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 Sulle orme di Leonardo. Dalla collezione della Pinacoteca Ambrosiana alla grande mostra di Palazzo Reale. La vera ricchezza dell'Italia è nel patrimonio stabile e diffuso. Una ricchezza di conoscenza e consapevolezza

Il nostro cammino verso Leonardo cominciò molti anni fa, in un agosto parigino quando vedemmo e toccammo con mano la potenza e la stupidità del marketing. Non sappiamo oggi, ma allora al Louvre la Gioconda e la Vergine delle rocce erano collocate in due stanze contigue. Nella prima la folla era tale da rendere impossibile avvicinarsi al quadro e guardarlo abbastanza a lungo e abbastanza da vicino per dare un senso allo sguardo. Nell’altra se non il vuoto, quasi. E contate che oltre a quella strepitosa meraviglia (a cui fa da sfondo il corso dell’Adda così caro ai briantei) a pochi passi si poteva ammirare la maestosa Morte della Vergine, dipinto fra i più potenti e grandi di Caravaggio. Quello — per capirci — in cui leggenda vuole che Merisi abbia usato il corpo di una donna annegata e gonfia per davvero come modello. Ma che vogliamo farci, la Gioconda è il dipinto più noto sulla Terra.

 

Caravaggio La Morte della Vergine

Michelangelo Merisi, Morte della Vergine, Museo del Louvre di Parigi

 

Quel cammino ha visto poi raggiungere nuove tappe negli anni, il San Gerolamo del Vaticano, l’Annunciazione degli Uffizi e, più di recente, le testimonianze milanesi. Il Cenacolo di Santa Maria delle grazie, la Sala delle asse al Castello sforzesco e, infine, i disegni e il Musico della Pinacoteca Ambrosiana, quello scrigno a cento passi da piazza Duomo dove sono conservati anche i fogli del Codice Atlantico.

 

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Leonardo Testa di donna, detta “La Scapiliata”, Galleria Nazionale di Parma

 

Infine, alcuni giorni fa, l’apertura della colossale monografica a Palazzo Reale curata da Pietro C. Marani e Maria Teresa Fiorio, in cui è possibile smascellarsi (come direbbero i ggiovani) davanti ad una concentrazione mai vista di opere del maestro di Vinci. Per restare solo ai dipinti, l’elenco è questo: l’Annunciazione (quella piccola, l’altra agli Uffizi proprio non se la sono sentita di metterla in viaggio), il Ritratto di dama (La Belle Ferronnière) e il San Giovanni Battista del Louvre, la Madonna col bambino (detta Dreyfus) di Washington, i già citati San Gerolamo del Vaticano e il Musico dell’Ambrosiana e, infine, l’incantevole Testa di donna (detta La Scapiliata) di Parma. In più disegni, ancora dall’Ambrosiana ma anche alcuni, fantastici, della collezione della Regina Elisabetta II, dal British Museum di Londra e decine e decine di altri, compreso il celeberrimo Uomo di Vitruvio dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia e Lo scenario architettonico e rissa di cavalieri degli Uffizi (visibili solo per alcune settimane, troppo delicati). In mostra ci sono anche dipinti — fra gli altri — di Ghirlandaio (signori miei, che spettacolo L’Adorazione dei Magi, sempre degli Uffizi), Botticelli (La Fortezza, ancora Uffizi), Antonello da Messina (Ritratto d’uomo da Cefalù), una bellissima Madonna con Bambino e agnello di Cesare da Sesto (dal Poldi Pezzoli) e un commovente Cristo che porta la croce di Andrea Solario. E poi ancora Filippino Lippi, Perugino, le sculture di Andrea del Verrocchio e molto altro (sono circa 200 opere, quasi tutte di qualità altissima).

 

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Domenico Bigordi detto il Ghirlandaio, Adorazione dei Magi , Firenze, Galleria degli Uffizi

 

La mostra, promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dal Comune di Milano, è ideata e prodotta da Palazzo Reale e Skira, è il risultato di 5 anni di preparazione. Scrivono i curatori in catalogo: «Siamo del tutto consapevoli che la rassegna che presentiamo non è completa né esaustiva, specialmente a causa delle limitazioni che rendono impossibile esporre opere la cui movimentazione è sconsigliata per ovvi motivi di conservazione e di tutela. Confidiamo tuttavia di aver proposto una visione dell’opera di Leonardo ben lontana dalla dimensione mitografica che lo vede come un genio avulso dal suo tempo e privo di quelle radici culturali alle quali è invece profondamente legato. Così infatti era stato presentato nella mostra tenutasi a Milano nel 1939, dove le ragioni ideologiche ne avevano enfatizzato il mito in un’interpretazione antistorica e fuorviante». E chiariscono poi «Questa mostra privilegia invece un taglio “trasversale”, mettendo a fuoco le tematiche centrali che scandiscono la carriera artistica e scientifica di Leonardo e sottolineando alcune costanti della sua visione, dalla vocazione a un approccio interdisciplinare all’intrecciarsi dei suoi interessi nei campi più disparati. E per ogni tematica affrontata abbiamo cercato di indicare le fonti di riferimento di Leonardo, sia in rapporto ai modelli artistici, sia sul versante dei precedenti tecnologici, così da restituire l’immagine di un genio calato, però, nel suo tempo.»

