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Con una delibera dell'Amministrazione Mariani
aree agricole destinate ad essere edificate

 

Riceviamo e pubblichiamo

Legambiente ricorre al Tar contro la delibera del Consiglio comunale che prevede di vendere aree comunali agricole e lasciarle costruire dopo averle trasformate in edificabili. Anche la Provincia ha espresso parere di “non compatibilità” sulla variante urbanistica.

Martedì scorso, è stato notificato al Comune di Monza il ricorso al TAR contro la delibera del 10 febbraio 2009, con la quale è stato approvato il bilancio di previsione per il 2009. Allegato a quella delibera, vi è il cosiddetto “piano delle valorizzazioni e delle alienazioni”, che consentirebbe al Comune di vendere aree comunali dopo averle trasformarle in edificabili, in variante allo strumento urbanistico vigente. La possibilità, prevista dall’art. 58 della legge 133 dell’agosto 2008 (Legge finanziaria), secondo Legambiente presenta elementi di incostituzionalità e la sua applicazione monzese, pare essere del tutto illegittima, per una serie di motivi.

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Nel ricorso presentato da Legambiente, insieme ad alcuni cittadini residenti nelle zone limitrofe a quelle aree (poste a Sant’Albino e in zona viale Libertà), viene rilevato che: 1) manca una delibera del Consiglio, diversa da quella di approvazione del bilancio 2009, la quale avrebbe dovuto dare avvio al procedimento della variante urbanistica, vera e propria; 2) la variante non rispetta le Norme del PTCP là dove prevedono che non si possa procedere in tal senso, prima di avere dimostrato che il 75% delle potenzialità del PGT siano già state esaurite (art.84). Non solo: non sono state rispettate le norme, sempre del PTCP, di tutela dell’ambiente naturale e del paesaggio (art. 20). Non a caso la Provincia, il 24 aprile, ha espresso un parere di “non compatibilità”; 3) non è stata rispettata la procedura relativa alle varianti urbanistiche prevista dalla LR 12/2005 (art. 13), che stabilisce diversi momenti di partecipazioni del pubblico, delle associazioni, degli enti e di privati, nella formazione delle varianti stesse (raccolta di proposte, pareri e osservazioni); 4) vengono violati dall’art. 58 della citata legge 133/2008, alcuni principi costituzionali nel rapporto tra materia concorrente e materia esclusiva nelle potestà legislative tra Stato e Regione (art. 117 delle Costituzione), essendosi così verificata una illegittima interferenza dello Stato in una materia di competenza regionale; 5) manca, nei documenti della variante, una Valutazione Ambientale Strategica (VAS), violando così le norme regionali, nazionali e comunitarie in materia, anche relative alle consultazioni; 6) si rileva poi che quelle norme relative alla VAS, ma soprattutto nel documento specifico che accompagna il PGT di Monza, sono contenuti chiari criteri per la difesa del territorio e la sua tutela, da ulteriori compressioni; 7) viene rilevato che l’area di via Sant’ Anastasia (zona di viale Libertà) è interessata da un vincolo posto dal PAI (canale scolmatore), che pare sia stato ignorato dalla variante in questione; 8) infine, la variante aumenta la capacità edificatoria del PGT vigente senza che sia data la dimostrazione del reperimento di nuove aree per servizi per rispettare le quantità di standard previsti dalle leggi.

“Tutelare le residue aree agricole”, dice il Presidente del Circolo, Atos Scandellari, “è un nostro obiettivo prioritario, che stiamo perseguendo anche attraverso la raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare, che presenteremo nei prossimi mesi alla Regione Lombardia”. Si veda, a tale proposito, nel sito di Legambiente: “Metti un freno al cemento. Costruisci natura” - http://www.legambiente.org/section.php?p=single&type=primo&id=408.

LEGAMBIENTE
Circolo di Volontariato
Alexander Langer
Monza

Monza, 21 maggio 2009