Sanità in Brianza: la trasparenza è un’altra cosa…

Scopriamo nei corridoi della nuova ATS Brianza che dal 1 aprile 2016 alcuni lavoratori ad oggi dipendenti della stessa ATS passeranno a busta paga delle nuove ASST. Lo hanno deciso, nel silenzio e nella confusione che regna presso i palazzi della Regione Lombardia, i Direttori delle nuove strutture sanitarie brianzole. Da mesi le rappresentanze sindacali chiedono di poter conoscere la situazione delle funzioni e dei servizi della nuova organizzazione sanitaria provinciale e di poter condividere criteri e modalità di passaggio (tempi e procedure) del personale tra le diverse aziende e al loro interno. A queste reiterate richieste viene risposto che ancora non ci sono indicazioni regionali, ma nel frattempo le Direzioni vanno avanti senza dare alcuna informazione alle rappresentanze dei lavoratori. In modo episodico viene comunicato che è aperta una discussione su alcuni servizi (peraltro attribuiti in modo erroneo ad un ente piuttosto che ad un altro nello scorso gennaio), ma quale sia il merito della discussione non è dato sapere. Viene preso qualche vago impegno ad apertura di un confronto, impegno subito smentito dai fatti di questi giorni. Il personale viene conteso tra le Direzioni senza aver la possibilità di esprimere un parere o un’opzione di scelta e non viene neanche preso in considerazione il diritto ad un’informazione preventiva e trasparente nei confronti delle rappresentanze sindacali e degli stessi lavoratori. In queste settimane emergono anche tutte le difficoltà dovute alle note carenze di organici, che in questa situazione diventano ancora più evidenti e conclamate. Anche in questo caso nessuna possibilità di confronto. Se questo è il metodo che le Direzioni intendono utilizzare anche per affrontare la situazione dei servizi negli ospedali e sul territorio non possiamo che manifestare una grande preoccupazione. Chiediamo per l’ennesima volta di poter ricevere la mappatura aggiornata del personale e dei servizi inviata a Regione Lombardia da ogni azienda e agenzia sanitaria e chiediamo un incontro urgente per poter trattare e discutere di criteri condivisi, trasparenti ed omogenei riguardo la mobilità del personale. Di fronte all’assenza di risposte l’unica strada rimane quella della mobilitazione per rivendicare il rispetto della dignità dei lavoratori e per la tutela del diritto dei cittadini ad una sanità presente, efficace e di qualità. Lo sciopero regionale del 7 aprile sarà un primo appuntamento.