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Intervista a Dome Bulfaro, animatore della rassegna giunta alla nona edizione. Tre lezioni-spettacolo per riscoprire il Novecento, con i contributi di poeti contemporanei italiani e internazionali.

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nsieme alla primavera, a Monza sta per tornare anche PoesiaPresente, la rassegna curata e organizzata dall'associazione Mille Gru che da quasi un decennio porta a Monza il meglio della poesia italiana e straniera. Quest'anno PoesiaPresente arriva alla sua nona edizione e propone il ciclo dal titolo Classica Contemporanea, tre lezioni-spettacolo sulla poesia del Novecento, in programma al Teatro Binario 7 di Monza: domenica 15 marzo, alle 17.00, il primo appuntamento è con il Futurismo; giovedì 16 aprile, alle 21.00, con la poesia di Ungaretti; giovedì 7 maggio, alle 21.00, con i versi di Montale. La regia è di Enrico Roveris, mentre sul palco insieme a Dome Bulfaro si alterneranno poeti contemporanei, italiani e stranieri, e musicisti. Per il programma completo, si può visitare il sito.

PoesiaPresente è frutto del lavoro coordinato di Simona Cesana, Cristina Spagna e Anna Castellari, dei poeti Patrizia Gioia e Fabiano Alborghetti, oltre che del regista Enrico Roveris e del poeta Dome Bulfaro, che abbiamo intervistato sia per conoscere meglio la stagione in arrivo, sia per fare il punto su quanto già svolto.

 

 20150305 PoesiaPresente2015 fotoBarbaraColombo

 

La nona stagione offre un programma più snello rispetto alle precedenti: è dovuto allo sforzo sostenuto l'anno scorso per l'appuntamento – riuscitissimo, per altro – con le finali nazionali del campionato Lips, proprio al Binario 7?
È il contrario: la stagione 2014 di PoesiaPresente era particolarmente “grassa” per via delle finali nazionali Lips, organizzate con il contributo di Mille Gru. Tutti noi (io, Enrico Roveris, il presidente di Mille Gru Simona Cesana, l’assessore alla Cultura Francesca Dell’Aquila e il direttore artistico del Binario 7 Corrado Accordino, i cinque principali fautori di questa stagione) sapevamo già dall’anno scorso che stavolta saremmo ritornati alla “norma”, in linea con le sette precedenti edizioni. Così doveva essere e così è stato.

La finale nazionale dell'anno scorso ha accresciuto il prestigio di Monza come realtà attiva nel panorama poetico italiano contemporaneo?
Bisogna essere consapevoli che a Monza, sabato 3 maggio 2014, si è fatta la storia: in un Teatro Binario 7 stracolmo è avvenuta – con ospite speciale il fondatore del poetry slam, il poeta americano Marc Kelly Smith – la finale nazionale del primo Campionato italiano di Poetry slam a Monza, con servizi sui TG di Rai 3 e Rai 1. L’anno passato, tra laboratori nelle scuole ed eventi, abbiamo realizzato una stagione che ha contato 8000 presenze. L’intera cittadinanza può essere fiera di quello che dal 2006 accade con PoesiaPresente a Monza.

Come procede l'esperimento poetry slam su scala nazionale? Il campionato Lips sta rivelando nuovi poeti di rilievo, oppure allo stato attuale prevalgono i dilettanti allo sbaraglio (rischio sempre insito, quando si lascia sostanzialmente un microfono aperto...)?
Grazie alla nascita della Lips, che ho contribuito a fondare e di cui ho l’onore di essere Presidente, lo slam in Italia ha avuto una vera e propria impennata. Quest’anno arriveremo a 200 slam realizzati lungo tutto lo stivale e crediamo saranno circa 1000 i partecipanti al secondo Campionato Lips. Quest’anno le finali sono a Roma, la stessa città in cui si è svolto il primo slam Lips di quest'anno, condotto e organizzato da Lello Voce (per il Festival Ritratti di Poesia) e interamente ripreso e trasmesso da Rai 5 educational: mi piace citarlo perché ho avuto la fortuna di vincerlo (ride, Ndr).
Insomma, ci sono segnali evidenti che in Italia il fenomeno dello slam sta letteralmente scoppiando, in un florilegio di parole, stili e personalità sempre più definite ed originali. Addirittura, ho notato che gli stessi autori storici dello slam stanno cambiando forma e sostanza della propria ricerca artistica. Quanto poi saremo stati bravi come Lips in termini di scouting lo potremo misurare alle finali nazionali di Roma, in programma sabato 23 maggio.
Il ruolo più importante della Lips starà di sicuro nella sua capacità di farsi interprete e sostenitrice dello sviluppo in Italia della poesia. A breve partirà una rivista online (inserita nel sito www.lipslam.it) che potrebbe svolgere al meglio questo ruolo divulgativo delle migliori pratiche della poesia orale italiana e internazionale. Vedremo fin dove arriveremo: come insegna il verso di Scott Momaday, Il poeta è un fabbricante di frecce, ma dove e a cosa vogliamo tenda il nostro arco dipende prima di tutto da noi.

