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Dalle condizioni ambientali alle conseguenze sulla salute. Come sta veramente la regione? Intervista a Celestino Panizza, presidente regionale dell’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE italia

Qual è la reale situazione ambientale in Lombardia? Le istituzioni pubblicizzano risultati in termini di riduzione dell’inquinamento. Sono verificabili? Le scelte e gli investimenti fatti in questi anni hanno ottenuto vantaggi misurabili oppure la svolta green è solo una debole pennellata di carattere propagandistico? Ne abbiamo parlato con chi si occupa di studiare proprio il rapporto tra sitazione ambientale e salute: l’Associazione Medici per l’Ambiente. Cosa dicono i numeri attuali e le statistiche? Cerchiamo di approfondire questi aspetti partendo da alcuni dati sanitari da cui dedurre le reali condizioni della nostra regione.

Dal sito dell’Agenzia di Tutela della Salute regionale leggiamo i dati ISTAT  in merito a indicatori quali tasso di mortalità, prime 10 cause di mortalità e tasso di mortalità infantile nella varie province ed in generale nella nostra regione.
Negli ultimi 7 anni il tasso di mortalità ha avuto un picco nel 2015 (oltre i 10 considerando il numero medio di decessi per 1.000 abitanti in un anno) mentre ora questo indicatore è dato in calo. Pavia, Cremona e Mantova sono le province con un tasso maggiore. Cremona è la prima anche per tasso di mortalità infantile. Negli uomini la prima causa di morte sono tumori maligni della trachea, bronchi o polmoni. Seguono le malattie cerebrovascolari e le malattie ischemiche del cuore. Nelle donne le cause principali sono malattie cerebrovascolari poi altre malattie del cuore e del sistema circolatorio.

Dottor Panizza, cosa ci dicono questi numeri relativi alla nostra regione?

Il 2015 è stato un anno particolare: in quell'anno la mortalità ha registrato un picco in tutta Italia. Le cause di questo andamento sono state dibattute. Una volta escluso che il fenomeno osservato dell’eccesso di morti nel 2015 rispetto al 2014 fosse un artefatto dovuto ad errori di rilevazione, si possono esplorare le principali cause, per spiegare il fenomeno: l’invecchiamento della popolazione, l’epidemia influenzale, l’ondata di calore, l’inquinamento atmosferico, la crisi sociale ed economica e le misure di austerità. Difficile trarre delle conclusioni. Anche i confronti territoriali con dati epidemiologici generali possono suggerire solo ipotesi sulle cause legate ai singoli territori. Ma certamente si possono fare considerazioni generali sul rapporto che esiste tra salute e ambiente.

Cosa si può dire alla cittadinanza per informare correttamente su quali sono le reali condizioni ambientali e sanitarie della nostra regione che emergono dalle evidenze scientifiche e dai risultati dei vostri studi? Ci sono falsi miti da sfatare? Oppure, al contrario, ci sono reali emergenze pericolosamente ignorate?

ISDE sottolinea che la ricerca scientifica mette al centro l'ambiente nel determinare il cambiamento della distribuzione delle malattie.

Oltre un terzo delle cause di morte è dovuto ai tumori. Ma il punto rilevante è che il cancro è considerata la malattia più emblematica del rapporto salute e ambiente mentre è un poco evidente il fatto che l'ambiente è il fattore fondamentale che rappresenta il principale determinante della condizione di salute di una popolazione e dell'individuo nella stragrande maggioranza delle malattie cronico-degenerative dell'età moderna .

Quanto è significativo il legame tra situazione ambientale e le problematiche di carattere sanitario?

Il concetto di “ambiente” rimanda ad una visione dei determinanti della salute complessa, dove la salute è il risultato della stretta interazione tra ambiente e caratteristiche umane individuali, fasi dello sviluppo a partire dall'epoca gestazionale e la sua condizione sociale. I fattori socioeconomici sono fonte di disuguaglianza nello stato di salute. Le persone meno abbienti, meno istruite o che esercitano un lavoro meno qualificato e che vivono in condizioni ambientale più critiche hanno normalmente uno stato di salute peggiore. Inoltre gli stessi fattori condizionano in senso negativo l’equità e l’accessibilità alle cure.
Di particolare rilevanza nella complessa rete di interazioni, sono i fattori fisici e chimici che hanno profondamente modificato l’ambiente ed i sistemi ecologici in cui anche l’uomo è immerso. Gli esseri umani probabilmente sono da secoli la più importante forza di cambiamento e di manipolazione della cosiddetta “biosfera”, la componente biologica del pianeta. La via principale attraverso cui tale forza si esprime è quella dell’inquinamento chimico.

Cosa succede nello specifico della Lombardia?

La Lombardia è un territorio particolarmente critico per la presenza di molti fattori che producono inquinamento: industria, agricoltura, smaltimento di rifiuti, siti inquinati, ricorrenti incidenti industriali e presenza di infrastrutture che consumano territorio e sostengono un sistema di trasporto e mobilità basato sulla gomma. Non ultimo la conformazione del "catino" padano che è una delle cause della persistente pessima qualità dell'aria.
Tutte queste condizioni determinano esposizioni ad agenti chimici attraverso acqua, aria, suolo e che contaminano la catena alimentare che le persone assumono fin dalle primissime fasi dello sviluppo fetale.

Tra le progettualità affrontate dalla vostra associazione si ritrovano tante tematiche differenti e questo sottolinea l’importanza, da voi sostenuta, di un approccio multidisciplinare sull’argomento. Parliamo in particolare di: criticità ambientali, città sane e sostenibili, inquinamento atmosferico e salute, trasporti e salute.

