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Il 20 maggio, a Mezzago, verrà presentato BLOOM M0OVIE il documentario che celebra i trent’anni di attività del locale in cui hanno suonato Nirvana, Bluvertigo, Green Day, Afterhours, Melvins, Kyuss, Ministri, Subsonica, Unsane, Sepultura, Casino Royale... Intervista al regista Filippo D'Angelo

Il Bloom, centro multiculturale nato nel 1987 e gestito dalla Cooperativa il Visconte di Mezzago, è un’istituzione in Brianza in ambito musicale, ma la sua programmazione abbraccia un campo artistico più ampio, ospitando iniziative di ogni genere che dimostrano come sia possibile vivere in questa società senza abbandonarsi all’atrofia culturale e senza arrendersi alle logiche del consumismo e delle multinazionali.

Nirvana, Bluvertigo, Green Day, Afterhours, Melvins, Kyuss, Ministri, Subsonica, Unsane, Sepultura, Casino Royale... l’elenco degli artisti che sono saliti sul suo palco è lunghissimo, e tutt’oggi — dopo trent’anni — il Bloom rimane ancora un punto di riferimento per i musicisti e gli appassionati di musica di ogni età. Una pietra miliare.

Tra le sue mura, coi suoi Black Vomit, quasi trent’anni fa, si è esibito anche Filippo D’Angelo, il regista di BLOOM M0OVIE che abbiamo intervistato.

 

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Filippo, iniziamo con un tuo ritratto: di cosa ti occupi?

Sono un filmaker per passione, ad oggi ho realizzato sei documentari. Negli ultimi anni Ottanta, primi anni Novanta, sono stato tra i membri fondatori dei Black Vomit, ho poi cominciato a fare radio e per dieci anni sono stato a Radio Lupo Solitario.

Con Roberto Della Torre, oggi professore alla Cattolica e responsabile digitalizzazione e restauro filmico della Cineteca di Milano, facevo Kultgeneration, con il mio amico Andrea Polimadei, Bar Fly.

Era la fine degli anni Novanta, i primi Duemila, era il periodo in cui la musica undeground stava decollando, ospitavamo musicisti della zona di Varese, i gruppi della Ghost Records, il giro de La Sauna Records di Andrea Cajelli che purtroppo ci ha lasciati, da lui hanno registrato tantissimi gruppi di culto alternativi.

Ho lasciato la radio nel 2006 quando sono diventato papà ed ho iniziato a fare documentari nel 2008/2009 con un approccio molto underground: il salto di qualità l’ho fatto con il lavoro sul Bloom, grazie anche all’aiuto di Ezio Riboni che è un filmaker professionista.

 

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Per BLOOM M0OVIE abbiamo intervistato sessanta persone, è stato fisiologico che alcune cose comunque le facessi alla vecchia maniera con la mia videocamera full hd senza microfono, ma la maggior parte delle riprese le ha fatte Ezio, mentre per alcune esterne ci siamo appoggiati ad amici.

Per esempio, quando sono andato a intervistare a Bergamo Davide Sapienza mi sono fatto aiutare da un mio amico fotografo, Stefano Borghesi, mentre quando abbiamo intervistato a Roma Daniela Giombini, lo abbiamo fatto tramite un suo conoscente, Pino Franco - che è un regista - e la sua troupe.

BLOOM M0OVIE è stato un lavoro collettivo, i miei lavori precedenti invece sono tutti molto più underground. Il primo che ho realizzato era improntato sulla scena musicale degli anni Novanta a Catania con alcune parti girate da me in Sicilia ed altre prese dalla rete.

Poi sempre coi miei mezzi ho realizzato un lavoro sull’oratorio degli anni '70 ed uno sulla prima tournée americana di Carosone. In un altro documentario ho raccontato la Val Brembana, e poi il Bar Tabacchi di via Larga 8, locale storico di Milano nonostante sia stato aperto solo un anno, nel 1992. Ed è stato il Bar Tabacchi a rivelarsi il prequel di BLOOM M0OVIE.

Ecco, com’è nata l’idea di realizzare il documentario?

Spontaneamente, Massimo Pirotta (socio fondatore del Bloom, n.d.r.) era nel documentario del Bar Tabacchi che abbiamo presentato al Bloom e proprio quella sera è venuta fuori l’idea di provare a fare qualcosa per i trent’anni del locale. Da lì, ho tirato in mezzo Ezio Riboni.