La stagione di quest'anno, dal titolo Classica Contemporanea, prevede tre lezioni-spettacolo sul Futurismo, su Ungaretti e su Montale: dopo tanto protendervi in avanti verso le poetiche attuali, questo è un ritorno alle radici?
PoesiaPresente ha nel suo Dna il continuo rinnovamento radicale, per citare il titolo della lezione-spettacolo sul Futurismo. L’ottava stagione ha rappresentato per noi il culmine di un percorso iniziato nel 2006. Non ti nascondo che abbiamo seriamente pensato che il nostro compito fosse finito; e che in ogni caso servisse una sterzata netta rispetto alle stagioni passate. Da qui Enrico Roveris e io, in piena sintonia con Corrado Accordino e La Danza Immobile, abbiamo valutato fosse giunto il momento di portare al Teatro Binario 7 un lavoro di divulgazione incessante, direi di “guerriglia culturale civile”, rimasta dietro le quinte, ma che avevamo condotto con successo nelle scuole di Monza e Brianza e della provincia di Milano da quando è nata PoesiaPresente.
È vero, siamo partiti dalle basi più classiche del Novecento, ma avremo la presenza, e questo per me è un primo salto di qualità, di poeti contemporanei nazionali e internazionali che secondo noi hanno affinità con questi classici: Antonella Bukovaz (Italia/Slovenia) e gli Eell Shous ci aiuteranno a scoprire il Futurismo, Fabio Orecchini e Adriano Padua ci faranno conoscere meglio Ungaretti, mentre Tania Haberland (Sudafrica) e Paolo Agrati se la vedranno con Montale. Ognuno di loro sarà lì quella sera, a dimostrare ancora una volta, non solo che i poeti sono vivi, ma che quello che hanno da dirci i poeti, ci può rendere più vivi.

 

20150305 PoesiaPresente2015 Eell Shous duo

 

Perché, nell'enorme canone novecentesco, proprio la scelta di queste tre poetiche? Avete sentito il bisogno di rivolgervi alle radici più solide della tradizione novecentesca? Come mai? E Dome Bulfaro a quale si sente più vicino?
Questa nona edizione ha un taglio divulgativo e di ricognizione delle nostre radici, perciò dovevamo partire dai tre canoni per eccellenza del Novecento, quelli che più si affrontano scuola. Per far amare i classici della poesia, agli studenti come agli adulti, è necessario toglierli dagli scaffali dei Licei e riportarli a misura d’uomo, cercando di restituire al Futurismo, Ungaretti e Montale tutta la loro vitalità e alta, intramontabile, commestibilità. Un classico è un libro sempre sul comodino. Così abbiamo intenzione di trattare gli autori classici nelle nostre lezioni-spettacolo. Nel contempo la formula Classica contemporanea ci permette di continuare la nostra indagine sulla poesia di oggi, portando a Monza ancora una volta nuovi autori o autori che meritavano un approfondimento rispetto a quanto già mostrato.
La produzione poetica che più amo, dovendo scegliere fra questi tre classici, è quella dell’ultimo Montale, ovvero quella di Satura e di Diario del ’71 e del ’72. Subito dopo quella più eversiva e classica dei Poemi di Aldo Palazzeschi. E in terza battuta le sillogi de Il porto sepolto e de La Terra promessa di Ungaretti. Sono opere che con le loro parole e i loro silenzi mi hanno insegnato a vivere, a relazionarmi con il dolore e con la morte: in una parola, mi hanno insegnato ad amare, in un modo che nessuno, nemmeno mia madre, ha potuto e può trasmettermi. Se così non fosse la poesia a cosa servirebbe?
Leggere, per esempio, versi da Apocalissi di Ungaretti: La verità, per crescita di buio / più a volarle vicino s’alza l’uomo / si fa facendo la frattura fonda divarica visioni che non restano astratte: quella frattura fonda la senti non appena levi il primo passo verso la più misera verità. Per noi, di nuovo così affamati di verità, Ungaretti ha scritto un monito imprescindibile.

