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«Siamo molto istintivi nelle nostre scelte. Nella band vige l’anarchia ovviamente. Tutti fanno tutto e niente.»

I Twerks vengono dall’hinterland milanese e mischiano il punk rock al powerpop: malleolo sciolto e testa che si muove sono le prime naturali reazioni ai loro pezzi, un mash up di Retarded, Travoltas, Ramones e Libertines.

Sono partiti come un quartetto composto da membri ed ex membri di Nerd Follia, Radio Days, Andy's Donutz and Love Shower Love, ed ora sono in tre. Il primo lavoro che hanno pubblicato, nel 2014, è un ep, Rat Race, ed in quel periodo, in cui la critica li ha acclamati parecchio, di locali ne hanno girati un bel po’, dividendo il palco tra gli altri con Giuda e Gazebo Penguins.

Nel 2016 è stato il tempo di Kinky Boredom, lp registrato e prodotto da Frederic Mazzei (The Leeches), uscito per la Rocketman Records,  al quale è seguita una pausa di due anni, dalla quale sono riemersi con la formazione attuale fiondandosi al Real Sound Studio di Milano per la produzione di (No) Opinions, curato da Ettore Franco Gilardoni ed al quale hanno collaborato le voci di alcune delle band più note del panorama punk rock locale: Massi dei Leeches, Ette dei Crooks, Nad dei Wasei Hey Go e Robi già Gambe di Burro, Tough e Mega.

Il release party di (No) Opinions sarà il prossimo 15 marzo durante la tredicesima serata di Tutto Il Nostro Sangue, la versatile rassegna musicale ideata da musicisti - la band Requiem For Paola P. e dal cui ultimo album, Sangue del Tuo Sangue, prende il nome - che porta mensilmente musicisti da tutta Italia sul palco di Arci Scuotivento a Monza per supportare la condivisione tra artisti nonché le produzioni inedite.

Ai Twerks, che condivideranno il palco monzese con i bergamaschi Kaams e i mantovani Threelakes and The Flatland Eagles, per prepararci alla presentazione del loro nuovo disco, abbiamo fatto qualche domanda.

 

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I Twerks hanno preso vita­ nel 2014: cosa vi ha spinti a imbarcarvi in un’avventura musicale ulteriore rispetto a quelle che già avevate all'attivo?

I Twerks nascono da un’idea originaria di Silvia al basso e Stefano (ex-frontman che ha poi lasciato la band) a cui si aggiungono successivamente Ale alla chitarra e Stefano alla batteria. Alcune band in cui militavamo stavano attraversando un momento di stallo o erano alla fine della corsa artistica e sentivamo la necessità di continuare a suonare. Ci siamo trovati, gli stili di ognuno si sono mescolati, i pezzi uscivano bene e a buon ritmo e ne è venuto fuori un progetto che ha preso la sua direzione più o meno da solo.

Lezione di musica for dummies: cos’è il powerpop

Dopo Kinky Boredom, il nostro secondo album, la critica ha iniziato ad appiccicarci addosso questa etichetta. 

Il powerpop potrebbe essere definito come l'incontro tra una base rock 'n' roll o hard rock e melodie vocali tipiche del pop, orecchiabili e melodiche, ma proprio per questo aspetto non definiremmo il nostro nuovo disco  (No) Opinions come un disco powerpop. A differenza dei precedenti, infatti, le linee vocali sono in generali più scarne e dunque maggiormente punk rock/post punk oriented. 

Ci parlate della genesi di (No) Opinions? Chi si occupa di cosa nelle vostre dinamiche di gruppo?

I pezzi erano già in cantiere appena terminato Kinky Boredom; quando siamo rientrati in sala dopo tanto tempo li abbiamo ripresi in mano e ci siamo ritrovati al Real Sound di Milano con Ettore Franco Gilardoni a registrare il disco per la Rocketman Records…  Siamo molto istintivi nelle nostre scelte. Nella band vige l’anarchia ovviamente. Tutti fanno tutto e niente. C’è solo un punto fermo: i testi sono scritti dalla nostra Contessa (Silvia).

All’album hanno collaborato diversi musicisti: come li avete arruolati? Ci sarà in futuro una voce resident? Chi sarà?

Data la defezione del nostro ex-frontman, ci è venuta l’idea di dare lustro alla scena punk italiana chiamando amici che secondo noi avrebbero potuto dare risalto stilistico ai nostri pezzi e per fortuna, dopo averli sentiti, hanno apprezzato e accettato tutti, malgrado gli impegni di musica e lavoro. In futuro, beh come abbiamo detto siamo molto istintivi. Potendo cantare tutti stiamo provando un set a tre voci che ci piace, ma non è detto che qualcuno che ha partecipato al disco non ribalti i nostri piani… 

Cos’è successo in questi due anni in cui siete rimasti fermi?  Come – se – è cambiato il panorama musicale in cui vi state ributtando con l’uscita del disco?

Tutti noi abbiamo attraversato alcuni problemi che hanno tolto un po’ di spazio alla musica e serviva tempo per ritrovare l’assetto della band in tre. Nella scena musicale italiana underground ci sono band valide, alcuni nomi colti dal mazzo: Labradors, Lags, Peawees gli intramontabili Leeches, ma si rimane sempre confinati a una cerchia ristretta di persone. Poca cultura musicale di genere. C’è gente che si fa ancora il mazzo per dare risalto alla scena alternativa, come gli amici di Tutto Il Nostro Sangue da cui faremo il nostro release party del disco. Per fortuna. Li stimiamo.

Quindici anni fa qual è era il vostro disco preferito? Ed oggi invece? Quali sono invece gli ascolti che evitate accuratamente di fare? 

Rispondiamo singolarmente!

Silvia. Disco di 15 ANNI FA: (uno fra mille) Rattus Norvegicus - The Stranglers. Disco di oggi: (uno fra mille) Neu! 75 - Neu! Personalmente, fuggo rapidamente da qualunque luogo, persona fisica o apparecchio che diffonda metal o musica latino-americana.

Stefano. Disco di 15 ANNI FA: (uno fra mille) Unknown Pleasure - Joy Division. Disco di oggi: (uno fra mille) Raw Power – Stooges. Non evito nessun ascolto ma faccio fatica ad avere un’opinione sulla maggior parte delle cose che sento oggi.

Ale. Disco di 15 ANNI FA: (uno fra mille) The Servant - The Servant. Disco di oggi: (uno fra mille) Toxic Noise  - SPIT. Ascolto tutto quello che Spotify mi propone, inclusi la trap e gli intermezzi del papete disco club!

Desideri e certezze per il 2019?

Il desiderio era di tornare a suonare e divertirci. Certezze per il 2019 è che è il 2019.

Gli autori di Vorrei
Valeria Lucia Passoni
Valeria Lucia Passoni
Sagittario classe 1985, consuma dischi, divora libri e accumula biglietti di concerti, per non parlare delle tonnellate di cotone che lavora a maglia.