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Riflessioni intorno al ruolo della cultura per la creazione di una nuova Provincia

Sguardo sul territorio tra paesaggio, traiettorie, armonie:
le Ville nel territorio brianteo e la costruzione di un immaginario condiviso.

Premessa

Si può considerare la nascita di una nuova Provincia come un'opportunità per ripensare il territorio? Si può assegnare in questo processo un ruolo non secondario alle risorse culturali e ambientali? Il caso della Provincia di Monza e Brianza è interessante proprio perché ci dà modo, a partire da queste domande, di fare alcune considerazioni 1.

Tratteremo di una Provincia in gestazione, che ufficialmente esiste già, ma la cui attività effettiva è prevista a partire dal 2009, oggi caratterizzata da cantieri aperti, di ricerca e di progettazione, dove è in atto una "rifondazione" culturale, ambientale, civile. L'obiettivo è di strutturare un ente, e la sua funzione amministrativa e politica, senza ignorare l'esigenza di percorrere alcune tappe conoscitive: leggere il territorio e riconsiderare i punti di forza tra i quali gioca un ruolo il consistente patrimonio culturale e quello monumentale delle Ville e dei giardini.

Incentrato su questo patrimonio, nasce un progetto di ricerca finalizzato a costruire percorsi culturali di riscoperta per i visitatori ma soprattutto per i cittadini della futura Provincia.
Intorno a questo progetto di ricerca, che usa il turismo culturale come pretesto per accendere i riflettori sulle risorse culturali e su come esse possano costruire cittadinanza e contribuire alle politiche della Provincia, si muoveranno le nostre riflessioni.

 

Il percorso di una Provincia che nasce

La Provincia sarà attiva a pieno titolo a partire dal 2009, ma fin da adesso si studiano i modi per renderla un organismo radicato nel territorio, rispondente alle esigenze del cittadino 2. Nasce come costola della Provincia di Milano, si sta sviluppando e crescendo in questi anni di preparazione mantenendo lo stretto rapporto di relazione con quest'ultima (sul solco di una tradizione secolare) e con le altre province limitrofe, cercando di considerare i confini amministrativi come occasione di progettazione interprovinciale su temi comuni.
Il percorso di costruzione della Provincia è particolare.
Sul tavolo sono presenti diverse questioni cruciali, alcune inerenti il processo di definizione della struttura organizzativa della Provincia, altre che riguardano il territorio i suoi problemi più importanti, le sue potenzialità. La parola che si sente nei discorsi con maggiore frequenza è cantiere. A ribadire, se mai ci fosse bisogno, la proverbiale operosità del territorio, e il suo riflettersi anche nell'agire degli amministratori che stanno costruendo questo nuovo organismo, ma anche a lasciar intendere un processo aperto e creativo, innovativo nelle forme oltreché nei contenuti.

In uno di questi cantieri aperti è allo studio il modello gestionale e operativo della nuova Provincia: parte dall'analisi del modello di quella di Milano ma l'intento è di modificarlo per adattarlo alle esigenze specifiche del territorio. Tra queste anche il policentrismo, ossia la presenza di sedi dislocate nel territorio, o l'esigenza di un servizio più vicino al cittadino, che si esprima anche considerando la capacità di ascolto e di risposta nel quotidiano rapporto tra impiegati e utenti.

Altri cantieri significativi riguardano 3:

  • il tema dei servizi e la formazione, con una proiezione sulle dinamiche del mondo del lavoro

  • le infrastrutture

  • la rete per quanto riguarda le questioni sociali

  • le attività della Protezione Civile e altre unità operative promosse dall'Istituzione

  • il tema dell'aggregazione delle Aziende Multiservizio della Brianza

  • il tema ambientale e paesaggistico

  • la coesione e la progettualità da sviluppare tra comuni che non hanno mai collaborato tra di loro (avendo avuto tutti sempre come riferimento Milano).

Per comprendere lo sforzo progettuale della nuova Provincia bisogna considerare certamente due aspetti: l'influenza che ha sul processo costruttivo la parte imprenditoriale e produttiva della società brianzola, che chiede strumenti, struttura, flessibilità e agilità, per continuare a competere a livello internazionale. Allo stesso tempo esistono esigenze di ridefinizione, proprio al fine della competizione ma non solo, di caratteristiche, valori, senso, perfino dei confini, da attribuire alla Brianza, fino ad oggi area territoriale suddivisa su tre province.

