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Ottocenti posti persi in dieci anni nella Silicon Valley del Nord

 

testata-dossier-laboratorio-aerticoliAncora centinaia di lavoratori a rischio nel settore dell'hi-tech: che ne è della Silicon Valley della Brianza? "È in rianimazione. Si salverà solo se le istituzioni crederanno davvero al suo recupero". Non ha dubbi Gianluigi Redaelli, segretario generale della Fim Cisl Brianza, che della zona è un profondo conoscitore.

"Per capire la situazione attuale - racconta il sindacalista - bisogna tornare all'anno 2000, quando IBM Italia cedeva a Celestica, una multinazionale canadese, tutta la parte produttiva, ceduta a sua volta nel 2006 alla Bartolini Progetti S.p.A". In effetti, come evidenziato dal grafico, si è assistito da allora a un progressivo calo occupazionale: nel 2000, con il passaggio da IBM a Celestica, lo stabilimento di Vimercate occupava circa 1.400 lavoratori, nel 2003 si è scesi a circa 1.000 dipendenti, e ora nel 2011 sono 605 i lavoratori alle dipendenze delle due società Bames-Sem, che fanno capo al gruppo Bartolini Progetti S.p.A.

 

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Nel grafico, la situazione occupazionale BAMES-SEM (società del gruppo Bartolini Progetti Spa)

Contemporaneamente si è verificato un aumento progressivo della cassa integrazione fino alla richiesta record a marzo 2011 di Cassa Integrazione Straordinaria (Cigs) per 400 lavoratori su un totale di 600. Tutto questo è ancora più preoccupante perché è avvenuto nonostante il susseguirsi di diversi piani industriali, tutti falliti. Certamente il territorio comprende altre realtà più vive, come la ST Microelectronics. Ma, come aggiunge Redaelli, anche qui le prospettive di centinaia di ricercatori sono a rischio dopo la decisione di ST di vendere alcune delle proprie attività a Numonyx-Micron, multinazionale americana.

Il destino dell'area ex-IBM rimane in ogni caso quello determinante per lo sviluppo di tutta la zona, e a questo punto, secondo Redaelli, il problema è che le istituzioni ci credano. A fine marzo, il ministro dello Sviluppo economico  Paolo Romani ha aperto un tavolo di consultazione per coordinare Ministero, Regione, Provincia e Comune, e definire assieme all'imprenditoria locale nuovi piani di sviluppo. Questo è l'ultimo tentativo in ordine temporale dopo la creazione nel 2009 del Distretto Hi-Tech Brianza-Est e, all’interno del distretto, del Polo Hi-Tech di Vimercate, e dell’allargamento nel novembre 2010 del distretto alle industrie del fotovoltaico e delle fonti rinnovabili con la nuova denominazione Distretto Hi-Tech Green della Brianza. 

C’è chi sospetta però che i tempi non saranno brevi e che nemmeno le idee siano chiare. Su questo scenario incombe infatti il progetto della Pedemontana (67 km di autostrada tra Bergamo e Varese), che taglia quest'area, e che sembra agevolare ipotesi di speculazioni immobiliari piuttosto che reali condizioni di sviluppo economico.