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Dossier: Gli anni Ottanta. L'Art Nouveau: fucina di giovani musicisti monzesi e brianzoli, la New Wave di Underground Life, Faded Image e Tasady

 

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i può dire che il provincialismo di Monza e della Brianza abbia raggiunto il culmine negli anni '80. Chi ha vissuto gli anni '80 in città, ha potuto respirare quella particolare aria stagnante, prodotta dalla dipendenza dalla vicina metropoli che la rendeva pressochè priva di vita culturale.

art noveau - biglietto serata anni 20 davantiEppure, nonostante questo, all'inizio del decennio la città ha potuto vantare un piccolo gioiello di espressione culturale: per un breve periodo, negli anni dall'81 all'84, il luogo di periferia per eccellenza, le case popolari di Cantalupo, soprannominato il Bronx di Monza, balzò alla notorietà nazionale e anche oltre per la presenza di un centro di produzione musicale d'avanguardia.

L'unico centro sociale esistente a Monza, quello di via Zuccoli, costruito nel complesso delle case popolari (probabilmente per eccesso di sensibilità sociale di progettisti un poco anomali degli anni '60, visto che poi non venne replicato in altri quartieri) divenne il punto di riferimento della scena musicale cittadina.

Gli anni '80 si possono definire un capolinea, l'esaurirsi dei grandi conflitti sociali e politici di massa. Nei movimenti giovanili il riflusso si era convogliato in gran parte verso l'interesse alla fruizione musicale. Abbiamo visto in una precedente narrazione pubblicata in questa rivista, come a Monza non riuscì a prendere corpo il movimento di occupazione degli spazi sociali, contrariamente a quanto avvenne a Milano, con la sua caratteristica, quasi unica in Italia, a riprodurre tendenze simili di altre metropoli europee, grazie alla presenza di una massa critica, in grado di creare una vasta rete di spazi occupati, riportata in una pubblicazione del Centro Sociale Leoncavallo al culmine degli anni '80 e tuttora attiva in gran parte.

 

Nasce l'Art Nouveau

Fu naturale e spontaneo per alcuni ragazzi del quartiere cominciare a frequentare e fruire gli spazi del piccolo centro comunale. I giovani non erano diversi dagli altri che in Germania o in Francia seguivano lo stesso flusso culturale, iniziato in Inghilterra nella prima metà degli anni '70 con il movimento Punk. Il nucleo originario nacque con la frequentazione di gruppi amicali, legati a volte da intrecci parentali (nei tre gruppi trattati in questo servizio si ripetono altrettante coppie di fratelli). Così, il seminterrato del centro si trasformò nella sala prove di giovanissimi al debutto: i Feded Image che gravitavano nell'area dei più noti Underground Life e in seguito se ne aggiunsero altri come i Professor Romei.

 

art noveau - biglietto serata anni 20 retroIn breve il nucleo originario divenne un aggregato numeroso e la sala diventò un palcoscenico dove si esibivano anche gruppi di altri quartieri e poi di città vicine, fino a raggiungere una rilevanza nazionale. Venne organizzato il primo festival Oi/Skinhead nazionale nel 1983: centinaia di giovani accorsero e riempirono il quartiere al grido “scenderemo nelle strade”, una canzone allora molto popolare dei bolognesi Nabat. La voglia di esprimere a gran voce i pensieri e i bisogni della nuova generazione, destarono subito sospetto e preoccupazione di “ordine pubblico”: per la prima volta si vide un massiccio dispiegamento di celere a presidiare militarmente le strette vie delle case popolari.