In questo percorso il patrimonio culturale e il paesaggio servono anche a dare una risposta alle domande su cosa sia davvero la Brianza, quali i suoi confini effettivi, quali le sue caratteristiche.
Esiste dunque il bisogno di recupero di un immaginario condiviso e di definizione di un'identità comune (da non intendersi nel senso della cristallizzazione dei valori di un tempo o di una chiusura nelle proprie tradizioni). Sembra necessario poi ristabilire un contatto più armonico o più consapevole con il territorio, le sue peculiarità, le sue prospettive, le "quinte teatrali" del paesaggio, perfino nelle sue aree più densamente urbanizzate.

 

Definire la Brianza: Città infinita vs Brianza verde

La Brianza è territorio complesso e articolato. Città infinita, secondo Aldo Bonomi 4, area verde e collinare secondo molti milanesi che della Brianza hanno ancora l'idea del fuori porta, fuori dal'ambiente cittadino e urbanizzato che per definizione è Milano.
Queste due immagini del territorio brianteo, in contrasto apparentemente, in realtà sono utili a cogliere una coesistenza di situazioni.
Che la Brianza in questi decenni sia stata interessata da uno sviluppo industriale e urbano rapido e intenso non è una novità per nessuno: uno dei motori dello sviluppo italiano, sede del distretto del mobile, luogo di un continuum abitato da un centro all'altro, con un paesaggio radicalmente mutato in alcune aree.
Allo stesso tempo, e coerentemente con l'immaginario di molti lombardi e in particolare milanesi, è indiscutibile l'importanza della presenza di aree verdi, di colline, brughiere, parchi e giardini: per tutti basti pensare al Parco della Villa Reale di Monza, esempio straordinario di patrimonio ambientale brianteo 5.

Ci troviamo insomma davanti a due paesaggi mentali: quello della città infinita appunto e quello di una Brianza verde e amena, entrambi corrispondenti a parte della realtà del territorio.
Ma la definizione di Brianza non può prescindere dall'intraprendenza e imprenditorialità dei suoi abitanti, non disgiunte dall'importanza dell'associazionismo, realtà forte e imponente. A questi caratteri va aggiunto un fenomeno relativamente nuovo, quello della ricerca di occasioni di intrattenimento culturale e di godimento estetico.
La fame di iniziative culturali è il segno che non basta più solo lavorare, costruire e produrre, e tornare a casa alla propria famiglia, caratteri propri di una società che usciva dalla guerra e dalla povertà per entrare nella ricostruzione e nel boom economico.
La riscoperta dei beni culturali, legata al gusto del bello, è collegata al progressivo restaurare e aprire le Ville.
E' legata alla cultura, quindi, l'opportunità di ridefinire un territorio, sia nella immagine che si vuole dare all'esterno, sia nel nuovo modo di rappresentarsi e di rispecchiarsi, rivolgendosi all'interno, al pubblico di cittadini, ai quali appartiene anche un riscoperto bisogno di cultura e di bellezza.

 

Le Ville al centro di una trama di relazioni territoriali

Fatte queste premesse è opportuno introdurre il progetto 6 incentrato sulle Ville della Brianza, il cui obiettivo principale è stato di studiare possibili strade di valorizzazione in un'ottica turistica, dove il turismo è però anche strumento di riposizionamento di immagine e di aumento di competitività generale, e al contempo stimolo per gli abitanti al (ri)conoscere i propri valori e le proprie ricchezze.
Il lavoro prodotto è partito da una ricognizione che introduceva brevemente il territorio della Brianza, riportandone dati generali e di inquadramento socio-economico, per passare poi a elencare particolarità delle Ville e di altre risorse integrabili. Il repertorio delle Ville, insieme alle altre risorse del territorio, è stato descritto per essere tradotto in un'offerta da indirizzare e articolare per diverse tipologie di pubblico indicate in fase preliminare.
Questa fase di analisi è stata seguita dalla delineazione di due scenari, per individuare direzioni strategiche e azioni operative.
Durante questo lavoro è stato inevitabile riflettere su quanto le Ville costituiscano un atto di costruzione e di affermazione di un'idea del bello. Centri di vita civile e sociale, le Ville patrizie o Ville di delizia sono il perno dell'operazione di riscrittura di percorsi di attraversamento del territorio.
Con un ruolo aggiuntivo, quello di fare da collante tematico o da filo conduttore rispetto alle risorse ambientali e alle altre risorse culturali del territorio. Sono state quindi elaborate due modalità di valorizzazione:

  • le Ville al centro dell'offerta del territorio, per gli appassionati di dimore storiche, amanti dell'arte e della cultura in generale, dove la Villa è occasione di rispecchiamento e di lettura del microcosmo territoriale brianzolo

  • le Ville in rapporto alle altre risorse del territorio e ad altri filoni tematici, dove la Villa è stazione, pausa, approfondimento, snodo di scambio, punto di contatto.

Tra questi temi citiamo in modo sintetico i seguenti:

  • la contemporaneità, il design, l'archeologia industriale, l'arte contemporanea

  • il patrimonio ambientale

  • la storia del territorio.

