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Da Pratt a Pazienza, da Zerocalcare a Gipi. Il meglio di 50 anni di fumetto d'autore italiano nella mostra in corso alla Permanente di Milano

È in corso al Museo della Permanente di Milano fino a domenica 10 luglio 2016 una grande mostra dedicata agli ultimi cinquant’anni del romanzo disegnato. Si intitola “Fumetto italiano” perché di questo si tratta, di fumetti. Fumetto non seriale per intenderci, quello che da alcuni anni viene chiamato graphic novel, da quando cioé la Coconino Press ha cominciato a pubblicare direttamente in volume le opere, visto che ormai le riviste di settore erano scomparse. Fino agli anni Novanta era invece su mensili come Corto Maltese, Alter Alter, Frigidaire, Comic Art o Il grifo che le storie apparivano a puntate di poche pagine, per poi trovare nuova veste raccolte in volume. Oggi quello del graphic novel è un vero e proprio fenomeno editoriale e non c’è casa editrice che non abbia una propria collana dedicata, fino ad una inflazione del termine che non sempre viene associato a lavori di qualità e a volte neppure di narrazione di lungo respiro, che dovrebbe essere forse la caratteristica principale.

 

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Tornando alla mostra, conta quaranta autori fra i più importanti e per ciascuno da 5 a 10 tavole originali  (o meglio, pagine) di alcuni dei loro lavori più noti. Una meravigliosa carrellata di quanto di meglio sia stato pubblicato in Italia, il che molte volte ha significato nel mondo perché ci sono nomi che sono riconosciuti davvero come maestri assoluti di questo linguaggio. Hugo Pratt, Guido Crepax e Magnus con i loro Corto Maltese, Valentina e Lo sconosciuto, aprono un percorso che si sviluppa nel salone del primo piano di via Turati e attraversa i decenni senza dimenticare nessuno: dagli inquieti autori di Frigidaire come Pazienza (il cui Pentothal in mostra però fu pubblicato su Alter e di cui in questi mesi Repubblica e l'Espresso stanno ripubblicando l’intera produzione), Scozzari e Giacon, ai più “classici” Toppi, Micheluzzi, Altan, Manara e Giardino. Via via, passando per Mattotti, Palumbo, Vilella, Giandelli, Vinci fino a quelli che – parere molto personale – sono al momento i due maggiori, più significativi autori italiani viventi: Igort e Gipi. Del primo ci sono delle immacolate tavole di 5 è il numero perfetto (in fondo a questo articolo vedete la versione bi-colore invece), del secondo le pittoriche tavole inedite di Walker. Non mancano neppure le ultime leve, l’arcinoto Zerocalcare, Tuono Pettinato, Manuele Fior e Pia Valentinis.

 

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Hugo Pratt

 

Autori che si cimentano con tecniche e generi narrativi diversissimi: dall’avventura e dal magnifico e inconfondibile tratto a china del già citato Pratt, all’intimismo acquarellato di Fior nel suo Cinquemila chilometri al secondo, dai pastelli di Gabriella Giandelli al tratteggio a penna biro di Fabio Visentin, dalle grandi campiture nere di Marino Neri al sinuoso pennellino disneyano di Leo Ortolani e del suo fortunatissimo Rat-Man.

Una varietà che si traduce in enormi diversità di formati, anche. Perché seppure in stampa siano state riprodotte quasi tutte nelle dimensioni classiche da rivista o in quelle un po’ più piccole da libro, gli originali vanno dalle giganti vignette di Baldazzini, alle grandi tavole di Crepax e Manara (incredibile, in mostra non c’è neppure uno dei suoi celebri culi di donna!) fino alle minuscole sequenze del Ferriera della Valentinis. Così come profondamente diverso è il trattamento che gli autori riservano al supporto, dai cartoncini lindi da sembrare già stampati di Enoch e Micheluzzi fino ai pastrocchi sovrapposti, sporchi, impecettati e ricomposti di Crepax, Pazienza e molti altri.

