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I famigliari di Massimo Ponzoni (Forza Italia), condannati ad abbattere due villette abusive perché costruite su un terreno agricolo non edificabile a Cesano Maderno


di Andrea Montanari

Se non fosse certificato anche da un sentenza del Tar, sarebbe da non crederci. L’assessore regionale all’Ambiente della giunta Formigoni, Massimo Ponzoni (Forza Italia), non passerà certo alla storia per la tutela del paesaggio lombardo, ma per la condanna ad abbattere due villette abusive perché costruite su un terreno agricolo non edificabile a Cesano Maderno, in Brianza. La prima intestata alla moglie Annamaria Cocozza. La seconda abitata dal cognato Argenio Cocozza e dalla suocera Maria Cacioppo.

Molti nella cittadina dicono che una delle villette è anche l’a bitazione dello stesso assessore, ma lui preferisce non commentare e fa sapere che non è così. Una vittoria del sindaco di Cesano Maderno, Paolo Vaghi, alla guida di una giunta di centrosinistra "anomala", sostenuta anche da alcuni consiglieri comunali ciellini, che il 28 ottobre 2008 aveva firmato un’ordinanza in cui ingiungeva la demolizione dell’immobile. "La legge deve essere uguale per tutti — commenta ora soddisfatto — Chi ha commesso un abuso edilizio deve essere punito, chiunque esso sia. La legge deve essere uguale per tutti". Poi aggiunge sarcastico: "È come se l’a llora ministro dei trasporti Enrico Ferri, quello dei 110 chilometri all’ora, fosse stato pizzicato sfrecciare a 180 o come quei parlamentari che in aula si dichiarano contro la droga, ma poi si scopre che sniffano la cocaina".

La sentenza del Tar della Lombardia, che ha respinto la richiesta di sospensione presentata dai familiari di Ponzoni, infatti, parla chiaro. Non solo conferma che le due villette ora dovranno essere abbattute, ma nel dispositivo lancia anche accuse pesanti. Per esempio che "la domanda dei ricorrenti è stata correttamente rigettata in quanto dolosamente infedeli in ordine alla data di ultimazione dei lavori, come riscontrato dalle fotografie allegate agli atti". Tanto che il tribunale amministrativo ha deciso non solo di condannare la moglie, il cognato e la suocera dell’a ssessore lombardo all’ambiente in solido al pagamento delle spese processuali, ma di trasmettere gli atti alla procura della Repubblica di Monza.
Dalla famiglia dell’assessore un ultimo gesto disperato. "A far data da oggi — hanno scritto in una lettera inviata al sindaco di Cesano Maderno — stiamo provvedendo alla demolizione del manufatto in oggetto". Per alcuni maligni, si tratterebbe solo di un escamotage per evitare di pagare anche il conto della demolizione fatta da altri. Per evitare insomma che al danno si aggiunga anche la beffa. Ma il Comune andrà avanti. Del resto, Massimo Ponzoni, giovane rampante di Forza Italia, diventato assessore di Formigoni un anno fa a soli 34 anni e dato in questi giorni anche tra i papabili per la candidatura del Pdl alla guida della nascente provincia di Monza non sarebbe nuovo ad alcune scelte chiacchierate. Come quando alle ultime elezioni regionali — ricordano a Cesano Maderno — fece affiggere sui suoi manifesti l’i nvito a votarlo come concittadino fin dalla nascita sia a Cesano che a Desio, due comuni oltretutto confinanti.

Il gesto sollevò molte polemiche. Nulla però in confronto al caso scoppiato. Secondo i tecnici, una delle due villette non avrebbe nemmeno dovuto essere costruita e l’altra è stata ampliata oltre i limiti consentiti. Il tutto sotto gli occhi di chi ha la responsabilità della tutela dell’ambiente in Lombardia.

L'ordinanza del Tar (.pdf)