La trama di relazioni al cui centro si trovano le Ville merita un approfondimento.
Se, infatti, appare più scontata l'affinità con l'ambiente e con il verde, ampiamente rappresentato dai diversi giardini presenti in Brianza, più curioso pare il legame tra la Villa e le presenze industriali (archeologiche e non). Difficilmente possiamo, infatti, considerare bello il paesaggio dove più densa è stata la costruzione di industrie, eppure è proprio quel tessuto a raccontare qualcosa di straordinariamente interessante rispetto alla storia recente sociale e produttiva italiana. Si va dalle industrie che hanno costruito, in questa come in altre aree italiane, il boom del secondo dopoguerra, alle imprese, come quelle del distretto del mobile, per esempio, che continuano a produrre know-how e un design d'avanguardia apprezzato a livello internazionale.
Collegare tutto ciò alle Ville significa cercare di tenere un filo rosso nel labirinto di segni e opere che potremmo incrociare muovendoci nel territorio, sapendo intrecciare testimonianze del contemporaneo, monumenti del passato industriale, e quella continua tensione all'armonia rappresentata dalle Ville.
E' importante anche rimettere nella giusta luce le storie, gli eventi e fatti legati, per esempio, a viaggiatori illustri che iniziavano il loro Grand Tour in Italia o a rappresentanti dell'Illuminismo lombardo, e milanese in particolare, che nella Brianza soggiornavano. Saper mettere a frutto gli echi letterari e gli appunti di viaggio significa costruire atmosfere e contenuti, che diventino poi concretamente servizi per le visite 7.

 

Territori turistici, culturali, creativi

Il classico percorso di valorizzazione del territorio prevede la messa in opera di itinerari e servizi che costituiscono l'offerta territoriale: si è fatto così anche in questo lavoro di ricerca per le Ville Briantee. Ma questa offerta a chi si deve destinare?
La risposta finora data in progetti simili individua i turisti come naturali destinatari. Si è sempre pensato cioè a mettere in relazione il patrimonio culturale con il visitatore esterno al territorio, colui che venendo da fuori porti possibilmente una richiesta di servizi di accompagnamento, di ristorazione, di ricettività. Nel costruire un percorso di valorizzazione, quindi, si è finora scelta e messa in atto una "matrice attrattiva", riprendendo una definizione che di questo fenomeno ha dato Xavier Greffe 8. Ma, come Greffe sottolinea, è importante forse passare ad una "matrice disseminatrice" 9 cioè ad una relazione nel territorio tra attori produttivi e agenti artistici e centri culturali, senza recludere la bellezza e la cultura nell'unica funzione di testimonianza, ma mettendo in contatto i diversi ambiti, al fine di continuare a produrre creatività, con positive ripercussioni nell'aumento del capitale della conoscenza.
In altre parole si tratterebbe di non congelare la risorsa culturale in un mero percorso di valorizzazione turistica, ma di metterla in relazione con tutto quello che il territorio produce, al fine di innescare scintille, processi, prodotti creativi, e di dare quindi una perpetuazione e un'attualizzazione al valore artistico del territorio, in un'economia come quell'attuale, che sui valori immateriali si basa sempre più.

 

La cultura come lente di osservazione del territorio

Ricapitolando, ci avviamo alle conclusioni. Un territorio come la Brianza e l'esperienza di ricerca e progettazione raccontata (di cui il lavoro sulle Ville è solo un tassello), rappresentano il tentativo di riconfigurare l'assetto delle proprie risorse avendo come punto di vista la qualità del vivere dei propri cittadini.
A tal scopo si ripensa la relazione tra paesaggio e persone in un territorio che ha subito modificazioni pesanti, dove tra l'intensa urbanizzazione e gli spazi verdi di valore, è possibile osservare ancora stratificazioni culturali e un uso equilibrato del territorio.
Ripensare il territorio è un'azione che parte proprio dalla riscrittura dei confini amministrativi e dalle implicazioni che ciò comporta per i cittadini. Alla base di tutto alcune domande: come spiegare al cittadino il passaggio? Come rendere non vuota propaganda la decentralizzazione del servizio pubblico, ma occasione per adattare l'istituzione e i suoi funzionari alle esigenze del territorio?
Come far accettare la nuova presenza istituzionale e far sì che esista un rapporto di identificazione, di relazione?
Definire la nuova struttura organizzativa della Provincia ma anche dare una risposta politica alle esigenze di un territorio produttivo e in competizione, ha significato assumere un nuovo filtro per osservare il territorio.
Quello delle risorse culturali è uno degli ambiti dove meglio si giocano gli scambi e gli incontri di visioni per il ripensamento del territorio.
In questo contesto di riflessioni si situa un lavoro come quello per le Ville, che ha significato pensare ad un'offerta non solo turistica, ma che con la scusa del turismo potesse dare occasioni al territorio stesso, ai suoi abitanti e ai suoi operatori, per osservare con occhi diversi le proprie bellezze.
E sullo sguardo giocano molte delle metafore su cui si impernia la progettualità della Provincia. La cultura è quindi una lente per leggere il territorio, e le Ville diventano punti luminosi di un sistema, stelle di una costellazione, che aiuta ad orientarsi nel territorio, a rivedere il proprio paesaggio, specchio della propria storia, a cui legare un nuovo senso di identità e cittadinanza.


