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A Lecco una mostra con le Assonanze allo specchio tra i due artisti

«Concentrare e complicare ciò che era semplice, semplicistico e superficiale,  e animare ciò che era senza vita; rendere armonioso il monotono, colorito il grigio e tutto magico»: con questa dichiarazione Jiří Kolář  illustrava a Vladimir Burda gli intenti della sua arte nel lontano 1968. Cinquant’anni dopo queste parole calzano a pennello anche per Alberto Casiraghy, che nella mostra Assonanze allo specchio – in Galleria Melesi a Lecco fino al prossimo 30 aprile – dialoga con il collagista ceco in un gioco di continui rimandi e simmetrie.

Giovanna Canzi, curatrice della mostra, li definisce «giocolieri di immagini e parole, genitori di nuove grammatiche»: medesimo è infatti il modus operandi dei due autori, generato dalla stessa sostanza della carta stampata, ugualmente infarcito di stimoli visivi tra i più disparati e originato dalla capacità di manipolazione delle parole in senso grafico e verbale.

 

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Kolář e Casiraghy hanno arricchito la loro arte attraverso l’uso di metafore visive e oggetti tratti dalla realtà quotidiana, che il primo amava chiamare “folklore urbano”.  Analogamente ricolma di “reperti” lasciati dagli amici in visita o rinvenuti chissà dove è la casa-laboratorio di Casiraghy a Osnago, wunderkammer brianzola culla delle sue Edizioni Pulcinoelefante, che spesso e volentieri incorporano tali oggetti di sapore dada.

I poemi visivi di Kolář presenti in mostra fanno parte di quella progenie di “poesie oggettuali”, plasmate dalle mani industriose del collagista boemo, in stringente dialogo con le opere presentate da Casiraghy. La serratura di un’opera di Alberto viene così aperta da una delle chiavi ordinatamente prendenti del poema visivo di Kolář che la affianca. In entrambe le manifatture si ritrovano cartoline di amici, francobolli, targhette, inviti, lamette da barba etc., in un recupero di un reale scomparso all’insegna del riavvicinamento e della riscoperta delle tracce delle relazioni e delle attività umane. I due intercalages con protagonista la celebre Mademoiselle Riviere di Ingres paiono strizzare l'occhio all'ovale aranciato dalla bocca di foglia di Casiraghy; la stratificazione (“muchlaze” in ceco) dai toni cangianti del fucsia e del verde acqua, prodotta da Kolář per deformare una veduta urbana attraverso un implacabile spiegazzamento, è affiancata da un'opera dai medesimi toni cromatici. I ritmi roteanti dei chiasmage – uno dei più noti metodi di collage ideato dall'artista ceco -  lacerati in minuscoli frammenti e reintrecciati in una nuova vorticosa compagine geometrica si specchiano nei poetici cerchi concentrici di Casiraghy, custoditi in una teca dal sapore surrealista che ospita un nido con due “uova patologiche”.

 

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Ad accogliervi all'ingresso della Galleria Melesi, i due autoritratti di questi “giocolieri di immagini e parole” - come li definisce Giovanna Canzi – si presentano come Kolář occhialuto e monocolo, elegantemente stropicciato nella sua stratificazione, e Casiraghy “triocolo”, che in omaggio ai rollages dell'amico mai conosciuto ha deciso di frammentare la sua effigie in una sequenza di strisce identiche, poi ricomposte e giustapposte con precisi intervalli.

Se Kolář ha pagato però un alto prezzo per la sua arte, messo al bando dal regime comunista e arrestato per i suoi scritti giudicati sovversivi, Casiraghy non è ancora stato incarcerato, anche se «nella vita bisogna provare due cose: sposarsi e andare in prigione», scherza Alberto nel corso dell'inaugurazione.

Con un divertente gioco tipografico Casiraghy ha anche deciso di cambiare la quarta lettera i del suo cognome in una j, iniziale del nome di Kolář, omaggiando il collagista boemo che il giovane ragazzo di Osnago incontrò, non casualmente, tanti anni fa.

Proletari tra i proletari, Kolář  e Casiraghy – Casjraghy fino al 30 aprile – hanno fuso la nobiltà e perfezione con la banalità e normalità degli oggetti di uso quotidiano: ecco perchè la produzione di entrambi appare lirica, emotiva e giocosa.

 

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Galleria Melesi, Lecco, Dal 23 marzo al 30 aprile 2019
Da martedì a sabato ore 16 – 19, altri orari su appuntamento

Gli autori di Vorrei
Isabella Maggioni
Isabella Maggioni
Insegnante di storia dell'arte, non ha mai pensato di metterla da parte, dedicando il tempo libero alla visione di mostre e alla fruizione del patrimonio culturale, rigorosamente collocato nel suo contesto.
Ha collaborato con la Galleria Melesi di Lecco svolgendo ricerche su Jiri Kolar e Giovanni Manfredini, e con l'Associazione COE nell'ambito della rassegna "Colazione sull'erba n.2", dedicata all'artista Hsiao Chin.