Un “Mezzogiorno dell’animo” in nome dell’amore, oltre viltà e omissioni

 Il poeta Enrico Pietrangeli, con quest’opera, giunge alla sua terza raccolta distillata nel corso di oltre un decennio e lo fa col trasporto più diretto e sincero permanendo, col suo sguardo, attento a quanto lo circoscrive intorno, fino a rendersi emblematico di un’inadeguata società di valori e riferimenti che vuole crescere e riscattarsi, a partire da un piano umano, lontano da viltà e omissioni. Mezzogiorno dell’animo è anzitutto una storia d’amore, “un amore mai incontrato”, spiazzante ed intenso, unico e irrepetibile nelle sue dinamiche, di quelli che comunque segnano l’anima per annullarsi od evolversi. Un amore sfortunato nel suo fiorire tra situazioni contingenti, dapprima infangato da residui di “liquefatte passioni”, ma poi progressivamente accettato per la costanza e la veemenza nel porgerlo, fino ad esplodere nella negazione dell’altro susseguita invertendone i ruoli nella mancanza di una sincronia, di una tempistica emotiva, di coerenza e coraggio devoluti a un tangibile fine. Probabile contrappasso in onestà d’intenti generato da protratta sofferenza oppure inconscia rivalsa. Un amore che “giace provvisorio, nel cimiteriale / obitorio, tomba aperta archiviata”, ma anche un percorso esegetico scandito dal dolore, che ravvisa un divino che “redige la sceneggiatura più completa, / volta all’Amore predisponendo evenienza” poiché compierlo “è il fine e non l’astrazione”, “un’epopea interiore d’indagine, intelletto, iniziazione” e “l'incompiuto coraggio / non risparmia tormento, / evita di crescere, ripete”. Un testo capace di spaziare e porre riferimenti affrontando, nei fatti, tematiche che vanno ben oltre quella amorosa, come quella sociale e spirituale tra le altre. Lo fa attraverso dodici sezioni legate al dolore e al suo ciclo di espletazione. Edito da CLEUP e in uscita nei prossimi giorni, contiene immagini di Roberto Colombo e un’appendice sulla poesia in bicicletta svolta durante la scorsa stagione. Il libro si compone di versi assemblati nel corso dell’autunno e scritti, perlopiù, a partire dall’epilogo estivo di CicloInVersoRoMagna 2011, manifestazione condotta per il secondo anno consecutivo nel nord d’Italia dall’autore a fianco di Gloria Scarperia insieme ad altri alternatisi. Un ciclo che parte con un altro biennio, realizzato in Sicilia nel corso del 2008 e 2009, e ritorna, scandito con versi, in più parti del libro: “Con ciclo inverso e diverso, / altra ruota girerà sul verso,/ l’incompiuto giro d’una pausa / in attesa di un moto perfetto” esordisce il testo, altrove si scandisce che “epica è l’anima, eroe colui / che la percorre concludendo / un ciclo” per concludere la raccolta affermando che “compiuto è un ciclo e attendo, / di virtù nel senno, altri frutti”.