diffondendo anche la cultura del rispetto della natura. 

 

 

Grazie a Luca D’Achille per la collaborazione.

Gli autori di Vorrei
Francesco Montorio
Francesco Montorio
Nato a Napoli nel ’61, ho vissuto gli ultimi trent’anni tra Veneto e Lombardia. Ora vivo a Lesmo con mia moglie e le nostre due figlie. Funzionario di un importante Gruppo Aziendale, con una trentennale esperienza maturata presso Società Leader, mi sono occupato prevalentemente di formazione. Professional Coach (diplomato ACSTH-ICF), ho tenuto docenze seminariali presso l’Università Insubria di Varese (Scienza della Comunicazione). Ho difeso la Costituzione col Comitato per il No di Milano-Coordinamento per la Democrazia Costituzionale (CDC). Realizzo incontri per far conoscere la drammaticità delle leggi sui licenziamenti individuali e sostenere il ripristino dell’art. 18. Associato a Comma2-Lavoro è Dignità, pubblico anche su Area Pro Labour-Fatto Quotidiano.