ISDE è impegnata sia sul piano scientifico nel considerare l'evoluzione delle conoscenze che riguardano il rapporto salute e ambiente, sia sul piano dell'advocacy, cioè quello di influenzare le politiche pubbliche e l'allocazione delle risorse all'interno dei sistemi politici, economici e sociali e relative istituzioni per agire sui determinanti sociali e ambientali della salute. Questo approccio implica il contributo di molte competenze: mediche, urbanistiche, agronomiche, biologiche, ingegneristiche, ecc. Non solo implica una lettura di quanto accade nei sistemi ecologici, come la drammatica riduzione della biodiversità, l'impoverimento dei suoli, il cambiamento climatico. Gli effetti di queste problematiche vanno studiati proprio perché hanno, alla fine, ricadute sulla vita dell'animale uomo e non possono essere studiate solo con un approccio medico, tanto meno se questo è segnato da una visione clinica riduzionistica.

Quali sono, relativamente alla nostra regione, gli aspetti più preoccupanti in merito agli agenti, agli ambiti e alle fonti di inquinamento? Cosa si sta facendo, soprattutto in ambito di azioni locali, in tema di politiche di prevenzione dell’inquinamento atmosferico e in tema di mobilità più sostenibile e sana?

Per quanto riguarda le criticità del territorio lombardo, anche se è difficile ad azzardato fare una graduatoria, certamente il problema della qualità dell'aria è grave, richiamato anche Unione Europea. Questo problema provoca alcune migliaia di decessi e ricoveri ospedalieri con costi sanitari enormi che non entrano nei bilanci economici, e anzi, a ben vedere, aumentano il PIL ma non la qualità della vita. Lo studio VIIAS (Metodi per la Valutazione Integrata dell’Impatto Ambientale e Sanitario) sull'inquinamento atmosferico stimava in Lombardia una mortalità in eccesso (riferita al 2005) per ogni milione di lombardi pari a 1640 decessi per le PM25, 1290 per NO2, 50 per O3 in tendenziale miglioramento negli anni successivi.

 

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Ci sono misurabili miglioramenti in termini di effetti sulla salute? Cosa si potrebbe o dovrebbe ancora fare per migliorare ulteriormente?

Per migliorare la situazione sono importanti gli interventi sulla mobilità ma non solo. Dovrebbero essere attuate tutte le azioni prendendo esempio da realtà virtuose che esistono già, per passare ad un sistema di mobilità dolce ed ostacolare l'uso dei vettori motorizzati privati. Quindi realizzare aree a zero emissioni (per esempio nei pressi di asili e scuole) o per lo meno a traffico limitato, liberare le strade dalle auto e dare spazio alla mobilità ciclabile. Interventi che al cittadino medio paiono irrealizzabili o poco accettabili ma che sono praticati in numerosi casi virtuosi. I Medici per l’Ambiente hanno anche fatto un appello in occasione dell’ultima conferenza mondiale sul clima che si è svolta a Katowice in Polonia per sottolineare le conseguenze socio-economiche, ambientali e sanitarie che i cambiamenti climatici generano e come le attività umane possano influire, positivamente o negativamente, sugli scenari attesi. 

In merito a questo aspetto e in generale alle emergenze ambientali della regione, quanto le amministrazioni pubbliche e i decisori stanno concretamente facendo? Cosa si può e si deve chiedere a riguardo per orientare ancor di più le istituzioni a decisioni che tengano effettivamente in considerazione gli effetti sull’ambiente e sulla salute?

Fra i problemi che riguardano la Lombardia (e non solo) ISDE presta molta attenzione all'inquinamento prodotto dall'agricoltura e dall'allevamento. Il bacino del fiume Po ha una sono presenti anche 4.188.000 capi bovini e 5.232.000 capi suini che sostiene un sistema agroalimentare sbagliato e dannoso per la salute e per l'ambiente. Un sistema che incide fortemente sugli equilibri ecologici. I carichi inquinanti sono pari a 114 milioni di abitanti equivalenti a cui si aggiunge l'uso massiccio di pesticidi che contaminano le falde acquifere e quindi la catena alimentare.
La Lombardia patisce anche gli effetti di un inquinamento storico dovuto allo smaltimento più o meno lecito di rifiuti che peraltro perdura. Le azioni possibili sono molteplici anche nella direzione di sostenere un sistema di distribuzione che favorisca l'agricoltura legata al territorio e che non usi pesticidi. ISDE ha elaborato numerose proposte con prese di posizione su vari argomenti disponibili sul nostro sito internet .

Quello che posso aggiungere è che la diagnosi del problema è chiara ma le risposte languono e, quando ci sono, sono contraddittorie o attuate in tempi troppo dilatati.

Che cosa si può fare a livello locale? Credo innanzitutto si debba coraggiosamente prendere atto dello stato delle cose per sostenere azioni di riconversione del modello che è stato fin qui seguito. In questa direzione si devono educare i cittadini e sostenere chi è già consapevole di questi fatti mettendo in campo la loro partecipazione.

Gli autori di Vorrei
Luca D'Achille
Luca D'Achille
Laureato in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio al Politecnico di Milano, è impiegato nella pubblica amministrazione dove si occupa di ecologia. Impegnato da sempre in attività di sensibilizzazione e iniziative locali per la tutela dell’ambiente.
Autore di numerosi articoli su consumo del suolo, clima, energia e politiche ambientali, membro della redazione di Salviamo il Paesaggio, il forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio. Nato a Monza e residente nel Vimercatese, appassionato di viaggi, geografia e di tutto quello che è analisi e scoperta di un territorio.
@LucaDAchille - luca-dachille.blogspot.it