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"(...) L’odio cieco di una banda di periferia e il clima da guerra civile del Berlusconi IV, l’adrenalina della cocaina e il protezionismo delle piccole patrie della Lega e di Tremonti, vanno a braccetto. Sempre di fascismo si tratta, ma di un fascismo geneticamente modificato. Le comunità più immaginarie che reali, ma non per questo meno pericolose, portano con loro il patrimonio di violenza e frustrazione che il nazifascismo ha sempre strumentalizzato. Ma collocano violenza e frustrazione in un contesto nuovo, quello delle città globali e dei quartieri multietnici.

Lo scenario è quello che ci ha descritto efficacemente Saskia Sassen, quello delle città che sono i cuori pulsanti del mercato globale, che rispondono alle crisi finanziarie e ai suoi stimoli con la rapidità di un clic di mouse, che tendono ad azzerare le distanze sia su scala planetaria che su quella locale, tra centro e periferia. Il Pigneto è il centro degli atelier artistici o la periferia dei call center dei bengalesi: tutto si confonde. E a uno scenario inedito, che con le sue trappole e le sue possibilità si dipana sotto i nostri occhi, dovrebbe corrispondere una risposta inedita".

Giuliano Santoro su Carta. Illustrazione di GiPi