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Il cantante dei Marlene Kuntz a Lissone per MusicArte con Giancarlo Onorato

Rock e letteratura. Un fertile terreno di incontro, dove i due mondi si contaminano originando miscele inebrianti in cui suoni e parole “fanno corredo al testo della seduzione”1

Giovedì 5 marzo 2009, invitato per la rassegna MusicArte a Lissone, Cristiano Godano ci ha raccontato la sua esperienza di rocker autore di testi musicali e di scrittore (I vivi, ed. Rizzoli, 2008), analizzando nel dettaglio i suoi lavori, con la collaborazione di Giancarlo Onorato.

E lo ha fatto con il suo stile inconfondibile, con quel fascino e quella rigorosità che hanno contraddistinto il percorso musicale dei Marlene Kuntz, sfociato in album come “Senza Peso”, “Bianco Sporco” e “Uno”, veri Gesammtkunstwerk, che li hanno portati ad esibirsi nei teatri, luoghi dediti ad ascolti più riflessivi ed intimi.

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Foto di Annalisa Russo

Ma è con un’invettiva sulla “futilità dell’arte”, che Godano introduce la serata. «Noi cerchiamo la bellezza ovunque»2, dunque risulta inutile riporre aspettative salvifiche solamente nell’estetica delle opere e dei manufatti artistici. La bellezza risiede altrove, in ognuno di noi, nelle parti più nascoste. Di bellezza è ricolmo l’amore, ma non l’amore “convenzione”: «Molto spesso si giunge al matrimonio perché è qualcosa che si deve fare, non il coronamento di una vera unione», ma nell’incontro di anime e corpi. Da qui l’analisi di “canzone sensuale3”, in cui il sentimento più nobile viene scomposto nella sua sensorialità e idealità «Oggi vedo te, in tutte le cose... vedo solo te... e sento solo te, nella vita che bisbiglia in superficie... e assaporo te, mentre mordo un frutto e poi la liquirizia... e anche se non sei qui vorrei stringerti... è incantevole come i tuoi profumi pervadono la via!»

Godano rifugge l’etichetta del “poeta” e ironizza: «De Andrè, ispirandosi a Benedetto Croce diceva che da giovani in Italia tutti sono poeti, mentre da uomini o sono veri poeti o sono cretini». Lui, nel dubbio, preferiva definirsi cantautore.

Musica e poesia sono interdipendenti tra loro. La musicalità del testo poetico e la poeticalità del suono musicale si intrecciano e si abbracciano, come in un intrigo passionale tra due amanti.

Bisogna imparare ad ascoltare per scrivere dei testi musicali e imparare a leggere prima di fare letteratura, imparare come taluni scrittori abbiano raggiunto certi effetti incantatori. E il bagaglio di letture che Cristiano ha sciorinato è apparso abbastanza vasto. Due autori su tutti, Gadda e Nabokov.

“La cognizione del dolore”, testo di Carlo Emilio Gadda, ha ispirato l’omonima canzone4, in cui il dolore cela un’atroce odio verso l’ipocrisia e l’imbecillità del mondo, tema che ritroviamo soprattutto in “Mondo cattivo5” e in “A chi succhia6” («non c’è volontà di comprendere e questo corrompe la società»).

Nel libro “La vera vita di Sebastian Knight”, di Vladimir Nabokov, l’autore propone la riflessione: «Non posso fare a meno di pensare che nell’amore ci sia qualcosa di essenzialmente sbagliato.Tra amici si litiga o ci si perde di vista, e anche tra parenti stretti, ma non c’è questo spasimo, questa fatalità, questo pathos... Non ho smesso di amarti, ma poiché non posso continuare a baciare il tuo caro, pallido volto, dobbiamo lasciarci». Con quest’ultima frase si chiude proprio il singolo “Uno7”.

Non è mancata, grazie agli stimoli di Onorato, una riflessione sull’attuale scenario politico italiano. È stata citata la canzone di Giorgio Gaber, la libertà, riproposta come cover dai Marlene nell’ultimo disco, “il Best of”. Godano ha sottolineato l’esigenza della partecipazione attiva alla vita sociale nel Paese, nelle sue varie forme, e la riluttanza del vivere come semplici spettatori. Riguardo alla presunta polemica con Bianconi, (frontman dei Baustelle), ha precisato che si è trattato di un polverone sollevato dagli internauti, a cui sì ha indirizzato una strofa del testo di “Canzone ecologica8”: «Forse sarebbe più bello tacere, in accordo coi nostri pensieri, che solo ad esprimerli in verbi e parole non sono più verità». «Non ho l’aspirazione ad andare via dall’Italia. Vorrei vivere in un Paese in cui chi governa sia messo in grado di governare, sempre entro posizioni tollerabili per la democrazia».

Alla domanda riguardo alla presenza nelle sue canzoni di “un senso di trascendenza” Cristiano ha risposto definendosi agnostico, considerando arroganti sia le posizioni di chi cerca di imporre un Dio, sia quelle di chi cerca di imporre l’assenza di Dio.

La confidenza sempre maggiore con la scrittura ha portato Cristiano alla pubblicazione di un libro contenente una serie di racconti in prosa. “Proprio come un album, fatto di singole canzoni”, fa notare Giancarlo Onorato. Godano ha affermato che da tempo riecheggiava in lui il ritornello dello scrivere un libro. Un libro che lo allontanasse dal mondo della musica e che lo allontanasse dai tanti Cristiano Godano consegnati all’immaginario della gente, che lo ritraevano per lo più come un personaggio ombroso, cupo e introspettivo, che faceva la gioia dei fan “duri e puri”. Un libro anche per far sorridere, che facesse risaltare la gioia di una consapevolezza personale acquisita.

Il tutto, verrebbe da dire, “con la precisione di un poeta che non sbaglia mai9.”

La cover di "Impressioni di settembre"
contenuta nel Best of appena pubblicato dai Marlene Kuntz

 

1 La lira di narciso, Bianco Sporco.

2 Bellezza, Bianco Sporco

3 Canzone sensuale, Uno

4 La cognizione del dolore, Bianco Sporco

5 Mondo cattivo, Bianco Sporco

6 A chi succhia, Bianco Sporco

7 Uno, Uno.

8 Canzone ecologica, Uno.

9 Laura, Senza Peso.