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La prima mappatura di poetry slam, cantautorato e hip hop targata Lega Italiana Poetry Slam nasce grazie al brianzolo Davide Passoni, in arte Scarty Doc: l'intervista. Con un intervento di Dome Bulfaro

Si

chiama Slam It! ed è una raccolta (sotto forma di CD) di performance eseguite da alcuni artisti italiani attivi nell'ambito del poetry slam. Una pratica, quella della sfida a colpi di versi, che sempre più si è fatta strada nel panorama italiano, con serate ed eventi su tutto il territorio nazionale e, da un paio di anni, addirittura un Campionato Nazionale organizzato dalla Lega Italiana Poetry Slam. Proprio l'attività della Lips ha portato alla realizzazione di Slam It!: gli autori coinvolti sono stati selezionati da Scarty Doc, alias Davide Passoni, di cui noi conoscevamo già l'attitudine a mescolare poesia e hip hop. Anche i contributi antologizzati nel CD spaziano dalla poesia detta ad alta voce al cantautorato, passando per il rap e per la poesia d'avanguardia.

Per sostenere il progetto, è stato deciso di intraprendere un'iniziativa di crowdfunding (coronata dal successo): chi vuole prenotare la propia copia, può cliccare sul sito di Music Raiser. Abbiamo parlato di Slam It! insieme al suo curatore Scarty Doc.

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Il supporto audio è quello giusto per testimoniare il grado di ricerca degli slammers? Non sarebbe stato meglio pensare a un supporto video, che rendesse anche l'aspetto visivo della performance?
Il poetry slam intercetta figure performative da differenti ambiti, come poesia scritta, teatro, musica, cantautorato... Non esiste un modo adeguato per testimoniare i vari aspetti del poetry slam e la ricerca attuata dai suoi protagonisti. Bisogna comprendere che i suoi protagonisti sono anche l'mc e il pubblico: è l'interazione alchemica che si instaura tra pubblico-mc-slammer che rende esplosivo questo fenomeno. Audio, video e carta sono solo frammenti di testimonianza possibili. Per il progetto Slam It! il video e la carta non erano sufficienti: l'audio è in un certo modo prét a porter, si può ascoltare in macchina, in treno, passeggiando, a casa. Il video non è di facile fruizione e la carta non rende la forza performativa degli slammer: sacrificare l'aspetto visivo ha dato modo ai vari artisti di utilizzare quello che durante un poetry slam è bandito, ovvero la musica. Il progetto sarà un piacevole dondolio tra voce, voce con musica e canzoni di vario genere.

Per un'iniziativa del genere, avete scelto la modalità del crowdfunding: come mai? Si sta rivelando adeguata ai vostri obiettivi?
Il poetry slam è una modalità popolare di diffondere la poesia. Il crowdfunding è il metodo di finanziamento e autofinanziamento di un progetto più popolare esistente. Accostare il poetry slam al crowdfunding è stato automatico e sta dando ottimi frutti.

Gli artisti nella raccolta sono tanti ed eterogenei: il numero elevato non rischia di annacquare la qualità artistica dell'opera? In altre parole: lo scopo di Slam it! è quello di dare una radiografia dello Slam italiano, a prescindere dai risultati (e magari demandando a una fase successiva la critica estetica)?
Le finali nazionali del poetry slam contano in media 20 finalisti e partecipano in totale circa 500 poeti provenienti da tutta Italia. Inoltre il poetry slam è una calamita che attira individui dalle caratteristiche artistiche completamente diverse. È raro trovare slammer che si assomigliano in stile, poetica, metrica, musicalità, tono. L'aggiunta di poter utilizzare a discrezione dei partecipanti la musica per questo progetto ha dato vita ad un ventaglio di stili ampissimo e qualitativamente elevato. Slam It! è di gran lunga lontano da essere la radiografia dello slam italiano, ma è un ottimo inizio, con la speranza che molti poeti non presenti in questo volume vogliano dare vita ad ulteriori volumi in futuro. L'intento è quello di dare un punto di partenza per creare ogni tipo di materiale d'archivio da tramandare.

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Fra gli slammer antologizzati, c'è una discreta rappresentanza del nostro territorio: è dovuto solo al fatto che il progetto è curato da un brianzolo, o questi artisti avrebbero potuto partecipare a buon diritto?
Molti poeti inseriti nella raccolta, a un primo sguardo, potrebbero rappresentare per la maggior parte il nord Italia, con uno sguardo poco attento al sud: molti poeti attivi al nord, in realtà, sono poeti che da regioni diverse si sono trasferiti lì già "grandi e vaccinati". Come nel campionato nazionale, in ogni caso, anche in Slam It! si crea una proporzione in base all'attività della regione: per esempio, ci possono essere 4 rappresentanti della Lombardia o 3 del Piemonte e meno di altre regioni, magari non altrettanto attive. Questa non vuole essere una discriminante per quelle aree che organizzano meno poetry slam, anzi, vuole essere un modo per dare giusto valore agli sforzi compiuti da certi coordinamenti, con la speranza che tutte le aree e regioni diventino attive alla pari. In potenza, comunque, tutta Italia può generare artisti validi.

Uno dei "peccati originali" del Poetry Slam è la sua filiazione dal rap, dal mondo dell'hip hop: siamo sicuri che la pratica del Poetry Slam non finisca per appiattire la poesia sul rap, invece di dar vita a una vera mescolanza tra le due forme d'arte?
Dentro Slam It! ci sono poeti, rapper, cantautori... Non tutti i rapper hanno inserito tracce rap, altri sì. Alcuni cantautori non hanno cantato, altri lo hanno fatto. Alcuni poeti hanno recitato, altri hanno cantato, altri hanno messo le parole sulla musica. Penso che il progetto sia la prova che il poetry slam stia ibridando al 100% tutti i vari stili che convoglia.

