Buongiorno Monza, il Comune s’è svegliato sul metrò Per i costi però sembra fare “conti da salumiere” mentre non chiarisce dove va messo il deposito treni.

Il comunicato diffuso ieri dall’Amministrazione Comunale di Monza in tema di ferrovia metropolitana è molto interessante, e per diverse ragioni. Conforta sentir ripetere che c’è impegno per un metrò in città, ed avere conferma che occorrono anche l’interessamento di Regione e Stato. Ci muoveremo in questa direzione a partire da metà febbraio, quando concluderemo la raccolta di firme indirizzata al presidente Maroni e ai sindaci di Monza, Lissone e Muggiò. Positivo, lo abbiamo già detto, che il Comune abbia chiesto alla Regione di inserire il metrò di Monza nel PTR, il piano territoriale. Dobbiamo però ribadire che questo atto formale è veramente il minimo. I nostri pubblici amministratori e i funzionari del Comune possono e debbono fare di più per esercitare pressioni politiche e fondati solleciti amministrativi su Stato e Regione. Si tratta di quanto storicamente e regolarmente fa Milano, in tempi più recenti anche Brescia. Per il resto, è giusto che il Comune faccia chiarezza sulla sua capacità economicofinanziaria e sugli orientamenti che, come Ente, ha circa il possibile tracciato della linea. Sperando che sappia tenere conto delle stime sulle affluenze alle stazioni, degli effetti sulla mobilità locale, delle necessità conseguenti. Ci sorprende molto, invece, l’affermazione che un metrò tra Bettola e Villa Reale costerebbe un miliardo di euro. Noi abbiamo detto 440 milioni ricavandolo dal Capitolo 11, pagina 64, dello Studio di fattibilità elaborato da Metropolitana Milanese Spa, uno degli enti più qualificati nella progettazione di metropolitane in ambito europeo e mondiale. Volendo, poiché quello studio è del 2012, si può applicare un rialzo del 15%, nella media europea, e si arriva a 506 milioni ma non certo al miliardo, che è il doppio. Sarebbe bene essere molto attenti su cifre così importanti. Spararle troppo grosse non è utile se il metrò è realmente un obiettivo. In ogni caso, se l’Amministrazione comunale ha un’altra fonte qualificata con previsioni stimate in modo diverso, allora dichiari questa fonte qual è. La cosa peggiore sarebbe che i conti del Comune fossero “conti da salumiere”. La cifra indicata nel comunicato corrisponde in effetti a quanto si può desumere dai costi dichiarati per la tratta Garibaldi-San Siro della M5. Ma è bene sapere che quel pezzo di linea presenta molte particolarità e grosse complicazioni costruttive che hanno determinato costi molto alti. Complicazioni che Metropolitana Milanese Spa non sembra aver riscontrato a Monza nello studiare la fattibilità della linea per la nostra città. Sarebbe poi molto importante che il Comune dichiarasse una volta per tutte dove intende prevedere una infrastruttura senza la quale il metrò non si può fare: il deposito treni. Occorre uno spazio di 66mila metri quadrati, un bel pezzo di terra piuttosto raro dalle nostre parti. Monza lo avrebbe giusto a disposizione al confine sud, nei pressi di Bettola. Ma la previsione di quella infrastruttura in quel luogo è da anni continuamente disegnata, cancellata, ridisegnata e ricancellata negli strumenti urbanistici comunali, senza una apparente logica. Infine, non promette niente di buono il fatto che l’Amministrazione comunale subordini le esigenze di Monza a quelle di Milano. Occorre trovare una capacità di autonomia ragionevole e comprendere l’urgenza di iniziative decise, altrimenti i soldi dello Stato e della Regione andranno ancora una volta ad una nuova tratta della M5 dentro la città di Milano, quella da San Siro a Figino, e per Monza se ne potrà riparlare dopo l’anno 2021.

Comitato San Fruttuoso 2000