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C'è chi ne voleva fare la sede di ministeri ma al massimo arrivano degli uffici, e chissà in quali stanze, visto che l'hanno cedute ai privati. C'è chi dopo aver assegnato il bando ai privati vorrebbe il dialogo con i cittadini... Siamo alle comiche, tanto che anche gli svizzeri ci prendono per il culo.

 

Ci mancava la televisione svizzera a prendere in giro Monza per quanto sta accadendo alla Villa Reale. D'altronde non ci stiamo facendo mancare nulla per far ridere chiunque. La pantomima leghista alla fine si è svelata per quella che era, dei 3 ministeri del Nord, forse - forse - arriveranno degli uffici distaccati. Dove sistemarli, per fare cosa e con quali benefici per la città non è chiaro a nessuno, men che meno al Sindaco Mariani che alla televisione svizzera (qui il filmato) non ha saputo dire molto, eppure quello salito a consegnare la targa a Bossi e Calderoli sul palco di Pontida gli somiglia moltissimo.

 

 

 

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Il Sindaco Mariani intervistato da RSI, la rete televisiva della Svizzera Italiana

 

20110625-magnanoE se non bastasse la barzelletta dei ministeri ci si mette anche Magnano, il dirigente incaricato di gestire la questione per conto di Regione Lombardia, che giorni fa ha chiesto al Comitato "La Villa reale è anche mia" un incontro, un tantino in ritardo visto che il bando è stato assegnato e che il 6 luglio è ormai fissata la ratifica. Dopo la risposta del Comitato (leggi qui), il geometra di Macherio (nella foto a sinistra) si è indignato, ha preso carta penna e calamaio e ha scritto una lettera veemente che MBNews ha pubblicato riprendendola da Lombardia Notizie (ma la fonte originaria non è così semplice da raggiungere). Molto interessante è il passaggio, che evidenziamo, in cui il sottosegretario lamenta la scarsa partecipazione del comitato al confronto. Il che suona veramente allucinante: dopo che Comune, Regione e Consorzio hanno definito tutto e assegnato il bando senza aver mai cercato alcun confronto pubblico e aver ignorato una petizione da 12.000 firme, ora sarebbero i cittadini a "stare a guardare"! Ecco uno stralcio della lettera di Magnano.

 «Alcune settimane fa ho deciso di incontrare una delegazione del Comitato dei cittadini 'la Villa è anche mia'. La decisione è maturata dall'osservazione di tutto ciò che stava emergendo nel dibattito pubblico sulle vicende collegate al futuro di Villa Reale e dalla convinzione che fosse necessario, in primo luogo, parlarsi e confrontarsi, senza pregiudizi o verità precostituite. Capire le ragioni del dissenso ed esporre le ragioni di una scelta. L'invito - vale la pena ricordarlo - è stato inizialmente accolto, poi, nella giornata di ieri, a meno di 48 ore dall'incontro, è stato declinato, con motivazioni pretestuose e poco convincenti. (...) Sono convinto che le istituzioni hanno il dovere dell'ascolto e del confronto con ogni espressione popolare, anche se critica, perché il consenso non si impone, ma si costruisce con il dialogo e l'ascolto. Questo è lo spirito con cui avevo chiesto al Comitato di incontrarci. Com'è noto, fra gli elementi contrattuali con il Concessionario sono previsti un comitato scientifico e uno di sorveglianza. Su questo mi avrebbe fatto piacere discutere e confrontarmi con il Comitato, proprio perché penso che nuove modalità di consultazione e democrazia partecipativa potrebbero aiutare tutti a compiere scelte condivise per i beni comuni, di cui quelli come il complesso della Reggia di Monza rappresenta uno degli elementi di maggior rilievo ed eccellenza. Desidero, tramite le vostre pagine, far sapere alla gran parte dei cittadini che hanno sottoscritto l'appello 'la Villa è anche mia' che gli animatori del Comitato si sono arrogati, anche a loro nome, il diritto di rifiutare un confronto e un dialogo che poteva favorire reciproca conoscenza e disponibilità di cooperazione. Infine, mi sia permesso di esprimere tutto il mio dissenso verso chi per dialogare pone veti o pregiudiziali. La democrazia non è uno sport da spettatori. Se tutti stanno a guardare e nessuno partecipa, non funziona più. E questo non lo dico io, ma un opinion leader americano da sempre molto caro ai movimenti ambientalisti, progressisti e di sinistra, come il giornalista Michael Moore. Peccato! è stata persa una buona occasione, ma, da inguaribile ottimista e convinto democratico, continuo a confidare nel buon senso e nella prevalenza della ragionevolezza. Intanto, noi continueremo a lavorare per tenere aperta Villa Reale 365 giorni l'anno, coniugando le esigenze di tutela e quelle di fruizione pubblica. Se poi, nel complesso, sarà possibile ricevere servizi di qualità, così come avviene in analoghi complessi a Parigi, a Vienna, a Madrid, a Londra, avremo fatto un altro passo avanti per essere più vicini all'Europa».

20110625-formigoni-camiciaA tutto questo si aggiunge il battibecco fra Formigoni e Pippo Civati, con il primo che accusa di stalinismo il monzese e questi che si chiede se nella Villa troverà posto anche il camiciaio del Presidente.

Ecco il comunicato del Pirellone:

"Civati è l'ultimo stalinista-statalista che vorrebbe far gestire al pubblico un bar, un ristorante, un bookshop, una biblioteca. Infatti, queste sono le uniche funzioni delegate al privato e i cui ricavi serviranno per la gestione dell'immobile, che sarà per 20 anni tutto a loro carico".
E' quanto si legge in una Nota di Regione Lombardia in replica alle affermazione dell'esponente dell'opposizione sulla Villa Reale di Monza. "Ricordiamo a Civati - prosegue la Nota - che il totale della somma stanziata è di 25,6 milioni: 17,2 milioni da parte del pubblico, mentre il soggetto privato si carica di un onere finanziario iniziale di 8,4 milioni, a cui si devono aggiungere i costi successivi di manutenzione e gestione, del canone di concessione e di ogni altro onere connesso che portano l'esborso, nel periodo di concessione, ad almeno 35 milioni".
"La Villa - conclude la Nota - resta totalmente di proprietà pubblica, l'utilizzo sarà pubblico 365 giorni all'anno, per visite, convegni, manifestazioni, mostre, appuntamenti istituzionali del territorio, nazionali e internazionali. A Civati non sono bastati i fallimenti di Motta, di Alemagna, solo per fare alcuni esempi? Vuole ancora proseguire nella strada del fallimento/panettone di Stato?".

 Questo il post di Civati sul suo blog:

«Nonostante le camicie da supergiovane, le cose di cui Formigoni parla, appartengono alla sua generazione, non alla mia. I panettoni di Stato della Dc con la cessione ai privati della Villa Reale non c'entrano nulla e con queste dichiarazioni Formigoni si copre di ridicolo. La verità è che con quasi venti milioni di soldi pubblici si cede la gestione di un bene così prestigioso a privati che apriranno bar ristoranti e spazi commerciali di ogni genere. Chissà se ci sarà anche il camiciaio di Formigoni, con il suo atelier».

 Infine il PD al completo o quasi fa presenza con uno striscione all'ingresso della Villa.

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Gli autori di Vorrei
Paolo Cassina