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“Per una stella” e “Il carnevale dei truffati”. Il primo conflitto mondiale e il ventennio berlusconiano. Cosa accade quando pezzi della storia del nostro Paese diventano messincena

Cento o venti anni fa. Cento sono gli anni dall’entrata in guerra dell’Italia per il primo conflitto mondiale, il pezzo di storia al centro di “Per una stella”. Venti sono invece quelli dell’era “Plasticoni” (leggi Berlusconi), il pezzo di storia al centro de “Il carnevale dei truffati”.

Il primo è un lavoro teatrale scritto da Anna Maini, adattato e diretto da Stefano De Luca, interpretato da Tommaso Banfi e Marta Comerio. Andato in scena negli scorsi giorni all’Elfo, vede scorrere in parallelo le vicende di un giovane italiano mandato al fronte e di una giovanissima austriaca che il fronte se lo ritrova in casa. Incontrano ambedue — senza incrociarsi — lo strazio, la perdita, la bestialità e l’assurdità della guerra. La scena è un continuo trasformarsi di assi di legno che ora uniscono a mo’ di ponte, ora separano a mo’ di muro. Prodotto da Artevox, “Per una stella“ non è solamente uno spettacolo, ma un progetto (firmato dalla stessa Maini, da Roberto Rampi e da Marta Galli) composto anche da un libro, una graphic novel, una app per la realtà aumentata, una mostra con i dipinti di Rossana Maggi e le foto di Attilio Prevost e, infine, laboratori per le scuole.

 

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Tommaso Banfi e Marta Comerio (Foto Roberto Finizio)

 

“Il carnevale dei truffati” è, invece, “solo” uno spettacolo teatrale (al Teatro della Cooperativa di Milano fino al 20 dicembre). Scritto da Piero Colaprico e diretto da Renato Sarti, che ne è anche interprete insieme a Bebo Storti. Protagonisti sono due personaggi che il ventennio berlusconiano non lo hanno vissuto perché scomparsi prima: Giuseppe Pino Pinelli (Sarti) e Luigi Gigi Calabresi (Storti). Separati in vita — anche loro sui versanti opposti di un fronte, quello dei movimenti politici degli anni Settanta — si ritrovano insieme nel limbo. Lì il loro cammino perpetuo viene interrotto dalle voci fuori scena di altri protagonisti di quegli anni (Fausto e Iaio, Tobagi, Ramelli…) ma soprattutto di un dio molto poco ortodosso: Paolo Rossi, in video. Un dio che dice parolacce, fuma, confonde un po’ le date e decide di rimandare sulla terra i due, così che avranno modo di aggiornarsi e scoprire quanto accaduto in loro assenza: internet, Obama, il nobel a Fo, Tangentopoli… via via fino, appunto, al ventennio di “Plasticoni”. Alle sue canzoni, ai suoi slogan, alle sue donnine. Ai suoi epigoni fiorentini (Renzi). Delusi e mortificati, l’anarchico e il commissario giungono ad una conclusione: dio ce l’ha con i romani/italiani. Per vendicarsi di quel ciociaro di Ponzio Pilato, che si lavò le mani e non salvò Cristo, il dio di Colaprico non interviene in questo tracollo di moralità da cui l’Italia non pare riuscire più a salvarsi.

 

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Renato Sarti e Bebo Storti (Foto Teatro della Cooperativa)

 

È la storia che si fa teatro. Quella di cento anni fa e quella più recente. Quella lontana come le pagine di un manuale scolastico e quella così vicina che ancora non ne veniamo fuori. Ma è una storia che non ci ha convinto fino in fondo. Se in “Per una stella” è l’impianto didascalico a zavorrare lo spettacolo (ma ci può stare, se l’intero progetto ha quel fine), nel “Carnevale” è proprio il testo a non decollare e un po’ ne abbiamo sofferto. Raramente vediamo in scena l’osceno contemporaneo del nostro Paese, non capiamo come una tale quantità di spunti (tragici e comici) non trovi attenzione negli autori (a teatro come a cinema) e se per una volta lo si fa, vediamo purtroppo un lavoro — a nostro personalissimo parere — con alcuni buchi, vuoti, forse ancora acerbo. Comunque incompiuto, nonostante l’interessante regia di Sarti e la forza dei due attori. Un potenziale inespresso, un testo che a volte sa di già sentito e che, questo davvero non lo comprendiamo, in più parti si ferma alla superficie. In molte occasioni abbiamo amato l’amaro, coraggioso affondare le mani di Sarti e Storti nelle viscere della storia e della cronaca, qui ci si ferma — forse — a fare le pulci al parrucchino di Plasticoni. Intendiamoci, non siamo alla satira omeopatica di stile televisivo, ma dalle parti del Teatro della Cooperativa, di solito, si va più a fondo di così.

 

Per una stella
produzione ArteVOX Teatro in collaborazione con LupusAgnus
progetto di Marta Galli, Anna Maini e Roberto Rampi
di Anna Maini
regia Stefano De Luca
con Tommaso Banfi e Marta Comerio
adattamento drammaturgico Stefano De Luca
consulenza musicale Marco Mojana
consulenza storica Marco Cimmino
scene e costumi Linda Riccardi
Disegno Luci Claudio De Pace
Luci e suoni Marco Grisa
Date:

16 gennaio 2015 TeatrOreno, Vimercate
5 febbraio 2015 Barberino nel Mugello
1,2 e 3 marzo 2016 Teatro India, Roma

 

Il carnevale dei truffati
produzione Teatro della Cooperativa
di Piero Colaprico
collaborazione drammaturgica Renato Sarti, Bebo Storti
con Renato Sarti e Bebo Storti
e in video Paolo Rossi
regia Renato Sarti
scene e costumi Carlo Sala
Date:
dal 7 al 20 dicembre 2015 Teatro della cooperativa, Milano

 

Gli autori di Vorrei
Antonio Cornacchia
Antonio CornacchiaWebsite: www.antoniocornacchia.com

Sono grafico e art director, curo campagne pubblicitarie e politiche, progetti grafici ed editoriali. Siti web per testate, istituzioni, aziende, enti non profit e professionisti.
Scrivo soprattutto di arti e cultura.

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