Un trattamento prima riservato a ben altri luoghi. Le case popolari, lo spazio per eccellenza votato alle condizioni di povertà e al disagio sociale, era abituato ad avere altri tipi di attenzioni da parte delle forze dell'ordine, più individualizzate e più legate al fenomeno di microcriminalità di sopravvivenza diffusa. Il piccolo quartiere si sostituì, inaspettatamente, agli altri luoghi del conflitto sociale e politico, attivo negli anni precedenti e dove si stava lentamemte spegnendo: le fabbriche e le scuole.

faded image - 1984Un coagulo di giovani, intenzionati a divertirsi, a conoscere e a praticare l'arte della musica, non avrebbe dovuto suscitare preoccupazioni all'ordine costituito: era una risposta rivitalizzante per la città-dormitorio e priva di vita culturale. In teroria avrebbe dovuto essere un beneficio. Eppure la storia del centro ebbe un declino imprevisto e rapido. Nel giro di poco tempo cominciarono i problemi: con l'afflusso di giovani di ogni estrazione, si infiltrarono personaggi poco interessati alla musica e più agli affari legati alla diffusione delle droghe.

Anche di questo argomento abbiamo scritto qui nella rivista, in merito agli interessi nascosti dietro il narcotraffico e di come taluni governi li abbiano occultamente favorito ai fini del controllo sociale. Queste dinamiche si sono prodotte, sempre nello stesso periodo, anche nei confronti dei centri sociali milanesi. Ma qui, nel "Bronx di Monza", la mancanza di una solida organizzazione politicizzata, come nel caso dei centri sociali di Milano, non ha permesso di fronteggiare i fenomeni e il risultato è stato il progressivo decadimento dello spazio, fino alla definitiva chiusura da parte del comune.

La politica qui era assente. Non c'era un gruppo di determinati. “sovversivi” a preoccupare. Però, l'energia sviluppata dall'aggragazione, era una condizione pre-politica, un humus culturale dirompente che avrebbe sicuramente elevato ed emancipato le coscienze. Forse era proprio questo a impensierire e per conseguenza a indurre l'intervento, da parte delle autorità,  in modo repressivo e indistinto, chiudendo tutto e senza provare a salvare quanto di buono poteva essere salvato. Cosa invece messa in campo, anni dopo, con le politiche giovanili promosse dalla provincia di Milano che lanciò le rassegne musicali di Scorribannde. Quanto è avvenuto è fonte di vergogna e tende ad essere rimosso dalla memoria storica. Non c'è un colpevole individuabile e nemmeno il fenomeno può essere imputabile a una sola causa.

 

 

Underground Life: la New Wave made in Monza

Gli Underground Life sono stati uno dei più importanti gruppi degli anni '80 italiani. Qui è riportata la biografia completa. Il gruppo nacque a Monza nel 1977 su iniziativa del batterista Lorenzo La Torre al quale si unirono altri giovanissimi di 16\18 anni: il bassista Paolo Civita, il tastierista Antonio Cardellicchio e il cantante Giancarlo Onorato, artista poliedrico di elevato livello culturale.

20120926-Underground-LifeNel 1979 venne pubblicato il primo 45 giti "Noncurance. Dopo l'incisione dell'Ep "Cross" il gruppo fu tra i primi in Italia a usare liriche in lingua inglese, pubblicando il disco "The Fox". Nel 1984 furono scritturati dall'IRA di Firenze, etichetta più importante della New Wave italiana e partecipano alla compilation Catalogue Issue con due brani. L'anno successivo realizzarono "Fuoco nella città di ghiaccio".

A causa di alcuni contrasti con l'IRA la formazione cambiò produttore e con l'ingresso di Enzo Onorato al basso il gruppo incise le opere di maggior pregio: "Filosofia dell'aria", album ispirato all'omonimo romanzo del leader Giancarlo Onorato, una delle pietre miliari della New Wave italiana e "Gloria Mundis"

Successivamente passarono all'etichetta Lilium, pubblicando la raccolta "La primula rossa" e nel 1993 incisero il loro ultimo lavoro: "Questo soave sabba" prodotto da Alberto Radius.

Dopo il tour di promozione di "Questo soave sabba" il gruppo si sciolse e Giancarlo Onorato (qui il sito personale) iniziò la propria avventura solista tuttora attiva.

