Il 20 SETTEMBRE 2011 UNA SPLENDIDA GIORNATA PER L'ACQUA PUBBLICA!!!

                                   COMUNICATO SULL'ACQUA PUBBLICA IN BRIANZA

I cittadini della Brianza possono ritenersi soddisfatti e contestualmente tranquillizzati per l'esito scaturito dalla conferenza dei sindaci di tutti i comuni brianzoli, tenutasi il 20 settembre presso la sede del consiglio provinciale di MB.

Il Comitato per la difesa dell'Acqua Pubblica e dei Beni Comuni di MB, ritiene saggia la decisione dei sindaci di astenersi dal votare in quella sede l'affidamento ad una azienda che al momento attuale non possiede i requisiti giuridici e statutari necessari per poter affidargli il Ciclo Idrico Integrato della Brianza.

Il Comitato, ringrazia in primo luogo i sindaci, le forze politiche e sociali che si sono adoperate, affinché non scattasse la trappola imbastita, con accurata e scaltra sollecitudine, dalle lobby dell'Acqua privata che risiedono nel governo provinciale e in molti consigli di amministrazione delle 5 aziende erogatrici: (Brianzacque, Amiacque, Agam, Metano Arcore, G6 reti di Villasanta) e delle 9 patrimoniali:(Alsi, Idra, Aeb,asml,Gsd,Sib,Ianomi,Cap Holding,Acsm-Agam).

La trappola preparata non ha funzionato perché i sindaci,essendo i veri custodi della legalità e degli interessi collettivi, non hanno agito in base alle indicazioni di alcune appartenenze politiche, bensì  hanno rappresentato degnamente il responso del referendum del 12-13 giugno,  dove  il 54,8 dei cittadini brianzoli  ha detto un no forte e chiaro alla privatizzazione dell'Acqua e  all'art 23bis.

Senza trionfalismi possiamo ritenerci orgogliosi della nostra caparbia battaglia svolta. Possiamo essere fieri di aver continuamente informato i sindaci e i cittadini del pericolo che incombeva sull'acqua pubblica, sui lavoratori delle aziende interessate, sull'immenso patrimonio pubblico.

Non è andato a buon fine l'attacco vergognoso e indegno dell'assessore provinciale Sala che, aiutato del suo suggeritore (l'uomo della moto), si è scagliato contro altri lavoratori e altri enti, pur di far passare il  diabolico piano di svendita dell'acqua  pubblica alle lobby e ai faccendieri.

Nonostante tutto , il 20 settembre è stata una bellissima giornata per i beni comuni e per la legalità. Tutto è stato giustamente rinviato onde permettere ai sindaci, che sono i custodi del referendum e  della legge, i veri proprietari delle reti e del patrimonio,  di essere i veri decisori.

Il comitato, chiede ai signori sindaci, di riflettere su questa vicenda specifica del CII, ma anche degli altri cicli(rifiuti, energia, trasporti, servizi alla persona, ecc).

Chiediamo inoltre, che i sindaci rendano partecipi i cittadini per introdurre una nuova cultura partecipativa e democratica:

 crediamo fermamente che  sia assolutamente fondamentale mettere in atto  azioni di democrazia partecipativa in ogni Comune .

La democrazia partecipativa non si sostanzia nella semplice nomina di rappresentanti negli enti preposti, nella presenza di rappresentanti di associazioni o dello stesso movimento per l’acqua. Significa creare i modi e gli strumenti per far  partecipare  direttamente gli abitanti e i lavoratori delle aziende nella pianificazione delle politiche dell’acqua ( a partire dai piano d’ambito e dai bilanci idrici ) e nella  scelte legate al governo del servizio idrico, significa mettere a punto un sistema di controllo costante della gestione.

Le donne e gli uomini che hanno votato al referendum, devono essere coinvolti in prima persona in azioni per la ripubblicizzazione accelerata del servizio idrico integrato e dentro la battaglia per l’eliminazione immediata dei profitti speculativi,  prevedendo, laddove gli Ato e i gestori decidessero di non procedere, l’avvio di campagne di autoriduzione di massa delle bollette.

Inoltre dovremo iniziare a richiedere il riconoscimento di fasce di garanzia per i non abbienti,  anticipando quello già contenuto nella nostra proposta di legge d’iniziativa popolare.

L’esperienza del movimento per l’acqua è stato un grande seme di partecipazione che ha saputo parlare alla maggioranza dei cittadini; stiamo lavorando affinchè quel seme  possa mantenere  il coinvolgimento diretto delle persone nella battaglia per la realizzazione dei risultati referendari.

Il territorio è anche la dimensione dentro la quale le connessioni tra le lotte sui beni comuni possono essere approfondite e intrecciate con maggiore fertilità: costruire vertenze di riappropriazione sociale e di gestione partecipativa democratica può essere un sentiero fertile da intraprendere.

La Brianza come laboratorio per difendere l'Acqua - i Beni Comini e la legalità:

Il Comitato ritiene che, alla luce del risultato del 20 settembre,  prima ancora di ogni ipotesi sul nome di  un possibile affidatario, sia necessario definire quali possano essere  gli attori che possiedono le caratteristiche tecnico giuridiche per un affidamento del CII in house (affidamento diretto).

Inoltre, prima di ogni affidamento ad un “gestore unico”, si dovrebbe:

a) risolvere a monte la presenza delle nove patrimoniali e dei cinque erogatori, mettendo in essere le indicazioni  di ALSI e le  proposte che da anni stiamo avanzando.

b) creare  una Holding operativa al 100% pubblica, al cui interno ci sia un solo consiglio di amministrazione e  un comitato di controllo costituito da rappresentanti dei sindaci e dei comitati.

c) mettere a punto un sistema di governance, dove tutti possano essere rappresentati in proporzione al loro peso azionario e non  essere “cannabilizati”, così come da progetto dell'assessore provinciale Sala. Istituire quindi una Holding nella quale possano essere rappresentati tutti i soggetti  che attualmente  operano  in 14 società ed enti diversi, con enormi sprechi di risorse finanziarie.

d) realizzare dal  punto di vista operativo più divisioni (tecnicamente vengono definite così)   identificando  il loro ambito operativo  in un determinato segmento delle filiera produttiva, secondo le  indicazioni di ruolo e missione  della  struttura della stessa Holding.

Chiediamo inoltre che prevalga un grande senso di responsabilità  nella realizzazione del processo e del progetto,  che sia   rispettoso: dei criteri di efficienza nel risparmio   delle risorse finanziarie,  della legalità,   delle persone che operano per il bene comune.

Il Comitato continuerà nella battaglia e nella proposta, elementi che hanno da sempre caratterizzato la nostra azione.

Con tale spirito mettiamo a disposizione le nostre modeste conoscenze a chiunque voglia capire e approfondire i temi dell'acqua e dei beni comuni.

Cordiali saluti.

Comitato Provinciale per la Difesa dell'Acqua Pubblica e dei Beni Comuni

Monza 21- settembre 2011