 

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Gli artisti che avete coinvolto sono tantissimi, come avete gestito questa quantità di voci e volti?

Abbiamo intervistato chi si è reso disponibile, tanti purtroppo erano impegnati o siamo arrivati tardi noi, non sposandoci con le loro tempistiche. Avremmo dovuto intervistare anche Fabio Treves, le I’m Not a Blonde, Morgan, Enrico Gabrielli, ma non siamo riusciti proprio per questioni di tempo. Del resto, comunque, il materiale raccolto è lo stesso tantissimo: il documentario dura già così com’è un’ora e mezza!

Dai personaggi che abbiamo intervistato si capisce l’importanza che il Bloom ha avuto per loro, e per la musica: non risulta un prodotto per nostalgici ma un racconto, con la scusa di celebrare il locale, dell’evoluzione della musica italiana e delle le varie generazioni di musicisti della Brianza e  non solo.

Siamo riusciti attraverso le interviste ai protagonisti ed agli addetti ai lavori a viaggaiare dalla progressive degli anni Settanta di quando il Bloom doveva ancora aprire, fino all’hip hop contemporaneo di Scarty Doc, passando per le posse degli anni Novanta.

Si parla del 1994, dei Green Day, del nuovo punk di quel periodo, e lo raccontiamo da punti di vista diversi: quello del Bloom, della ragazza che li portava in giro, dei Punkreas che andarono a vederli in veste di fan, di Luca Fantaconi ai tempi Warner ed ora Sony. Daniela Giombini invece, non si limita a ricordare di quando portò i Nirvana al Bloom, ma ci rivela anche altri aneddoti di quegli anni, riguardanti i vari gruppi di Seattle che ha fatto suonare.

BLOOM M0OVIE va oltre la Brianza e punta dritto alle nuove generazioni, a chi è interessato alla storia della musica, a ciò che è ruotato attorno al Bloom ma anche attorno alla scena musicale italiana, è un raccordo tra passato e presente. Si parla del locale e di com’è nato, dei circoli, dall’impegno sociale, della bocciofila, dei musicisti, dei Melvins e degli Afterhours, si permette a un ragazzino di undici anni di conoscere aneddoti che non sa, come quello dei Senzabenza che hanno fatto da spalla ai Ramones e con loro sono andati in America!

Il Bloom è un posto che ha fatto la storia, è una realtà fantastica, ci sarebbe stato ancora di più da dire nel documentario, ma sarebbe diventato un lavoro troppo lungo.

 

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Qual è il tuo live del cuore che hai visto al Bloom? E invece quello a cui avresti voluto assistere ma che hai mancato?

I Boss Hog di Jon Spencer e Cristina Martinez! Tra l’altro, dietro di me quella sera c’era Manuel Agnelli coi suoi amici! Di concerti ne ho persi tanti… ma non c’è storia, avrei voluto esserci anche io al live dei Nirvana! Tu?

I Green Day!

…vedrai, la parte di documentario che gli abbiamo dedicato ti piacerà tantissimo!

 

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Domenica 20 maggio dalle ore 19:00 
"BLOOM M0OVIE - Kermesse di presentazione e proiezione"

In occasione del suo 31 compleanno, dopo l'ANTEPRIMA nell'Auditorium di Radio Popolare, il Bloom presenta il DocuFilm BLOOM M0OVIE a casa, nel suo cinema con le poltroncine rosse!

• Dalle ore 19:00 nel salone concerti si terrà l'incontro con il registaFilippo Kultgeneration D'Angelo, artisti e personaggi connessi al Bloom. Musicisti e poeti del calibro di Lorenzo MonguzziPaolo Agrati eBabylonish, che faranno preambolo alla proiezione.

• Dalle ore 20:30 PROIEZIONE del DocuFilm al BloomCinema
"BLOOM M0OVIE" Regia di Filippo D'Angelo - Riprese di Ezio Riboni - Docufilm - Durata 96 minuti
PROIEZIONE cinematografica € 3Venite a festeggiare con noi #Bloom30+1> DOMENICA 20 MAGGIO 2018
Inizio incontro ore 19:00
Ingresso BloomCinema - PROIEZIONE cinematografica € 3BLOOM:
Via Curiel, 39 - Mezzago (MB)
www.bloomnet.org
Gli autori di Vorrei
Valeria Lucia Passoni
Valeria Lucia Passoni
Sagittario classe 1985, consuma dischi, divora libri e accumula biglietti di concerti, per non parlare delle tonnellate di cotone che lavora a maglia.