20171210 beni confiscati 

Una iniziativa per progetti di recupero degli immobili pubblici e di quelli confiscati alla criminalità organizzata.

Con la crisi economica è nata la consapevolezza dell’importanza del social business e di quello culturale, e del ruolo che oggi può avere la figura dell’imprenditore sociale che voglia investire le sue risorse ed il suo tempo in modo professionale, per operare un miglioramento sociale, culturale e ambientale attraverso modelli di business competitivi sul mercato.

Un nuovo sistema, pertanto, dovrà favorire la partecipazione di nuovi imprenditori sociali coinvolgendo la società civile e il mondo del non profit.

La riforma del terzo settore dà impulso a nuovi modelli imprenditoriali nell’ambito del social business e di quello culturale

La riforma del terzo settore dà impulso a questi nuovi modelli imprenditoriali nell’ambito del social business e di quello culturale con obiettivi rivolti al conseguimento del benessere della collettività. Si offre la possibilità di cogliere nuove esigenze che emergono dalla vita sociale e dai cittadini, offrendo altresì la possibilità di analizzare nuove forme organizzative orientate a un welfare privato guidato da imprese non profit (si pensi alle cooperative sociali o alle imprese sociali, oltre alle associazioni) ma anche da imprese ibride come le società benefit, di cui però si auspica un intervento teso a renderle una forma di impresa appetibile. Inoltre si dà la possibilità di operare in tutti i settori del libero mercato dei beni e servizi, come un’impresa convenzionale, ma con il solo scopo di conseguire il benessere della collettività.

Il Codice del Terzo Settore prevede alcune misure fiscali tese a favorire la consapevolezza e la diffusione di nuovi business sociali e culturali. Tra queste misure il codice istituisce, a decorrere dal 2018, il cosiddetto “Social Bonus”; è una misura innovativa che prevede un credito d'imposta per le erogazioni liberali a favore degli ETS ad attività prevalentemente non commerciale che presentino un progetto per sostenere il recupero degli immobili pubblici inutilizzati e dei beni mobili e immobili confiscati alla criminalità organizzata assegnati ai suddetti enti. I progetti dovranno prevedere ovviamente solo l'utilizzo dei beni per scopi sociali, comprese eventuali attività sanitarie.

I beni confiscati costituiscono una quota notevole dell’economia italiana e del sistema produttivo del Paese

Vi è la consapevolezza da un lato che l’attuale crisi economica ha rinnovato l’interesse verso i beni pubblici e la necessità di individuare nuove forme di gestione e utilizzo degli stessi; dall’altro che i beni confiscati costituiscono una quota notevole dell’economia italiana e del sistema produttivo del Paese.

Si è ormai orientati in Italia al rafforzamento delle buone pratiche di antimafia sociale grazie anche alla introduzione della legge n. 109/96 sul riutilizzo per finalità istituzionali e sociali dei beni confiscati.

La promozione, diffusione e attuazione dei progetti per la valorizzazione dei beni confiscati contribuiscono al rafforzamento delle politiche di coesione sociale, di lavoro per i giovani e di sviluppo di reti relazionali, attraverso il metodo del partenariato pubblico-privato. I beni immobili confiscati sono concentrati per il 90% in 5 regioni (Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Lombardia)1. Circa la metà delle aziende confiscate operano nel commercio (471) e nelle costruzioni (477). Seguite da quelle alberghiere e della ristorazione (173) e dalle aziende confiscate che operano nel settore dell’agricoltura (92). Ma vi sono anche le attività immobiliari e quelle finanziarie, l’informatica e i servizi alle imprese, le imprese manifatturiere e di tra sporto, quelle che si occupano di sanità.

Gli ETS sono partner strategici per realizzare iniziative di rigenerazione e riuso degli immobili dismessi o confiscati

Gli ETS sono partner strategici per realizzare iniziative di rigenerazione e riuso degli immobili dismessi o confiscati poiché capaci di trasformarli in contenitori di nuove attività e di nuove funzioni utili ai cittadini con progetti capaci di costruire valore sociale, culturale e solidarietà nei territori operazioni.

Il 28 novembre 2017 è stato firmato il protocollo d’intesa tra il ministero del Lavoro e delle politiche sociali, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), l’Agenzia del demanio e l’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) per consentire la destinazione agli Enti del Terzo Settore di beni immobili pubblici inutilizzati e di beni mobili e immobili confiscati alla criminalità organizzata, da utilizzare esclusivamente per lo svolgimento delle attività di interesse generale.