1 Questo articolo prende le mosse dal lavoro svolto per e con l'Associazione Castelli e Ville aperti in Lombardia (più precisamente si veda nella nota 6), ma trae spunto dagli incontri progettuali e di follow up avuti con Giampiero Bocca (Responsabile Attività Culturali e Turistiche, Direzione Centrale Assessorato per l'attuazione della Provincia di Monza e Brianza, Provincia di Milano), e con l'Assessore Gigi Ponti (Assessore provinciale per l'attuazione della Provincia di Monza e Brianza, Provincia di Milano), che ringrazio per la loro disponibiità.

2 Fino al 2009 la competenza amministrativa è ancora formalmente all'interno della Provincia di Milano. La Provincia è già istituita, ma non perfezionata: esiste un arco temporale significativo entro il quale saranno definiti gli aspetti di natura gestionale e organizzativa. L'Assessorato per l'attuazione della Provincia di Monza e Brianza lavora in funzione di questo mandato e impegno, insieme ai Sindaci e al Commissario di Governo, ognuno con la sua parte e ruolo, con l'obiettivo di avere una nuova dimensione provinciale e di creare una struttura pronta a lavorare, a partire dal primo consiglio provinciale del 2009.

3 Indichiamo anche il sito web della Provincia di Milano dedicato al Progetto Monza e Brianza www3.provincia.mi.it/monzabrianza/index.html, e, nell'elenco dei cantieri, il link dedicato all'area cultura www3.provincia.mi.it/monzabrianza/cantieri_incorso/cultura.turismo_cantierecultura.html

4 A cura di Aldo Bonomi, Alberto Abbruzzese, Città infinita, 2004, Bruno Mondadori, Milano

5 Accanto al rinomato Parco della Villa Reale di Monza e a riprova del non trascurabile patrimonio ambientale brianzolo, citiamo altre aree come:

  • Parco del Molgora

  • Parco della Brughiera Briantea

  • Parco delle Groane

  • Parco della Valle del Lambro

  • Parco Brianza centrale

  • Parco Grugnotorto-Villoresi

  • Parco La Valletta

6 Il progetto, commissionato dall'Assessorato per l'attuazione della Provincia di Monza e Brianza all'Associazione Castelli e Ville aperti in Lombardia, è stato condotto da uno staff di ricerca composto da Laura Patti, Responsabile Progetti e Consulting dell'Associazione, per il censimento delle risorse e l'inquadramento territoriale, e da Noemi Satta, come consulente esterno ed esperta di marketing culturale e territoriale, per la definizione della mappatura delle risorse del territorio e delle linee guida strategiche. Il documento è interno ma possono essere richieste informazioni e chiarimenti a Noemi Satta noemi@noemisatta.com

7 Perché queste esperienze funzionino si ha bisogno di definire servizi di qualità di tipo turistico ma soprattutto legati all'animazione, alla teatralizzazione e alle capacità di presentare il territorio. In generale si segue il trend turistico del "narrare i luoghi" che sta prendendo piede soprattutto nei casi di contenitori tematici, creati per presentare l'offerta di un'area (come nei casi di parchi letterari, di parchi tematici culturali, di ecomusei, di musei del territorio, etc) a partire da una risorsa immateriale.

8 Facciamo qui riferimento al suo intervento dal titolo "Culture, creativity and local government" presentato al convegno "Linking Creativity and culture for an innovative local development", tenutosi nel novembre 2005 al Mart di Rovereto(TN), www.trentinocultura.net

9 Alcuni aspetti teorici della "matrice disseminatrice" non sono lontani dalle tesi sulla creatività di Richard Florida, contenute nel noto testo L'ascesa della nuova classe creativa, edito da Mondadori nel 2003. E' anche interessante vedere un recente studio sui territori creativi, L'Italia nell'era creativa, di Irene Tinagli e Richard Florida, scaricabile dal sito http://www.creativitygroupeurope.com

Per gentile concessione dell'autrice e di Fizz - Ftzcarraldo Fondazione