 

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Leonardo, Scenario architettonico e rissa di cavalieri (studio prospettico per l’Adorazione dei Magi) (1481 circa)
Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi - Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino

 

Una mostra che non sappiamo se aggiungerà qualcosa dal punto di vista della ricerca — questa analisi la lasciamo agli storici — ma che di sicuro permette a noi innamorati delle arti di mettere a confronto opere da periodi anche lontanissimi della vita del maestro e un “contorno” di livello assoluto.

A questo però vogliamo aggiungere una piccola considerazione e tornare alle tappe del nostro cammino di avvicinamento a Leonardo. Le mostre sono fondamentali, quando fatte con criterio scientifico e non con il solo intento di attirare le folle ai botteghini. Ma altrettanto importante, anzi di più, è avere cura di quanto stabilmente le nostre città, i nostri musei e il nostro territorio custodiscono. Per restare a Leonardo, una trovata di comunicazione vuole che l’Ambrosiana (fra Pinacoteca e Biblioteca) sia la sua “casa”. È una trovata ovvio, ma davvero il complesso di piazza San Sepolcro custodisce opere fondamentali. E non solo di Leonardo e non solo “famose”. La strabiliante Sacra conversazione di Bergognone, la Sacra famiglia con Sant’Anna e San Giovannino di Luini (sì, quella ritirata dalla mostra dedicata al pittore nel 2014 proprio a Palazzo Reale, per una controversia sull’attribuzione), l’Adorazione dei magi del Maestro del santo sangue. O opere più vicine, come i bellissimi dipinti di Mosé Bianchi e il Busto di Vescovo di Giandomenico Tiepolo. Per non parlare del cartone della Scuola di Atene di Raffaello, l'Adorazione dei Magi di Tiziano, la Canestra di Caravaggio e l’incantevole Madonna del padiglione di Botticelli (questi sì, strafamosi).

 

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La Biblioteca Ambrosiana

 

L’Ambrosiana, così come Brera, il Museo del Novecento, la Galleria d’arte moderna di via Palestro e tanti altri musei magari meno noti, le chiese, i palazzi, le biblioteche, gli archivi, le vie storiche di Milano, di Monza e tantissime città e comuni — grandi e piccoli — sono la sostanza della “ricchezza” del nostro Paese (basti pensare alla enorme quantità di opere in mostra proveniente dagli Uffizi); una ricchezza profondamenta legata al suo contesto: passato, presente e futuro. Una ricchezza che non si misura in euro, come vorrebbero farci credere i sacerdoti del mercato pronti a “valorizzare” i conti più che altro. È una ricchezza di conoscenza, di storia, di consapevolezza. Questo è cultura. Era mortificante, all’anteprima per la stampa, vedere così tanti presunti esperti ed appassionati scorrere a passo veloce per le aule di Palazzo Reale, fotografare quadri e disegni al volo con telefonini o ingombranti tablet e passare avanti. Senza fermarsi un attimo ad osservare, pronti a rincorrere icone invece che opere. Cosa ha a che fare con la cultura e l’arte questo rincorrere i numeri, i nomi, questo collezionare figurine, che è quello che tentano di fare tante brutte mostre? Quella è pornografia dell’arte. L’eros dell’arte è tutta un’altra storia.

 

Milano, Palazzo Reale, Piazza Duomo.
Dal 16/04/2015 al 19/07/2015.
ORARI   
Lunedì: 14.30-19.30
Martedì e mercoledì: 9.30-19.30
Giovedì, Venerdì, Sabato e Domenica: 9.30-24.00
la biglietteria chiude un’ora e mezza prima

Pinacoteca Ambrosiana
Piazza Pio XI, 2 - 20123 Milano, Italy +3902806921 +390280692215
http://www.ambrosiana.eu - info@ambrosiana.it
dal martedì alla domenica, con orario continuato dalle ore 10.00 alle 18.00

Gli autori di Vorrei
Antonio Cornacchia
Antonio CornacchiaWebsite: www.antoniocornacchia.com

Sono grafico e art director, curo campagne pubblicitarie e politiche, progetti grafici ed editoriali. Siti web per testate, istituzioni, aziende, enti non profit e professionisti.
Scrivo soprattutto di arti e cultura.

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