Chiusura di Abitatori del tempo 2011 con il filosofo ex sindaco di Venezia «Non arriveremo mai a fare la cosa “verità”, ma lo scopo della ricerca della sua affermazione permette di avvicinarsi ad essa, il che è già bello di per sé»

 

L'

incontro che chiude il ciclo di Abitatori del tempo 2011 vede come ospite Massimo Cacciari, per la prima volta ad Abitatori del tempo. Tantissime le persone che affollano l'omnicomprensivo di Vimercate martedì 31 maggio, sia per la risonanza del nome del relatore, sia perché, come ricorda il moderatore Alfredo Tomasetta, il bisogno di filosofia e di verità è un bisogno sociale molto sentito.

Che cosa significa verità? Questa la domanda cui Cacciari deve rispondere, e lo fa partendo molto semplicemente dal significato etimologico della parola. Una partenza semplice quanto falsata dato che Cacciari ammette che in realtà non si sa davvero da cosa derivi esattamente“verità”. Una tesi accreditata nell'ambito delle famiglie romanze la vede vicina al suffisso -ver una probabile spiegazione: -ver indica “reale”, come in “severus”: “che non si lascia influenzare dal reale”. Partenza giustificata dal fatto che Cacciari dichiara che i filosofi dovrebbero essere innanzitutto filologi – per parlare e riflettere, bisogna sapere come parli; le lingue pensano e influenzano il pensiero.

Nell'inglese “truth” (verità) deriva da “true” (vero), la cui radice significa “sincero, credibile”; nella lingua madre di tutte, il sanscrito, verità si dice “satia”, parola che ha la stessa radice di “essere”: dunque, il vero è ciò che realmente è.

Ma cos'è la verità? È ciò che merita di essere custodito e portato in noi; essa ci trascende, come la divinità, che è così e non potrebbe diversamente. Eppure, riflette Cacciari, la nozione di verità che abbiamo oggi è soprattutto quella di verum factum, cioè di prova, evidenza, di prodotto della logica filosofica e dell'intelletto, risultato dell'esperimento scientifico. Naturalmente, nessun filosofo né scienziato ritiene mai che la sua teoria sia l'ultima, quella definitiva, ma la sua verità proposta diventa comunque quella più probabile, quella più vera (rispetto alle altre); si cade dunque nell'ambigua situazione in cui la verità assume la doppia accezione di non definitiva ma comunque effettiva, proponendo l'idea di una verità funzionale e temporanea. Questa abitudine a considerare la verità come un'entità funzionale può indurre a pensare che la verità non dimostrabile non sia più più vera di quella che lo è, mentre la funzionalità è una dote aggiuntiva e non fondamentale della verità stessa. Per esemplificare, Cacciari fa il caso in cui si dice “ti amo”: si sta dicendo una verità indimostrabile, dato che nessuno può dare una dimostrazione pratica, scientifica o logica di tale affermazione; nondimeno, però, si è nel “vero”.

La “mathesis” (greco, inteso come dimostrabilità tramite segni) non ha a che fare assolutamente con la verità: bellezza o amore sono cose che non si possono dimostrare o insegnare, ma esse sono tanto più autentiche in quanto portatrici dell'esperienza di vita di chi le ritrova.

La verità, secondo Cacciari, è la dimensione nella quale è possibile fare esperienze di filosofia, scienza, amore, bellezza, ecc. In questa dimensione, le verità (quelle funzionali, che siano esse di tipo religioso o scientifico o logico) giocano e dialogano. Conclude, Massimo Cacciari, ammettendo che non arriveremo mai a fare la cosa “verità”, ma lo scopo della ricerca della sua affermazione permette di avvicinarsi ad essa, il che è già bello di per sé.

Conclusione che lascia sfuggire allo spettatore medio un dubbioso: "...sarà!"

 

Chi è Massimo Cacciari

Nato a Venezia nel 1944, Massimo Cacciari frequenta il Liceo Classico Marco Polo e  nel 1967, sotto la guida del professor Dino Formaggio, si laurea in filosofia all'Università di Padova con una tesi sulla Critica del giudizio di Immanuel Kant. Nel 1980 diviene professore associato di Estetica presso l'Istituto di Architettura di Venezia, dove nel 1985 diventa professore ordinario. Nel 2002 fonda la Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele a Cesano Maderno, di cui è Preside fino al 2005. È tra i fondatori di alcune riviste di filosofia, che hanno segnato il dibattito dagli anni sessanta agli anni ottanta, tra cui Angelus Novus, Contropiano, il Centauro. Ha pubblicato numerose opere e saggi, tra i quali meritano una particolare attenzione: Krisis (del 1976); Pensiero negativo e razionalizzazione; (1977), Dallo Steinhof (1980), Icone della legge (1985), L'angelo necessario (1986)[3], Dell'inizio (1990), Della cosa ultima (2004) vincitore del Premio Cimitile. Hamletica, Adelphi, Milano, 2009 è il suo lavoro più recente. I volumi Icone della legge e L'angelo necessario presentano, inoltre, alcune pagine dedicate alla filosofia dell'icona e agli esiti del pensiero del mistico russo Pavel Aleksandrovič Florenskij. Tra i numerosi riconoscimenti sono da ricordare la laurea honoris causa in Architettura conferita dall'Università degli Studi di Genova nel 2003 e la laurea honoris causa in Scienze politiche conferita dall'Università di Bucarest nel 2007. Aderì giovanissimo a Potere Operaio ed entrò nel Partito Comunista; ha ricoperto la carica di sindaco di Venezia tra il 1993 e il 2000 con la Sinistra, fu eletto nella camera dei Deputati dal 1976 al 1983 e si parlò di lui come nuovo leader dei Democratici fino alla sua sconfitta alle Regionali nel 2000. Nel 2010 ha fondato il partito politico Verso Nord, lontano sia da PD che da Pdl e che propugna un'idea di nord diversa da quella proposta dalla Lega.

 

 

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Azzurra Scattarella
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