Valassina

Spesso si pensa che alcune realizzazioni siano del tutto nuove, mentre hanno una loro storia, nate da idee e proposte anche molto lontane nel tempo. Facciamo qualche esempio su Monza.

Non tutti sanno che alcune recenti opere di Monza hanno una loro storia travagliata, anche se sono state realizzate solo ora, dopo anni di gestazione. Dico questo per fare giustizia a quelle idee, che spesso passano per nuove, mentre nella realtà dei fatti non lo sono. Questo nulla toglie ora alla loro forza attuale. Solo qualche esempio.

L'interramento della Statale 36, viale Lombardia di Monza, nasce in realtà a metà degli anni ‘90 e viene inserita come proposta nel PRG redatto dallo studio Benevolo , dopo che erano stati eliminati i semafori della SS 36 a nord del Rondò dei Pini, condizione che cercava di eliminare le code continue di auto ferme alle intersezioni di Monza, Lissone, Desio e Giussano. Quella idea, ancora più datata, intendeva in realtà collegare viabilisticamente Milano con Sondrio e la Valtellina, zona lombarda che negli anni settanta era isolata e considerata depressa. Certo che l’esempio dell’interramento nel quartiere di San Rocco della Tangenziale nord (Monza – Rho), realizzato nei  primi anni novanta, aveva dimostrato che la cosa era fattibile, con circa diciotto milioni di auto all’anno che attraversavano ancora oggi, sotto terra, quel quartiere di Monza. E’ altresì bene ricordare che la realizzazione del tunnel di viale Lombardia è stata seguita e voluta nel tempo anche da diversi Comitati di cittadini di quella zona, stufi di quelle continue code e dei relativi inquinamenti indotti dal traffico prodotto da circa 70.000 veicoli al giorno.

Fermata ferroviaria Monza est, posta a nord del sottopasso di viale Libertà, sulla linea Monza-Lecco, veniva studiata fin dalla metà degli anni settanta. Faceva parte di un più complesso sistema di fermate per Monza, oltre alla Stazione centrale esistente. Una, doveva essere posta a sud, in zona Casignolo e una a ovest in viale Elvezia, in zona Rondò dei Pini.  La terza, appunto, in viale Libertà. Queste fermate prevedevano anche la realizzazione di un sistema ferroviario regionale, con treni frequenti e veloci, capaci di collegare il capoluogo milanese con alcuni poli come Lecco, Como, Bergamo, ecc. Pare che la fermata Monza est verrà realizzata solo ora. Questo consentirebbe di raggiungere Milano con tempi minori di quelli che potrebbe avere una metropolitana classica. Gli utenti che oggi utilizzano la vecchia stazione di Monza sobborghi, sanno bene che Milano è raggiungibile dal centro di Monza in circa quindici minuti. La previsione delle fermate ferroviarie per Monza venne inserita, nel corso degli ultimi trent’anni, in tutti i piani regolatori, tentati e poi rifatti, compreso il PGT che è ora vigente dal 2007.

Adesione al Parco media valle del Lambro. Già nella Tavola d’insieme, in scala 1:100.000, allegata alla legge regionale n. 86 del lontano 1983, relativa alle aree protette, veniva indicata l’area di particolare rilevanza ambientale denominata del Medio  Lambro, che partiva dalla Cascinazza di Monza, passando per Brugherio, Cologno, Sesto San Giovanni, fino a Milano (Parco Lambro). Quest’ampia zona veniva indicata con la sigla d-33. Una curiosità: nella carta di dettaglio con quella sigla, a Monza, l’area si fermava però a sud dell’autostrada A4. Inutile dire che le associazioni ambientaliste, chiedevano da tempo l’istituzione di quel Parco lungo il Lambro, includendo anche quella parte sud di Monza. Poco nota è una loro richiesta inviata nel 1992, in forma congiunta, da Italia Nostra, Lega per l’Ambiente e WWF Monza, lettera che chiedeva alla Provincia, alla Regione (e trasmessa per conoscenza ai Comuni di Monza, Sesto e Brugherio) di comprendere nel costituendo PLIS anche la grande area della Cascinazza di Monza, ricevendo alcune risposte di consenso. Ma come al solito “tra il dire e il fare”, c’era di mezzo…il proprietario dell’area che aveva un suo peso specifico, anche politico. Così solo ora, nel 2014, dopo che il PLIS della Media Valle del Lambro è stato riconosciuto dalla Regione, tra Brugherio e Cologno, nel 2002, e con Sesto nel 2006, oggi anche Monza, intende aderire, cioè dopo più di trent’anni dalla prima ipotesi formulata da quella legge regionale dei primi anni ‘80. E’ recente l’adozione di una variante urbanistica in tal senso da parte del Consiglio comunale di Monza, scelta che non si può che condividere.

Verrebbe da ricordare quella famosa frase che diceva: “Da dove provengono le idee giuste degli uomini? Cadono dal cielo? No. Sono innate? No. Esse provengono dalla pratica sociale. Una volta assimilate, le idee giuste, proprie della classe avanzata, si trasformano in una forza materiale capace di cambiare la società e il mondo. Nella loro pratica sociale gli uomini si impegnano in vari tipi di lotta e acquistano esperienza, sia dai successi che dagli insuccessi.” (Mao Tze Tung - scritti filosofici)

Gli autori di Vorrei
Giorgio Majoli
Giorgio Majoli

Nato nel 1951 a Brescia, vive a Monza dal 1964. Dal 1980 al 2007, ha lavorato nel Settore pianificazione territoriale del Comune di Monza, del quale è stato anche dirigente. Socio di Legambiente Monza dal 1984, nel direttivo regionale nei primi anni ’90 e dal 2007, per due mandati (8 anni). Nell’esecutivo del Centro Culturale Ricerca (CCR) di Monza dal 1981. Ora pensionato, collabora come volontario, con associazioni e comitati di cittadini di Monza e della Brianza, per cercare di migliore l’ambiente in cui viviamo.Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.