 

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Manuele Fior

 

Certo la mostra permette solo un assaggio del piano narrativo dei lavori (parliamo di opere da centinaia di pagine nella versione finale), ma di quello tecnico c’è di che riempirsi gli occhi. E anche un po’ da porsi delle domande: quanto resisteranno al tempo quelli in cui non è stata usata la vecchia cara china? Cosa ne sarà dei colori così fragili di chi ha intinto il pennello nell’acquarello?
Ovvio, con la dovuta cura possono avere vita lunghissima (ce lo dimostrano i musei tradizionali in cui sono conservati disegni vecchi di secoli) ma il rischio che queste opere vadano perdute non è così remoto: basti pensare che di un lavoro che in mostra non c’è perché frutto non di un singolo autore - requisito stabilito dai curatori - ma di una coppia, il Ranxerox di Tamburini e Liberatore, pare che si siano addirittura persi alcuni degli originali e infatti l’unica edizione integrale esistente è stata realizzata riproducendo le riproduzioni, con risultati assai deludenti per molte tavole. Ma anche tanti lavori di un autore storicizzato e venerato come Pazienza nei volumi Repubblica-Espresso sono riprodotti in modo pessimo (senza nulla togliere al preziosissimo lavoro fatto dai curatori) perché non si hanno gli originali o perché gli originali stessi si sono deteriorati.

 

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Andrea Pazienza

 

Già, la riproduzione. Non va certo dimenticato che la dimensione espositiva delle tavole originali non è quella più naturale per il fumetto: linguaggio che nella riproducibilità tecnica trova la sua ragion d’essere. Tanto che nei decenni è tornata a più riprese la domanda: ma il fumetto è la tavola originale o è la pagina stampata?

A dare una risposta non saremo certo noi. Quello che possiamo fare è auspicare che ci siano sempre belle mostre come questa, che continui il lavoro di Wow Spazio fumetto (il museo diretto da Luigi Bona a Milano) e di case editrici come la Bao, la Coconino, la stessa Rizzoli-Lizard, Tunué, Beccogiallo e poche altre. Che li si chiamino graphic novel o giornaletti, sono il frutto di un linguaggio maturo, potente abbastanza da permettere ai più bravi fra gli autori che lo utilizzano di creare capolavori assoluti.

 

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Massimo Giacon

 

Fumetto italiano
Cinquant’anni di romanzi disegnati
Sede: Palazzo della Permanente. Via Filippo Turati, 34 – 20121 Milano

La mostra presenta circa trecento tavole originali, disposte in ordine cronologico e per la prima volta affiancate, di romanzi a fumetti scritti e disegnati da un unico autore: da Hugo Pratt a Altan, Carlo Ambrosini, Ausonia, Dino Battaglia, Paolo Bacilieri, Roberto Baldazzini, Sara Colaone, Marco Corona, Elfo, Luca Enoch, Guido Crepax, Manuele Fior, Otto Gabos, Massimo Giacon, Gabriella Giandelli, Vittorio Giardino, Francesca Ghermandi, Gipi, Igort, Piero Macola, Magnus, Milo Manara, Lorenzo Mattotti, Attilio Micheluzzi, Marino Neri, Leo Ortolani, Giuseppe Palumbo, Andrea Pazienza, Tuono Pettinato, Sergio Ponchione, Davide Reviati, Filippo Scozzari, Davide Toffolo, Sergio Toppi, Pia Valentinis, Sebastiano Vilella, Vanna Vinci, Fabio Visintin, Zerocalcare.

Date: 20 maggio – 10 luglio 2016

A cura di Paolo Barcucci, Silvano Mezzavilla

Consulenza scientifica: Daniele Barbieri; Sergio Brancato; Stefano Cristante; Enrico Fornaroli; Pier Luigi Gaspa;
Giulio Giorello; Luca Raffaelli

Prodotta e organizzata da Agema SpA e ViDi

Catalogo: Skira

Orari: Tutti i giorni dalle 10.30 alle 18.30
La biglietteria chiude un’ora prima
Biglietti: Intero: 8,00 euro Ridotto: 6,00 euro

Informazioni
www.lapermanente.it
www.agema.it/fumetto
www.vidicultural.com

 

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Igort

Gli autori di Vorrei
Antonio Cornacchia
Antonio CornacchiaWebsite: www.antoniocornacchia.com

Sono grafico e art director, curo campagne pubblicitarie e politiche, progetti grafici ed editoriali. Siti web per testate, istituzioni, aziende, enti non profit e professionisti.
Scrivo soprattutto di arti e cultura.

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