L’assegnazione degli immobili agli ETS avverrà sulla base di uno specifico progetto di recupero e di riqualificazione da presentare al Ministero del lavoro.

L’obiettivo è quello di favorisce la partecipazione del Terzo settore alla valorizzazione e allo sviluppo di attività dal forte impatto sociale in applicazione del principio costituzionale di sussidiarietà. Il protocollo di intesa rappresenta il primo step per la concreta attuazione della misura agevolativa poiché il codice del Terzo settore prevede anche l’adozione, da parte del ministero del Lavoro, di un decreto per la definizione delle modalità di attuazione sia delle agevolazioni fiscali sia delle procedure per l’approvazione dei progetti di recupero finanziabili.

 

 

Cos’è e come funziona il Social Bonus

 

Beneficiari

Il credito d’imposta è riconosciuto per le erogazioni liberali in denaro fatte da persone fisiche, da enti e da società in favore degli ETS che presentino, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, un progetto per sostenere il recupero degli immobili pubblici inutilizzati e dei beni mobili e immobili confiscati alla criminalità organizzata assegnati ai suddetti enti del Terzo settore, e da questi utilizzati esclusivamente per lo svolgimento di attività di interesse generale (di cui all’art. 5 del Codice del Terzo Settore) con modalità non commerciali.

 

Modalità di fruizione

Il credito è pari al 65% delle erogazioni liberali in denaro effettuate da persone fisiche e al 50% se effettuate da enti o società; è riconosciuto alle persone fisiche e agli enti non commerciali nei limiti del 15% del reddito imponibile ed ai soggetti titolari di reddito d'impresa nei limiti del 5 per mille dei ricavi annui.

Il credito d’imposta è ripartito in tre quote annuali di pari importo ed è utilizzabile in compensazione mediante modello F24.

Il credito d’imposta non rileva ai fini della base imponibile delle imposte sui redditi e dell’IRAP.

 

Cumulabilità

Quanto alla cumulabilità con altre agevolazioni, il Codice del Terzo Settore prevede che per le erogazioni oggetto del credito d’imposta non si applichino le nuove detrazioni o deduzioni previste dal nuovo codice, né le agevolazioni fiscali previste a titolo di deduzione o di detrazione di imposta da altre disposizioni di legge.

 

Adempimenti degli enti beneficiari

I soggetti beneficiari delle erogazioni liberali effettuate per la realizzazione di interventi di manutenzione, protezione e restauro dei beni stessi, dovranno comunicare trimestralmente al Ministero del lavoro l'ammontare delle erogazioni liberali ricevute nel trimestre di riferimento; saranno obbligati altresì a dare pubblica comunicazione di tale ammontare, nonché della destinazione e dell'utilizzo delle erogazioni stesse, tramite il proprio sito web istituzionale, in una pagina dedicata, e in un apposito portale, gestito dal medesimo Ministero in cui ai soggetti destinatari delle erogazioni liberali sono associate tutte le informazioni relative allo stato di conservazione del bene, gli interventi di ristrutturazione o riqualificazione eventualmente in atto, i fondi pubblici assegnati per l’anno in corso, l’ente responsabile del bene, nonché le informazioni relative alla fruizione, in via prevalente, per l’esercizio delle attività di interesse generale, di cui all’art. 5 del CTS.

 

Decorrenza

Il codice precisa che la disposizione relativa al social bonus si applichi a decorrere dal 2018 e fino al periodo d’imposta successivo all’autorizzazione della Commissione europea e, comunque, non prima del periodo d’imposta successivo a quello di operatività del Registro unico nazionale degli enti del Terzo settore, alle ONLUS, alle organizzazioni di volontariato, nonché alle associazioni di promozione sociale.

Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, con il Ministro dell’Interno e il Ministro dell'Economia e delle finanze e Il Ministro dei Beni e delle attività culturali, individuerà con decreto le modalità di attuazione delle agevolazioni, comprese le procedure per l’approvazione dei progetti di recupero finanziabili.

 

 

1 Dati al 31 dicembre 2012: fonte Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata

Foto tratta da www.tp24.it

Gli autori di Vorrei
Connie Rizzo
All’anagrafe Maria Concetta Rizzo. Dottore commercialista. Mi occupo di fiscalità per società, enti del terzo settore e mondo dell’arte, e consulenza per musei, teatri, gallerie, fondazioni e associazioni culturali.
A Milano nel 2011 e qui mi appassiono e mi avvicino al mondo dell’arte. Amo la Street-art. Trascorro i week-end tra mostre e teatro.