Indagini chiuse, verso chi ha causato il disastro in Bames SEM ci sia il rinvio a giudizio e il processo, e chi ha avuto responsabilità paghi

Come Fim accogliamo positivamente la notizia della chiusura delle indagini da parte della Procura di Monza, che vede indagate 13 persone per bancarotta fraudolenta legate al fallimento Bames e SEM. Auspichiamo che ci sia il rinvio a giudizio ed un processo che accerti tutte le responsabilità nei confronti di chi ha creato forti disagi economici e sociali agli ormai ex dipendenti di queste aziende e se accertate queste responsabilità, chi le ha causate paghi per quello che ha fatto. Non va dimenticato che come Fim Cisl, Fiom Cgil, RSU, lavoratrici e lavoratori avevamo a suo tempo presentato istanza di fallimento per le due società con l’obiettivo di esautorare Bartolini dalla sua gestione fallimentare delle aziende e le indagini hanno evidenziato che c’era dell’altro. Nel 2010 avevamo commissionato un’analisi a una società specialistica che ha svolto una ricerca sulle attività fatte da Bartolini Progetti e dalle società a essa collegate per comprendere meglio quanto stava avvenendo allora.

L’analisi ha realizzato uno studio dal titolo sicuramente emblematico: ”il saccheggio di Bames, Quattro anni di giochi finanziari sulle spalle dei lavoratori” a cui è seguito un convegno pubblico il 25 febbraio 2011 con la diffusione a più livelli della sintesi della ricerca. Il testo completo di questa ricerca è stata messa a disposizione sia della curatela di Bames che della Procura della Repubblica di Monza per tutte le loro necessità. I dubbi sul ruolo di Bartolini Progetti sono stati denunciati da Fim e Fiom sin dalla sua comparsa in questa vicenda ed in particolare dopo l’acquisizione delle quote di Celestica Italia che avevamo contestato fortemente perché veniva stravolto il senso della re-industrializzazione prevista nel Protocollo Istituzionale firmato dalle parti in Regione Lombardia il 2 agosto 2006. Questi dubbi sono stati anche formalizzati richiedendo un incontro con una lettera inviata il 3 ottobre 2006 dove chiedevamo, poco ascoltati, chiarimenti in merito a tale operazione e visto come sono andate le cose, i fatti ci confermano che purtroppo avevamo visto giusto sin da allora.

Per memoria, riportiamo il contenuto di quella lettera di allora:

“Con la presente, siamo a richiedere, così come previsto nel protocollo del 2 agosto scorso, una riunione urgente di verifica della situazione in merito alla re-industrializzazione del sito di Celestica Italia di Vimercate. Gli accadimenti degli ultimi giorni, di cui vi abbiamo sempre informati con i nostri comunicati, stanno destando forte preoccupazione da parte sindacale e della RSU di Celestica e SEM, in particolare l’annuncio, dato verbalmente nei giorni scorsi, dell’acquisizione delle quote societarie di Celestica Italia e di SEM, da parte della società Bartolini Progetti S.p.A. Acquisizione questa, avvenuta senza la presentazione di un piano industriale scritto alle Organizzazioni Sindacali e alle RSU e di conseguenza senza la necessaria condivisione tramite un accordo sindacale del piano stesso, inoltre, per quanto dichiarato dalla stessa dirigenza di Celestica, senza nemmeno aver consolidato gli accordi commerciali tra le tre aziende (Bartolini Progetti, Digital Television, Telit Comunications) interessate alla re-industrializzazione del sito di Celestica. Da subito come sindacato e RSU, abbiamo giudicato negativamente questo atto unilaterale, rispetto a quanto sottoscritto nel protocollo d’intesa del 2 agosto scorso al tavolo istituzionale tra tutte le parti, e che si sviluppava all’interno di un progetto complessivo tra le tre società con il coinvolgimento di tutti. C’è molta preoccupazione dietro questa operazione, anche perché non riusciamo a comprendere quale logica segua per il processo di re-industrializzazione. Ci sono poi altri comportamenti della società Celestica che ci fanno preoccupare ulteriormente e che come sindacato e RSU stiamo contrastando anche con azioni di lotta. A fronte di questi atteggiamenti non chiari e che giudichiamo arroganti, riteniamo come Fim, Fiom e RSU, indispensabile attivare un incontro urgente presso il tavolo istituzionale in sede di Regione Lombardia per portare i dovuti chiarimenti, necessari per il proseguo delle discussioni sulla re-industrializzazione in un contesto più sereno e soprattutto più trasparente per quanto ci riguarda.”

Siamo in un Paese garantista e in uno Stato di diritto fino al terzo grado di giudizio non c’è nessuno che è colpevole, ciò non toglie che nel rappresentare un sentimento comune e diffuso tra gli ex dipendenti, questa notizia è stata, anche se in modo molto amaro, accolta con soddisfazione. Purtroppo non si cancellano tutti i danni e i torti subiti dalle persone che lavoravano in questa azienda e che sono state coinvolte drammaticamente in questa situazione. Auspichiamo che venga fatta piena luce su quanto avvenuto in questa intricata vicenda e che chi ha delle responsabilità per quello che ha fatto paghi il suo debito con la giustizia.

Gianluigi Redaelli

Fim Cisl Monza Brianza Lecco

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