La scelta del formato lezione, pur con la componente spettacolare, è un modo per riconoscere che esiste ancora un folto pubblico che giudica la poesia senza avere gli strumenti per capirla? Le "lezioni" sono rivolte a questo pubblico?
La parola “lezione” dichiara il taglio didattico dello spettacolo. L’autore viene collocato nel suo tempo: il pubblico ha modo di ascoltare e vedere registrazioni d’epoca, rivivere carteggi e documenti storici, con l’intento di restituire al pubblico il personaggio e la poetica dell’autore o movimento artistico-letterario. La dimensione spettacolare invece ci permette di interagire con il pubblico, grazie a un impianto interdisciplinare garantito dai contributi dei poeti e dei tre musicisti, uno per serata, che suonano dal vivo insieme ai poeti (Massimo Croce il 15 marzo, David Rossato il 16 aprile e Luca Ferraris il 7 maggio). Dallo spettacolo più esaltante del Futurismo, passando per quello più ruvido di Ungaretti, a quello più intimo e colloquiale di Montale, lo spettatore avrà modo di gustare tratti conosciuti di questi Classici contemporanei, narrati e mostrati in modo inedito, oppure tratti davvero inediti, figli della nostra lettura personale. Ciò che conta, per rispondere alla domanda, è che saranno serviti con uno stile accessibile a tutti.

 

20150305 PoesiaPresente2015 Antonella Bukovaz

 

Come procedono le iniziative parallele alla stagione, come per esempio La poesia salva l'anima e altri progetti? E le uscite delle Edizioni Mille Gru?
La poesia salva l’anima è un progetto di Silvia Monti, editato da Mille Gru, che s’inscrive nel solco di una ricerca più vasta, la Poetry Therapy. In Italia siamo stati fra i primi a praticarla e a divulgarla. Stiamo preparando una pubblicazione importante, mai realizzata da nessuno in Italia, ma non posso anticipare nulla. Tra maggio e giugno 2015 scarteremo e conosceremo questa avventura editoriale, e sarà sorprendente.
Leggevo in questi giorni, consigliato dal sodale Lorenzo Pierobon, uno scritto del fisico Emilio Del Giudice, scomparso l’anno passato, sul “principio dello stimolo minimo”: si metteva in evidenza come «da molto tempo la pratica clinica, sia medica che psicologica, ha rilevato l’importanza essenziale dei piccoli stimoli, piuttosto che degli stimoli grandi, per rafforzare la capacità di autoregolazione e autoriparazione dell’organismo vivente». Credo che questo principio di stimolo minimo possa rivelarsi un’ottima chiave per entrare e capire non solo la poetica di Montale (che in un suo testo afferma: Non sono un Leopardi, lascio poco da ardere /ed è già troppo vivere in percentuale. / Vissi al cinque per cento, non aumentate / la dose…)ma anche per adottare un modus vivendi, insegnamento che Montale condensa così bene in questa manciata di versi.
Non dimentichiamo mai il potere della poesia: come insegna il principio dello stimolo minimo, e come indica il titolo del progetto di Silvia Monti, alla poesia bastano anche solo poche parole, ben dosate, per salvare l’anima.

 

20150305 PoesiaPresente2015 Programma

Gli autori di Vorrei
Simone Camassa
Simone Camassa

Nato a Brindisi il 7 maggio del 1985. Insegnante di Italiano, Storia e Geografia nella scuola pubblica, si è laureato in Lettere, in Culture e Linguaggi per la Comunicazione e in Lettere Moderne, sempre all'Università degli studi di Milano. Suona la chitarra elettrica (ha militato in due gruppi rock, LUST WAVE e BLACK MAMBA) e scrive poesie.

Appassionato di sport, ha praticato il nuoto a livello agonistico fino ai diciotto anni, per un anno ha anche giocato a pallacanestro. Di recente, è tornato al cloro.
È innamorato della letteratura in tutti i suoi aspetti, dalla poesia fino al fumetto supereroistico statunitense. Sogna di realizzare un supercolossal hollywoodiano della Divina Commedia, ovviamente in forma di trilogia e abbondando con gli effetti speciali.

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