Oggetto: situazioni di crisi settore metalmeccanico in Brianza
Monza 4 febbraio 2015
Inviamo i dati del monitoraggio curato dalla Fim Cisl Monza Brianza Lecco e relativo alle situazioni
di crisi nel territorio di Monza e Brianza, riferito al periodo luglio – dicembre 2014.
In tutta la Brianza in questo secondo semestre sono 199 (contro le 244 del semestre precedente)
le aziende industriali ed artigiane coinvolte da processi di crisi e/o difficoltà con un totale in
queste realtà di 11.030 (erano 10.765) addetti occupati e 7.057 (erano 7.931) addetti coinvolti
dall’utilizzo di “ammortizzatori sociali”.
Nello specifico i dati, in difetto positivo (mancano alcune rilevazioni di realtà dove come Fim Cisl
non siamo al momento a conoscenza e delle richieste effettuate a dicembre di casse integrazioni
in deroga), relativi al settore metalmeccanico e del territorio della Brianza vedono:
79 aziende (erano 100) con l’utilizzo di cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO) e
1.598 addetti coinvolti (erano 2.055)
26 aziende (erano 25) con l’utilizzo di cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS) e
3.778 addetti coinvolti (erano 2.020)
13 aziende (erano 12) con l’utilizzo dei contratti di solidarietà (CdS) e 3.005 addetti
coinvolti (erano 2.954)
61 aziende (erano 94) con l’utilizzo di cassa integrazione in deroga con 342 addetti
coinvolti (erano 492)
43 aziende (erano 20) hanno utilizzato la procedura di mobilità (licenziamenti) con 1.339
addetti coinvolti (erano 410).
Il dato che si evidenzia maggiormente in questa rilevazione è quello riguardante l’aumento, sia
del numero di aziende (+ 53,49%) che dei lavoratori (+ 69,38%) coinvolti dalla mobilità (per
quanto riguarda i lavoratori è il numero più alto rilevato dal 2001 ad oggi), sono quindici le
aziende fallite con 928 lavoratori licenziati; nelle altre situazioni lo strumento della mobilità rimane
per il momento un processo ancora “abbastanza governato” tra le parti.
Nel secondo semestre 2014 in rapporto al primo, vi è stata una diminuzione del numero delle
aziende interessate a processi di crisi e anche dei lavoratori coinvolti complessivamente anche se
di poche unità.
Vi è stato un calo anche delle aziende e dei lavoratori collocati in cassa integrazione ordinaria e
delle aziende che utilizzano la cassa in deroga (va segnalato che non sono però state rilevate le
richieste effettuate a dicembre) mentre è aumentato il numero di aziende e dei lavoratori coinvolti
dal ricorso alla cassa integrazione straordinaria e ai contratti di solidarietà.
L’utilizzo dei contratti di solidarietà è, pur nella difficoltà e nella crisi, un aspetto positivo perché si
continua a tenere le persone all’interno delle aziende.
Permangono situazioni di aziende, dove si utilizza uno strumento “doppio”, es. oltre alla CIGS si
utilizza anche la CIG in deroga per la presenza di apprendisti oppure CIGO e/o CIGS e mobilità.
In altre aziende nello stesso periodo si è passati da uno strumento all’altro, ad esempio dalla
CIGO alla CIGS oppure dalla CIGS ai CDS, va segnalato che per comodità di rilevazione si è
inserito lo strumento utilizzato per ultimo.2
Fatto 100 il totale degli occupati nelle aziende prese a riferimento da questo campione, si evince
che il 23% dei lavoratori è coinvolto dall’utilizzo della CIGO, il 58% dalla CIGS, CdS e CIG in
deroga e infine il 19% dalla mobilità (dato questo della mobilità in evidente aumento).
L’88% delle aziende interessate dall’utilizzo degli ammortizzatori sono sotto i 100 dipendenti
fotografando, di fatto, la dimensione media delle aziende metalmeccaniche nel nostro territorio.
