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Cos'è l'agricolutra biologica? e che peso ha in Lombardia e nel territorio di Monza? Una breve guida e i dati ufficiali

 

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entiamo spesso parlare di "agricoltura biologica", ma probabilmente sappiamo effettivamente poco sull'argomento e ancora meno sappiamo della sua diffusione a livello europeo, nazionale e soprattutto locale. Vediamo quindi, in breve, di cosa stiamo parlando esattamenente, in cosa si differenzia dagli altri tipi di agricoltura, quali sono i metodi di coltura, qual è la sua regolamentazione a livello nazionale e locale, ma soprattutto proveremo ad analizzare la diffusione dell'agricoltura biologica in Brianza

 

Cos'è l'Agricoltura biologica

Cosa differenzia l'agricoltura "biologica" da quella "convenzionale"? Sostanzialmente tre fattori: prima di tutto l'utilizzo massivo e costante della naturale fertilità del suolo; in secondo luogo la promozione e relativa conservazione dell'ambiente naturale (in termini tecnici "garantisce la naturale bio-diversità"); ultimo, ma non meno importante, anzi probabilmente il principale tratto distintivo, è l'esclusione dal processo agricolo della quasi totalità di prodotti definiti "di sintesi" (ad eccezione di quelli ammessi a livello regolamentare europeo) o di Organismi Geneticamente Modificati (O.G.M.). La differenza sostanziale tra le due tipologie di agricoltura consiste nel livello di energia introdotta nell'ecosistema: infatti l'agricoltura biologica, pur essendo in parte basata su energia prodotta e consumata tramite processi industriali di tipo estrattivo e/o meccanico, impiega la materia, anche per diverse volte, principalmente sotto forma organica. Si tratta quindi di un tipo di agricoltura a basso impatto ambientale che fondamentalmente non determina effetti negativi sull'ambiente a livello di inquinamento di falde acquifere, terreni coltivabili e aria respirabile, rispettando i cicli biologici e geochimici. Gli aspetti principali su cui si basa la pratica biologica sono: la fertilità del terreno conservata grazie all'utilizzo di fertilizzanti organici, la pratica delle rotazioni di coltivazione (le colture considerate "aggressive" sono poste in essere per al massimo due anni, per poi passare a coltivazioni di tipo migliorativo) e un limitato numero di lavorazioni meccaniche, al fine di non peggiorare la struttura del suolo fertile e di non ridurre la percentuale di sostanza organica (in alcuni casi riutilizzabile).

Metodo di coltivazione

Al fine di permettere la massima fertilità dei terreni si utilizzano vari strumenti o prodotti utili al miglioramento complessivo della coltivazione, quali ad esempio prodotti organici (letame o compost), oppure particolari tecniche di coltivazione, come le leguminose o il sovescio: in particolare questa seconda è una tecnica che, tramite la semina e successivo interramento, al momento della fioritura di piante come erba medica, trifoglio, senape, colza garantisce un ottimo rendimento sia in termini dii ferilità del terreno, sia di qualità del prodotto. Contemporaneamente viene promossa e garantita la lotta a parassiti, malattie ed erbe infestanti, anche in questo caso con diverse tecniche come l'utilizzo di antiparassiti naturali, la scelta di varietà di coltivazioni autoctone tipiche del territorio specifico, la rotazione delle colture: particolarmante efficace si dimostra quest'ultima tecnica, che permette infatti di mantenere e potenziare l'attività biologica naturale del terreno.

Controllo e qualità

Tutti i produttori e commercianti di prodotti biologici sono sottoposti ad un sistema di controllo piuttosto rigido, che in Italia è gestito da una serie di organismi di controllo, autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Questi organismi hanno sostanzialmente il compito di verificare che siano applicati correttamente le regolamentazioni comunitarie europee e le conseguenti norme nazionali: la frequenza minima dei controlli si attesta sul periodo annuale. Il termine "biologico", l'abbreviazione "bio" ed il logo comunitario dedicato ai produttori specifici possono essere utilizzati, con decorrenza dal 1° Gennaio 2009, solo per prodotti che contengono almeno il 95% di sostanze di origine biologica. In caso di percentuali inferiori, il riferimento al prodotto "biologico" può essere indicato solo nell'elenco degli ingredienti, ma non ne garantisce la piena validità comunitaria. A partire dall'01 Luglio 2010, nell'etichettatura dei prodotti, è stato resto obbligatorio il nuovo logo europeo accompagnato dall'indicazione del luogo di provenienza delle materie prime: "UE" (Unione Europea), "non UE" (extra Unione Europea) o entrambe, nel caso di prodotti misti.

Lombardia: diffusione e tipologia

La Lombardia vanta produzioni biologiche di grande rilievo dal punto di vista qualitativo e quantitativo nei settori vinicolo e lattiero-caseario, con produzioni spesso contrassegnate dai marchi comunitari DOCG, DOC, IGT, DOP e IGP. Importanti sono anche le produzioni cerealicole (riso, farine e derivati), ortofrutticole fresche e conservate, carni, salumi, miele e olio. Il mercato dei prodotti biologici in Lombardia è contraddistinto da una consistente divergenza tra offerta (piuttosto contenuta) e domanda finale (di notevole entità). Di seguito riportiamo i dati, aggiornati a tutto il 2011, relativamente all'agricoltura biologica in Lombardia:

- 1.376 imprese biologiche lombarde

* 800 produttori

* 689 preparatori (cioè trasformatori, distributori o commercianti)

* 113 sia produttori che preparatori

- oltre 25.000 ettari di superfici agricole di natura biologica

- 765 aziende agricole impegnate nelle produzioni vegetali

* 57.9% (cereali)

* 13.4% (foraggere avvicendate)

* 11.2% (foraggere permanenti, con la prevalenza di colture viticole)

* 17.5% (altri tipi di produzioni)

- 191 aziende zootecniche

Agricoltura biologica in Brianza:
diffusione e tipologia

Passando al territorio di cui ci occupiamo più da vicino, ovvero Monza e Brianza, la produzione biologica di maggior peso quantitativo è rappresentata soprattutto da prodotti da forno (pane, torte dolci e salate, prodotti senza zucchero), seguita in piccola parte dalla produzione di latticini freschi, a cui si aggiungono apicoltura, pastifici, farine e cereali; infine si aggiungono le coltivazioni di ortaggi, che completano in questo modo l'offerta alimentare principale e di maggior consistenza nel rapporto domanda/offerta e nel rapporto qualità/quantità. Inoltre segnaliamo che, ormai da qualche anno, Monza ospita, nella quarta domenica del mese, il mercato dei produttori in centro storico.

Rispetto ai dati regionali citati prima, la situazione (a tutto il 2011) per Monza e Brianza è la seguente:

- 30 aziende biologiche che rappresentano circa il 2.2% del totale regionale

* 6 aziende produttrici (circa lo 0.75% sul totale regionale)

* 23 aziende di preparazione (4.12% sul totale regionale)

* 1 azienda sia produttrice, che di preparazione (circa lo 0.9% sul totale regionale)

 

Link e allegati per approfondimenti

MIPAAF - www.politicheagricole.it

Guida al Biologico (Regione Lombardia)

Approfondimento a cura della Regione Lombardia (file .PDF)

Sito di approfondimento sui prodotti lombardi

Circuiti del biologico in Lombardia (file .PDF)