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Dall'8 febbraio al 12 aprile 2015 i Musei Civici di Monza presentano una personale dell'artista. Dal passaggio all'astrazione alle opere più recenti

Per gentile concessione dell'autore, proponiamo la presentazione che Dario Porta ha scritto per presentare la mostra di Luigi Stradella.

Luigi Stradella  è il primo artista scelto per inaugurare con una mostra personale la sala espositiva temporanea della nuova sede nella Casa degli Umiliati dei Musei Civici di Monza. Una scelta che è conseguenza di un lungo e ininterrotto rapporto tra l’artista e il museo civico della città dove è nato nel 1929.  Un rapporto di stima crescente nel tempo che ha arricchito di opere del maestro le collezioni civiche cittadine, in grado così di documentare in modo significativo l’arte di Stradella e attraverso lui l’arte del suo tempo, di cui egli è sempre stato testimone autentico, fedele  ma allo stesso tempo originale.  C’è stato scambio e riconoscimento reciproco: la città ha riconosciuto le sue qualità  artistiche assegnandogli il Premio Nazionale di Pittura Città di Monza nel 1951 e poi  organizzando importanti mostre personali  del maestro. Stradella donando ai Musei Civici alcune intense opere  e dipingendo una straordinaria  “pala d’altare” contemporanea nella Sala Maddalena, divenuta poi stabile patrimonio civico monzese grazie all’interessamento dell’Associazione Amici dei Musei. Tra le opere pervenute al museo vi è anche un dipinto del 1961,  “Novembre sul Lambro” di grande importanza nella vicenda artistica di Stradella. Si tratta infatti del dipinto che segna la sua svolta dal figurativo, di impronta neorealista, come si usava negli anni del dopoguerra, al cosiddetto informale. Svolta di cuore, nata dal di dentro e in autonomia rispetto alla tendenza generalizzata verso la non figurazione di quegli anni. Dopo questo dipinto la pittura di Stradella e la sua opera grafica sarà coerentemente declinata sulle ragioni profonde che gli necessitano di essere “figurate” sulla tela o sulla carta indipendenti e agnostiche rispetto a forme date e sensibili.
Una favola sui vetri è il titolo di un recente dipinto di Luigi Stradella, ottantacinquenne artista contemporaneo che ha preservato intatta nel tempo la capacità di cogliere e manifestare per mezzo della sua arte gli elementi vitali dispersi tra le pieghe del mondo. Stradella, come i grandi sognatori, confonde realtà e sentimento, li rimescola, e in quel che ne risulta attinge la sua tavolozza di colori, che prendono forma solidificati sulle sue tele, sulle sue carte. Come ai grandi poeti non gli è mai venuto meno il sentimento del tempo, quel rapporto sempre indagato e sempre sfuggente tra ciò che non muta e l’intrinseca finitudine dell’elemento creaturale.
 Mettersi in contatto con la propria e altrui interiorità; le opere di Stradella da decenni dialogano con il presente suggerendo negli spettatori altri modi per guardare alla realtà. Una realtà fatta di sentimento e di ragione ma dove quest’ultima ancora non è riuscita a imporre le sue condizioni.
Visto con i suoi occhi tutto il reale è sorprendente, e la sorpresa genera stupore. Uno stupore che interagisce con l’inconscio, ne smuove i sedimenti profondi; genera rappresentazioni, suscita emozioni che per empatia diventano comuni a ognuno che si metta davanti a una tela di Stradella con la voglia di capire.  Sono opere piene di suggerimenti, hanno titoli immaginifici e narrativi, ci mettono su una pista e poi lasciano che il colore e i reliquati segnici che affiorano dalla superficie pittorica ci aprano  possibilità di comprensione o di emozione.

 

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Luigi Stradella e Dario Porta (Foto di Antonio Cornacchia)

 

Nel corso del tempo, alcuni decenni - dalla svolta verso la non figurazione dell’inizio degli anni Sessanta - i lavori di Stradella battono le strade della propria interiorità, del proprio inconscio. Si sono nutriti del dialogo in lontananza con i poeti della stagione ermetica italiana, Ungaretti, Montale, Luzi; da essi egli ha attinto repertori linguistici e consonanze esistenziali. Dall’incontro e spesso dall’amicizia con altri importanti intellettuali e critici: Bo, Volponi, Sanesi, De Grada, De Micheli, Lambertini, Rizzi e molti altri, Stradella ha potuto verificare al fuoco della critica la tenuta del suo lavoro, della sua ricerca, esistenziale e spirituale, prima ancora che artistica. La sua è un’avventura umana alla ricerca di verità, una ricerca senza fine. Proustianamente una verità che va cercata sempre “oltre” il traguardo che si è raggiunto o si è creduto di aver raggiunto.