Questi dati testimoniano che si sta tentando ancora di mantenere una tenuta occupazionale dentro
le aziende, nonostante le difficoltà e la durata “terribile” di questa crisi (in atto da settembre
2008) con il massiccio ricorso agli strumenti, si è cercato di evitare il più possibile il ricorso della
mobilità (licenziamenti collettivi) e dove è stato fatto, si è cercato di gestirlo in modo concordato e il
meno traumatico possibile, non è stato ovviamente possibile farlo nelle aziende che hanno
cessato l’attività o sono fallite.
Con riferimento al primo semestre del 2014, vi è una diminuzione del numero di aziende coinvolte
da processi di crisi (- 45) e un leggero aumento del numero degli addetti coinvolti (+ 265), numeri
che restano però drammaticamente importanti che testimoniano di una crisi che non è finita e che
è ancora molto evidente; si ricordano alcune delle situazioni importanti affrontate in questo
periodo, come la chiusura di Carrier di Villasanta, il caso Micron, la vicenda Electrolux e gli esuberi
di Alcatel Lucent risolti solo parzialmente.
Pur in una rilevazione parziale e in difetto, va inoltre segnalato che in molte di queste aziende si
sono fatti più di un accordo per la gestione dei singoli ammortizzatori, in qualche caso con
passaggio dalla cassa ordinaria alla cassa straordinaria per superamento del periodo massimo
utilizzabile della CIGO, oppure si è passati dalla CIGS ai contratti di solidarietà.
Si rileva una diminuzione del numero di aziende che utilizza la cassa integrazione ordinaria (- 21)
e dei lavoratori coinvolti (- 422), mentre aumenta la cassa straordinaria (+ 1 azienda e + 1.758
lavoratori), la cassa in deroga registra una diminuzione anche per effetto della non rilevazione
delle richieste di dicembre (- 33 aziende e - 150 lavoratori).
Per quanto riguarda i contratti di solidarietà, sono aumentate le aziende (+ 1) e i lavoratori (+ 51),
aumenta tantissimo il ricorso alla mobilità che segnala più aziende (+ 23) e più lavoratori (+ 929).
Sono sempre di più le aziende che non sono in grado di anticipare l’indennità di CIG e per far
fronte ai tempi lunghi per il pagamento diretto ai lavoratori da parte dell’INPS, come Cisl e come
sindacato ci siamo attrezzati per cercare di rispondere a questi problemi e gestire al meglio tutta la
questione riguardante l’anticipazione sociale da parte delle banche.
Sono sempre poche le realtà in controtendenza con segnali positivi e che hanno fatto assunzioni,
mentre sono in aumento rispetto al primo semestre (+ 11) il numero delle aziende che falliscono,
testimonianza diretta e drammatica dell’evidenziarsi delle difficoltà finanziarie.
Questa crisi ha prodotto non solo conseguenze di rallentamento dell’attività produttiva ma si è
anche sovrapposta alla debolezza strutturale del nostro apparato industriale e alla mancanza di
“un sistema Paese” in grado di dare risposte coese, l’instabilità politica dell’Italia non ha consentito
sino ad oggi di dare maggiore attenzione alle tematiche industriali e del lavoro.
Non ha aiutato il rallentamento dei programmi di investimento causato dalle politiche restrittive di
accesso al credito praticate dal sistema bancario.
Occorre difendere il sistema industriale con politiche adeguate!
Vanno attuate politiche pubbliche di sostegno agli investimenti e all’acceso al credito, condizionate
da programmi di consolidamento industriale e piani sociali per l’occupazione da parte delle
imprese.
Vanno attuate strategie di sviluppo e di dotazione infrastrutturale, per rafforzare il settore
manifatturiero, favorire l'accesso al credito per gli investimenti industriali e le innovazioni, e
garantire la sostenibilità. E’ positiva in tal senso la costituzione dei confronti permanenti in sede
regionale e nazionale sui settori dell'Ict, dell'elettronica e degli elettrodomestici, sarà inoltre
importante capire come si possa sviluppare il rilancio del settore ICT nel Vimercatese.
