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Accordo raggiunto tra il Museo delle Belle Arti di Montreal e un’associazione dei Medici Francofoni Canadesi. È la prima iniziativa al mondo di questo genere, che ha come obiettivo quello di consentire ai pazienti e ai loro familiari e badanti di godere dei benefici dell'arte sulla salute.

In Canada, precisamente nel Quebec, dal primo novembre sarà possibile per i medici prescrivere ai loro pazienti visite ai musei, che saranno gratuite grazie all’accordo raggiunto tra il Museo delle Belle Arti di Montreal e un’associazione dei Medici Francofoni Canadesi. È la prima iniziativa al mondo di questo genere, che ha come obiettivo quello di consentire ai pazienti e ai loro familiari e badanti di godere dei benefici dell'arte sulla salute. Le visite al museo possono essere prescritte dai medici dell’associazione a persone con malattie sia fisiche che mentali con lo scopo di contribuire al loro benessere e al loro recupero. I medici associati potranno prescrivere fino a 50 prescrizioni a famiglia per le visite gratuite di mostre presso il Museo delle Belle Arti di Montreal, partner dell’iniziativa.

La nuova frontiera della cultura nel ventunesimo secolo è fare quello che le attività fisiche hanno fatto per la salute dell’uomo nei secoli passati.

Alla base di questo progetto pilota e a seguito di studi condotti dallo stesso Museo, secondo quanto espresso nel loro comunicato congiunto dalle parti che hanno firmato l’accordo, c’è la consapevolezza che l’arte sia terapeutica perché quando si ammira un’opera d’arte il corpo secerne ormoni equivalenti a quelli derivanti dallo svolgere un’attività sportiva contribuendo alla salute e al benessere delle persone coinvolte in queste esperienze Culturali e ricreative. Durante questo tipo di esperienze i pazienti, ma anche le persone coinvolte in quanto li assistono, si concentrano su altro e quindi si distolgono dal dolore e potranno avere così benefici di benessere psico-fisico.

I medici seguiranno i pazienti e prepareranno una relazione mettendo in evidenza i risultati di questa iniziativa valutando l'impatto dell'arte sulla salute; si tratta di studi clinici soprattutto con pazienti che hanno disturbi alimentari, il cancro al seno, l'epilessia, la malattia mentale e la malattia di Alzheimer.

Anche In Italia negli ultimi anni si parla del cosiddetto welfare culturale, inteso come nuovo paradigma secondo il quale arte e cultura migliorano la qualità di vita dei pazienti in quanto stimolatori dell’attività neurale, avendo anche dei riflessi economici poiché si potrebbero ridurre i costi di ospedalizzazione, degenza e medicalizzazione e avere così più risorse da investire in questi progetti. È ciò che afferma da tempo anche Pierluigi Sacco, professore ordinario di economia della cultura presso l’Università IULM di Milano nel suo articolo “Il welfare culturale: un attualissimo tema non attuale (Fonte Artribune). L’arte-terapia rientra ormai in una nuova area di ricerca e pratica clinica nell’ambito delle professioni della salute perché c’è maggior consapevolezza delle potenzialità della cultura nel contesto medico-sanitario.

Un ruolo fondamentale assumono pertanto la cultura e l’arte negli aspetti di invecchiamento, a volte precoce, consentendo una sostenibilità finanziaria del sistema nazionale di welfare ma anche migliorando la qualità della vita degli anziani o dei pazienti affetti ad esempio da demenza senile o Alzheimer. Anche le neuroscienze affermano che le esperienze in campo artistico e culturale costituiscano a livello neurale ginnastica con effetti nel mantenimento delle capacità cognitive e di quelle emotive. Inoltre avvalorando questa tesi si potrebbero avere ricadute positivi sull’economia dei singoli Paesi anche in termini occupazionali poiché ciò coinvolgerebbe i professionisti della cultura con la sperimentazione di nuovi percorsi e nuove specializzazioni e perché no anche in partnership con le Pubbliche Amministrazioni.

In Italia già si sono sviluppati percorsi di questo tipo che consento di avvicinare i pazienti all’arte come terapia; basti citare la seconda edizione della mostra organizzata nel 2017 presso l’Ospedale San Giuseppe Di Milano “Curarsi ad Arte”, precisamente presso il Reparto Materno-Infantile della struttura. Si tratta di un progetto di “museo diffuso” nato dalla collaborazione tra l’ospedale e l’accademia che ha reso possibile ammirare una serie di dipinti realizzati dagli studenti dell’Accademia di Brera sul tema della luce, non a caso quindi in un reparto dove vengono alla luce nuove vite. Ciò ha avuto un duplice obiettivo:

  • avvicinare il mondo dell’Arte alla Medicina dando la possibilità ai degenti e agli operatori sanitari la possibilità di fruire di queste esperienze culturali potendo quindi avere benefici di benessere psicologico, quali riduzione di ansia, stress o depressione con un miglioramento della qualità della vita, e dall’altro
  • ha potuto permettere ai giovani artisti dell’Accademia di esporre le proprie opere e di farsi conoscere.

A parere di chi scrive, sulla base di contributi scientifici ed esperienze pratiche a disposizione della comunità scientifica, un contributo per il miglioramento della qualità della vita degli esseri umani oggi, con ripercussioni nella società civile, è dovuto da parte della Politica per garantire quei principi previsti dalla nostra Costituzione quali la tutela della salute della persona come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e la promozione della cultura e della ricerca scientifica. Negli ultimi tempi nelle varie discussioni di colleghi commercialisti si è anche avanzata la proposta di consentire una detrazione fiscale delle spese in attività culturali come avviene per le spese mediche. Potrebbe essere un aiuto per chi è in condizioni economiche meno abbiente di poter fruire di queste attività con l’obiettivo appunto di procurare benefici di benessere psico-fisico. O ancora si potrebbe anche consentire a chi è invece in condizioni indigenti di fruirne gratuitamente, perché l’assunto è che nel lungo periodo il benessere psico-fisico che si crea nei cittadini ha sicuramente benefici in termini sociali ed economici sulla società civile.

 

Gli autori di Vorrei
Connie Rizzo
All’anagrafe Maria Concetta Rizzo. Dottore commercialista. Mi occupo di fiscalità per società, enti del terzo settore e mondo dell’arte, e consulenza per musei, teatri, gallerie, fondazioni e associazioni culturali.
A Milano nel 2011 e qui mi appassiono e mi avvicino al mondo dell’arte. Amo la Street-art. Trascorro i week-end tra mostre e teatro.