 

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In questa continuo travaglio esistenziale Stradella  sa di avere punti di appoggio ai quali potersi assicurare, dove tornare, rifugiarsi, lavorare libero senza altre tensioni che non siano quelle creative. La sua necessità di pittura, che trova la giusta dimensione al cospetto  degli affetti famigliari, tra la sua casa-studio, piena di ricordi e museo dei suoi lavori, riguardati e ricordati a uno a uno come appena finiti, e magari sono trascorsi anni... I luoghi dove ha diviso la sua vita, Monza, Urbino, così diversi e così necessari al suo lavoro pittorico. Monza, dove è nato, con il verde cangiante del Parco e il “buio dei cortili”, dove nemmeno il montaliano “oro dei limoni” arriva a rischiarare la luce grigia del cielo invernale. Urbino, inondata dalla luce marchigiana, calda e accogliente; due città e due piccoli-grandi fiumi: Lambro, Rubicone, così presenti nell’opera del pittore, con quel loro unire e trasportare, sedimentare o far esondare la sua piena sentimentale.
Sono ancora altre le domande che interpellano l’animo sensibile di Stradella. Sono presagi che egli scova nelle più prosaiche situazioni della vita quotidiana: nelle epifanie d’insetti sui vetri di una finestra, nelle gore sul lastricato del cortile, come anche nelle cronache quotidiane del suo tempo. Segni che egli riporta sulla tela pescando nel proprio inconscio gli strumenti per decriptarli e, qualche volta, riuscendo a fargli assumere il valore di profezia.

 

Chi è Luigi Stradella

 

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Luigi Stradella (Foto di Antonio Cornacchia)

 

Nasce a Monza nel 1929. Nipote di Emilio Parma (1874 -1950), accreditato pittore monzese fedele continuatore della tradizione pittorica ottocentesca, Stradella trova nella cerchia familiare gli stimoli per imboccare la strada della professione artistica.
Studia e si diploma nel 1952 all’Accademia di Brera, avendo tra i suoi insegnanti Aldo Carpi, una delle figure che lasceranno un’impronta indelebile sul suo futuro operato.  Stradella si è a sua volta  dedicato all’insegnamento per oltre un ventennio presso la Scuola d’Arte del Castello Sforzesco. All’inizio degli anni Cinquanta datano anche le prime esposizioni personali, nelle quali un giovane Stradella si presenta all’insegna di un realismo moderatamente permeato da una linea sperimentale nell’uso del colore. Le esposizioni collettive e personali si fanno via via più numerose; molte le partecipazioni a mostre e premi di pittura organizzate da istituzioni pubbliche e private.
Nel 1961 Stradella dipinge l’opera Novembre sul Lambro, che segna una svolta decisiva: il passaggio verso una pittura che fa a meno della figurazione.
In seguito l’artista si dimostrerà fedele a questa modalità, ormai del tutto assimilata, di fare pittura. Si dedica anche alla grafica e per un lungo periodo alla pittura con i pastelli a olio.
La sua maturità artistica lo vede impegnato tra Monza e Urbino, tra le intonazioni fredde della luce lombarda e quelle chiare e avvolgenti delle terre marchigiane. Conosce e frequenta importanti scrittori, critici e intellettuali del 900 italiano: Luzi, Volponi, De Grada,  Carlo Bo.
La sua attività espositiva non conosce sosta. Il suo rapporto con la sua città natale è continuo, dopo le partecipazioni ai Premi Città di Monza, nel 1993 una sua mostra personale è organizzata in Arengario dai Musei Civici; seguiranno molte altre esposizioni personali tra le quali quella recente (2012), alla Galleria d’Arte Contemporanea di Lissone.
Ricco e di estremo interesse il corpus di opere passate al patrimonio civico del Comune di Monza, in particolare va segnalata l’opera Passione secondo San Matteo, realizzata dal maestro nel 1998 per il fondale della Civica Sala Maddalena.
Luigi Stradella non è personaggio al quale può venir meno l’ispirazione: attualmente, all’età di 85anni, continua a dipingere lasciandosi trasportare da passione e poesia.

 

Per un risveglio 1980

Per un risveglio (1980)