Va tutelata e sostenuta l’occupazione che costituisce insieme patrimonio professionale e di
conoscenza per le aziende e preziosa ricchezza per il nostro territorio con l’utilizzo di strumenti
alternativi ai licenziamenti e con l’attuazione di politiche attive del lavoro e di riqualificazione.3
Deve essere favorito l’utilizzo dei contratti di solidarietà ed è fondamentale che questo strumento
continui ad essere adeguatamente finanziato.
Occorre quindi attivare le energie e le competenze dei sistemi locali (istituzioni, sistema formativo,
imprese, sindacati), per l’analisi dei punti di criticità e l’individuazione di obiettivi e progetti di
rafforzamento dei fattori di competitività, con la pianificazione dello sviluppo del territorio.
Gli ammortizzatori sociali sono importanti, ma non sono la soluzione dei problemi, le
lavoratrici e i lavoratori chiedono innanzitutto lavoro.
Bisogna saper dare risposte più rapide perché il tempo di intervento è fondamentale, vanno anche
costruite scelte coraggiose individuando settori e aziende che hanno ancora molte eccellenze,
competenze e professionalità che possono essere rilanciate, delineando nuove iniziative
imprenditoriali che devono trovare il supporto economico, oltre che politico, delle istituzioni nel loro
insieme, da quelle locali fino al Governo nazionale.
Occorre difendere il sistema industriale con politiche adeguate e deve essere ridistribuito il
lavoro che c’è con politiche adeguate degli orari di lavoro!
Riportiamo nello specifico la situazione del monitoraggio effettuato nelle quattro zone sindacali su
cui siamo organizzati in Brianza come metalmeccanici della Fim Cisl.
Zona di Vimercate
62 aziende coinvolte con 4.827 addetti occupati e 2.587 addetti coinvolti, di cui:
22 aziende con utilizzo di CIGO e 461 addetti coinvolti
10 aziende con utilizzo di CIGS e 1.223 addetti coinvolti
6 aziende con utilizzo di CdS (contratti di solidarietà) e 1.098 addetti coinvolti
13 aziende con utilizzo di CIG in deroga e 90 addetti coinvolti
22 aziende con utilizzo di mobilità e 813 addetti coinvolti
Zona di Desio
76 aziende coinvolte con 2.681 addetti occupati e 2.190 addetti coinvolti, di cui:
30 aziende con utilizzo di CIGO e 650 addetti coinvolti
6 aziende con utilizzo di CIGS e 1.135 addetti coinvolti
2 aziende con utilizzo di CdS (contratti di solidarietà) e 1.003 addetti coinvolti
31 aziende con utilizzo di CIG in deroga e 152 addetti coinvolti
11 aziende con utilizzo di mobilità e 253 addetti coinvolti
Zona di Carate
34 aziende coinvolte con 1.226 addetti occupati e 472 addetti coinvolti, di cui:
20 aziende con utilizzo di CIGO e 363 addetti coinvolti
0 aziende con utilizzo di CIGS e 0 addetti coinvolti
0 aziende con utilizzo di CdS (contratti di solidarietà) e 0 addetti coinvolti
10 aziende con utilizzo di CIG in deroga e 59 addetti coinvolti
5 aziende con utilizzo di mobilità e 50 addetti coinvolti
Zona di Monza
27 aziende coinvolte con 2.296 addetti occupati e 1.808 addetti coinvolti, di cui
7 aziende con utilizzo di CIGO e 124 addetti coinvolti
10 aziende con utilizzo di CIGS e 1.420 addetti coinvolti
5 aziende con utilizzo di CdS (contratti di solidarietà) e 904 addetti coinvolti
7 aziende con utilizzo di CIG in deroga e 41 addetti coinvolti
5 aziende con utilizzo di mobilità e 223 addetti coinvolti
Cordiali saluti
Il Segretario generale aggiunto
Fim Cisl Monza Brianza Lecco
Responsabile per la Provincia di Monza e Brianza
Gianluigi Redaelli
Fim Cisl - Crisi settore metalmeccanico Monza e Brianza -2° semestre 2014
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