 

 

Faded Image: il sottobosco New Wave

Una impellente necessità di esprimersi con un nuovo spirito comunicativo: questo ha fatto dei Faded Image una singolare meteorite sonora nel panorama New Wave. Il gruppo primogenito dell'Art Nouveau iniziò a suonare all'inizio degli anni '80 con il nome Panico: come per gli Underground Life l'età media era di soli sedici anni. Una musicassetta auto prodotta “Dietro le mura” del 1982 suggellò il debutto, rilevando peraltro il ruolo di precursori delle tendenze espressive future, con l'introduzione di strumenti come l'organo e la fisarmonica.

Daniele Manini - foto nell Art Noveau 1983La formazione originale era composta da: Daniele Manini, cantante e autore dei testi; Roberto Barbini, tastierista e autore di gran parte delle musiche; Davide Colzani al basso, al quale subentrò Enzo Onorato fino al 1986 e poi l'ultimo bassista Fabrizio Spadea; Marco Manini chitarrista; una serie di batteristi tra cui Angelo Ros, Angelo Cosenza e Luigi Colombo. Il percorso del gruppo si intersecò più volte con gli Underground Life, con cui condivideva gli spazi, le amicizie e la stessa carica comunicativa. Qui una intervista al gruppo.

Influenzati dalla Wave d'Albione, I Faded Image misero in mostra un grande potenziale nell'attività live. Purtroppo per vari motivi il gruppo ha lasciato poche testimonianze registrate: gli Ep "Modern" del 1984 per Supporti Fonografici e "Diaidia" del 1987 prodotto da Toast Records. Parteciparono ad alcune raccolte tra cui "Punto Zero" con il brano "La malattia" del'91.

Faded Image 1982Negli anni '90 Daniele Manini e Roberto Barbini diedero vita ad un nuovo gruppo: Circo Fantasma, reintroducendo l'uso della fisarmonica e spostandosi verso sonorità Folk da combattimento: testi meno darkeggianti e più politicizzati. Al primo Cd del 1997 fu dato il titolo esplicito: "Ninna nanna per la classe operaia" . Attualmente il  sodalizio prosegue con il teatro canzone di Banda Putiferio, nato nel 2003 dal progetto live condiviso con altri attori.

 

 

 

 

 

Tasaday: dal post industriale al tribale

Parallela alla esperienza dell' Art Nouveau si sviluppa il percorso di Tasaday: alcuni diciottenni di Monza e Carate Brianza danno vita a Die Form e Orgasmo Negato. In questo caso lo spazio di aggregazione viene individuato nell'abitazione di due componenti del gruppo, i fratelli Ronchi di Carate, adibito a sala prove e piccolo studio di registrazione che permette la nascita di una lunga produzione musicale post industriale d'avanguardia: partiti sotto l'influenza delle tendenze espressive dei britannici Trobbing Cristle ben presto si rivelano percettori sensibili di quel processo di globalizzazione iniziato proprio in quegli recensione concerto virus con foto all art noveauanni: i due gruppi si scompongono e ricompongono in un percorso di esplorazione culturale che li porta a studiare l'espressionismo del nuovo cinema tedesco, la sociologia francese di Jean Braudrillard e la filosofia di Martin Heiddegger, dando successivamente vita a Tasaday,  nome preso in prestito da una sconosciuta tribù, scoperta qualche anno prima in un remoto bacino pluviale delle Filippine. Il tribale e il post industriale si incrociano e con Tasaday assumono anche una declinazione identitaria territoriale: la Brianza degli anni '80 con le sue trasformazioni post industriali e culturali. Il gruppo fa capolino più volte all'Art Nouveau, ma per scelta resta confinato nella espressività d'avanguardia, assai distante dalla fruizione commerciale di massa e quindi patrimonio di una cerchia ristretta di cultori, prendendosi tuttavia uno spazio nell'Olimpo delle cult-band internazionali.

 

 

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.