Dopo la clamorosa bocciatura da parte della Regione, la Rete ambientalista brianzola propone le sue modifiche

 

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a destato un certo scalpore la stroncatura del Ptcp da parte degli uffici regionali. Per gli osservatori era infatti difficile ipotizzare un parere così pesantemente negativo da parte dell'ente regionale verso il piano provinciale: entrambi gli enti sono a guida politica della stessa coalizione (Pdl-Lega) che governa la Lombardia, quindi era logico aspettarsi un minimo di coerenza politica.

Sarà per le vicende giudiziarie o per gli scandali che hanno investito la famiglia Bossi e Formigoni, sarà per il venir meno della coesione sul livello di governo nazionale o per altre ragioni non ancora decifrate, di fatto il risultato apre un contenzioso tra gli enti sulla gestione della pianificazione territoriale in Brianza come da tempo non si vedeva. “Non ci sono misure per il contenimento del consumo di suolo”: con queste parole gli uffici regionali chiedono di rivedere il piano alla vigilia della sua approvazione, creando delle serie difficoltà all'amministrazione guidata da Allevi, orfana peraltro del suo regista urbanista, l'assessore Antonino Brambilla indagato da mesi dalla magistratura per illeciti e finito agli arresti domiciliari.

Rincuorate dal mutato quadro politico le associazioni ambientaliste della Rete rilanciano le proposte di miglioramenti qualitativi più volte esposte e finora disattese dall'amministrazione provinciale. Non è esclusa la possibilità di una rivisitazione sostanziale del piano con l'accoglimento delle proposte: c'è la necessità di portare a compimento un nuovo piano per la Brianza, altrimenti si rischia di lasciare come vigente quello del 2003, approvato quando la Brianza era ancora inserita nella provincia di Milano e contente misure e vincoli ormai inadeguati.

 

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Campagna nella Brianza orientale

 

Nel frattempo si sono accesi i riflettori della magistratura in una delle zone d'ombra del Ptcp: come si ricorderà il piano aveva glissato sulla variante al Pgt di Monza, dove si prevedeva la cancellazione pressoché completa delle aree agricole. Aldilà delle indagini in corso sembra certo l'orientamento della nuova amministrazione di Monza, guidata dal Sindaco Roberto Scanagatti, di lasciar decadere la famigerata variante al Pgt messa a punto in una serie di passaggi a volte grotteschi dalla passata amministrazione del leghista Mariani, recentemente sconfitto senza appello alle elezioni comunali di maggio.

 

Pubblichiamo integralmente il comunicato dell'Osservatorio Ptcp:

 

 

 

COMUNICATO STAMPA

 

LA REGIONE CI DA’ RAGIONE:

CAMBIAMO QUESTO PTCP DI MONZA BRIANZA!

 

Dopo aver ascoltato discorsi politici e proclami sulla tutela del suolo, dopo aver assistito al proliferare di convegni indetti dalla stessa amministrazione provinciale sul tema del consumo di suolo, dopo aver evidenziato in maniera chiara e netta – grazie alla nostra costante presenza durante tutte le fasi che hanno portato alla costruzione di questo adottato PTCP di Monza e della Brianza – che questo stesso Piano non rispondeva a nessuno di questi proclami, ora anche Regione Lombardia finalmente conferma quello che le associazioni e i gruppi ambientalisti della Brianza avevano già correttamente segnalato anche all’interno della Valutazione Ambientale Strategica del Piano.

 

Ovvero che questo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale avrebbe potuto essere un’occasione per mettere l’ambiente al centro delle scelte urbanistiche in Brianza, ma che ciò non è stato. In questo PTCP infatti (sono parole estratte dal parere di regione Lombardia) “non si rilevano né criteri, né specifiche misure finalizzate alla reale modifica del trend del consumo di suolo”, in una provincia che – sulla base del RAPPORTO ISTAT commentato sui quotidiani nazionali di ieri – è in assoluto la PRIMA (e non più la seconda dopo Napoli) provincia più cementificata d’Italia.