Fra gli artisti coinvolti, spicca la presenza di Lello Voce, che lo Slam in Italia lo ha letteralmente importato: si può dire che sia lui il nume tutelare dell'iniziativa?
Diciamo che tutti gli artisti presenti hanno dato un pezzo di loro stessi, della loro poetica. Lello è un forte esponente della sezione poeti, ma ci sono anche rappresentanti di spicco del cantautorato rap come Mastino e Kento, del cantautorato rock come Marko Miladinovich, della poesia ad alta voce come Dome Bulfaro e Sergio Garau, della poesia letta come Alfonso Maria Petrosino, Paolo Agrati e il campione 2015 Simone Savogin. I veri numi tutelari dell'iniziativa sono i raisers che hanno ordinato il progetto, e la LIPS che sta attivando innumerevoli progetti e organizzando un calendario di slam fittissimo a diffusione nazionale.

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Due domande su Slam It! a Dome Bulfaro, Presidente Lips

Il progetto Slam it! è sostenuto dalla Lega Italiana Poetry Slam: la lega ha partecipato anche a fasi operative del progetto (scelta degli artisti, scelta del formato...)?
La Lips ha sostenuto e sostiene il progetto di Davide ScartyDOC Passoni, che ha ideato e curato il progetto Slam It! in totale libertà. Sul piano culturale, serviva in Italia un'operazione di tale portata, prima e unica nel suo genere. Questo non significa che non esistano anche all'interno della Lips visioni diverse o addirittura opposte rispetto alle scelte operate da ScartyDOC, ma la Lips è come lo slam: un campo di libertà espressiva. Il progetto presentato da ScartyDOC era ben strutturato e concreto, al di là delle sue più o meno condivisibili scelte personali e di gusto. Secondo noi valeva la pena investire tempo ed energie in questo progetto e abbiamo lavorato con un bel gioco di squadra che ci porterà, ne sono certo, alla realizzazione concreta di Slam It!, il primo album che ha il merito di disegnare con la voce e la musica un terreno comune di ricerca fra poeti e rapper.

Dome Bulfaro partecipa al progetto nella doppia veste di presidente LIPS e di performer: anche in un mondo liquido come quello della poesia, la cosa non rischia di creare malintesi?
La domanda è, giustamente, un po' provocatoria e merita una risposta altrettanto provocatoria. Se io venissi a sapere che ScartyDOC, uomo libero di scegliere, mi avesse incluso in Slam It! non per ragioni artistiche ma perché sono Presidente della Lips, gli sputerei in faccia (ma di lui mi fido ciecamente: è una delle persone più con la faccia pulita che io conosca). Così come sputerei in faccia a chiunque mi chiamasse non per ragioni artistiche ma perché sono direttore artistico di PoesiaPresente. Non svendo la mia libertà per un invito a un festival, non faccio baratti del tipo "se tu inviti me io poi invito te", il do ut des degli opportunisti mi irrita, ma se ad applicarlo sono i poeti mi dà veramente il voltastomaco. Colgo l'occasione di questa domanda per ribadire pubblicamente che chi mi invita o include in un suo progetto pensando di ottenere qualcosa in cambio, in quanto Presidente, direttore artistico o in quanto persona che ricopre un qualsiasi altro ruolo strategico, si metta il cuore in pace: o valete artisticamente oppure niet, nulla vi sarà dato, in nulla sarete coinvolti.

Essere fondatore e Presidente della Lips non è una colpa da espiare con 2 anni di bandimento dai palchi dello slam, da ogni CD-DVD e da qualsiasi pubblicazione inerente la performance poetry promosso dalla LIPS. Se sono stato eletto Presidente significa che qualcosa avrò fatto di importante, prima che un direttivo di poeti di primo piano mi votasse.

Questa domanda mi dà l'opportunità di fare una digressione anche su un altro falso problema: la partecipazione dei coordinatori e dei membri del direttivo Lips al Campionato. Per me, coloro che sollevano queste discussioni, oltre a non aver capito che lo slam è un gioco (serio), non credono abbastanza nell'onestà del pubblico e nella giuria che, scelta a caso, lo rappresenta. In uno slam è il pubblico che decide. Curriculum vitae e pedigree non ti aiuteranno a passare il turno o a vincere uno slam. Come può essere la discriminante per inserire o meno il tuo lavoro artistico in un progetto come Slam It! il fatto che uno sia o non sia Presidente Lips? ScartyDOC ha lavorato in piena autonomia, come è giusto che sia. Tanto è vero che qualche autore di primo piano della Lips è stato escluso. Qualcuno fra questi non l'ha certo presa bene, ma giustamente se ne è fatto una ragione. Scarty ha certamente sentito vari pareri su come impostare il progetto, poi ha scelto in base al proprio sentire: l'unico che valga la pena di rispettare.

Gli autori di Vorrei
Simone Camassa
Simone Camassa

Nato a Brindisi il 7 maggio del 1985. Insegnante di Italiano, Storia e Geografia nella scuola pubblica, si è laureato in Lettere, in Culture e Linguaggi per la Comunicazione e in Lettere Moderne, sempre all'Università degli studi di Milano. Suona la chitarra elettrica (ha militato in due gruppi rock, LUST WAVE e BLACK MAMBA) e scrive poesie.

Appassionato di sport, ha praticato il nuoto a livello agonistico fino ai diciotto anni, per un anno ha anche giocato a pallacanestro. Di recente, è tornato al cloro.
È innamorato della letteratura in tutti i suoi aspetti, dalla poesia fino al fumetto supereroistico statunitense. Sogna di realizzare un supercolossal hollywoodiano della Divina Commedia, ovviamente in forma di trilogia e abbondando con gli effetti speciali.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.