 

Un PTCP che pensato diversamente avrebbe permesso alla Provincia di esprimere un’ipotesi di tutela del territorio, anche al di sopra degli interessi particolari dei singoli Comuni che – salvo la bella eccezione dell’attuale Comune di Desio – non si sono distinti fino a questo momento per l’attenzione alle problematiche ambientali e che, anzi hanno depositato moltissime osservazioni per richiedere stralci (sui quali avevamo chiesto pubblicamente al Presidente Allevi – che detiene, da quando Antonino Brambilla si è dimesso per le note vicende giudiziarie in cui è indagato, la delega alle politiche territoriali – di “stralciare questi stralci”), per poter costruire ancora e ancora e ancora, fuori da qualsiasi reale necessità.

 

Non può e non deve dunque finire così.

Il PTCP non è stato ancora approvato, il nostro coordinamento ha presentato decine e decine di osservazioni che prospettano la possibilità di un reale cambio di passo nella politica territoriale provinciale e di ogni singolo comune, dove davvero il suolo venga realmente tutelato per la salute di noi tutti: sono osservazioni concrete e immediatamente applicabili. Chiediamo che gli ambiti agricoli che sono strategici per il nostro futuro non solo vengano concretamente tutelati ma ampliati perché si può e si deve. Chiediamo che siano attivate politiche territoriali che smettano di svendere ed invece rendano reali (e non colorandoli di verde solo su carta) gli ormai improcrastinabili corridoi ecologici (una figura simbolica di per sé già scandalosamente insufficiente e che dà la reale “tara” dell’ambiente nel quale viviamo, se si pensa che i “corridoi” sono ambienti per lo più lunghi e stretti) utili per la sopravvivenza di tutte le specie viventi. Non ultimo l’essere umano che deve poter beneficiare e vivere appieno in un ambiente salubre e in un paesaggio gradevole, che non deve essere consumato solamente stando in macchina, ma goduto in bicicletta ed a piedi senza pericoli.

 

Noi non dimentichiamo che questo PTCP potrebbe invece essere figlio di zone d’ombra, di aderenze sospette e di tessuti (troppo) morbidi alle infiltrazioni della criminalità organizzata. Noi non dimentichiamo che alcune figure politiche ed alcuni amministratori posizionati sino a ieri in posti chiave per il governo (che parola nobile potrebbe essere questa, se fosse coniugata con lealtà e spirito di servizio volto al bene reale dell’intera comunità) del territorio e che erano una “squadra” potente anche in Provincia di Monza e della Brianza, ora sono in carcere o agli arresti domiciliari perché indagati per corruzione proprio su intrecci che interessano le “politiche” territoriali.

 

Come associazioni e gruppi ambientalisti avevamo scelto di essere soggetto PROPOSITIVO in un rapporto di confronto con la Provincia, disposti a entrare in tensione con quelle amministrazioni del territorio più ostili a comprendere la difficoltà del tempo presente. Siamo consapevoli che è più che mai importante per noi tutti intervenire per una responsabile gestione della cosa pubblica e dell’ambiente.

 

Fedeli a questo atteggiamento, siamo quindi a chiedere che questo PTCP venga corretto accettando totalmente le nostre osservazioni. Contestualmente, come principio di precauzione, nell’attesa che questo il PTCP venga profondamente rivisto, chiediamo anche l’applicazione di una moratoria che blocchi tutte le trasformazioni urbanistiche attualmente previste all’interno dei piani urbanistici locali su suoli inedificati. Sull’ambiente della Brianza la partita è troppo importante. La Provincia deve ora cambiare passo ed assumersi le proprie responsabilità.

 

Non accetteremo che, per non scontentare nessuno, tutte le osservazioni presentate vengano rigettate, perché non tutto e tutti si possono mettere sullo stesso piano. Perché questo piano così com’è non si può accettare – anche la regione in questo ci dà ragione e lo chiede alla Provincia – perché la Politica (con la maiuscola) non può accontentare tutti – scontentando tutti – ma deve prendere una posizione chiara e per noi questa posizione non può che essere nettamente a difesa dell’uomo, del suo ambiente, della sua terra e del suo suolo.

Perché se ciò avverrà sarà l’ennesima (e probabilmente definitiva) occasione mancata che diverrà per noi la prova del fallimento dell’amministrazione provinciale in materia di governo del territorio.

E questo la Brianza non lo merita e non se lo può più permettere.

 

Brianza, 29/05/2012

 

Osservatorio Ptcp Monza e Brianza

 

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.