20090305-fim-cisl.jpg

Confermato Redaelli segretario. Il documento conclusivo

Riceviamo e pubblichiamo

L'ottavo congresso territoriale della Fim Cisl Brianza ha eletto e rinnovato per quasi il 40% il suo comitato direttivo. Lo stesso comitato direttivo ha eletto la nuova segreteria che risulta rinnovata di due terzi.Riconfermato a segretario generale Gianluigi Redaelli e nuovi entrati come componenti di segreteria Gabriele Fiore e Eliana Dell'Acqua.


Documento finale VIII° congresso Fim Cisl Brianza

L’ottavo congresso della Fim Cisl Brianza, riunito a Briosco il 3 e 4 marzo 2009, approva la relazione introduttiva ed assume i contributi emersi dal dibattito.
La natura della crisi economica finanziaria è senza dubbio di dimensioni enormi e nuove, mette in crisi l’attuale modello di sviluppo che abbiamo conosciuto nella nostra società.
A fronte di questa situazione, il congresso impegna la segreteria e il nuovo gruppo dirigente della Fim Brianza perché metta in campo tutte le iniziative necessarie per salvaguardare l’occupazione.
Non può essere accettabile affrontare questa crisi con la perdita di posti di lavoro pertanto servono azioni mirate sull’uso degli ammortizzatori sociali e sugli orari di lavoro.
Dobbiamo tenere dentro le aziende tutte le persone che abbiamo e pensare al dopo, quando questa crisi sarà passata e su come ricominciare.
Il governo, gli enti locali devono fare di più per prevedere strumenti di sostegno al reddito delle famiglie e delle persone coinvolte da questi processi di crisi.
Accogliamo favorevolmente la sottoscrizione dell’accordo tra Abi, organizzazioni sindacali, associazioni imprenditoriali, che riconosce ai lavoratori coinvolti nelle situazioni di crisi l’anticipo del trattamento cigs, non lasciando gli stessi senza reddito per 3-4 mesi.
Un nuovo patto associativo rimane per la Fim una questione da affrontare e da risolvere e che deve riguardare l’insieme della Cisl.
Nonostante la canalizzazione diretta delle quote tessere ai livelli superiori non è sempre chiaro che cosa l’iscritto ha diritto di ricevere dall’organizzazione oltre all’azione sindacale contrattuale.
All’interno del “Sistema servizi Cisl” l’iscritto vi accede spesso con un ulteriore costo individuale, in particolare su quello del servizio di compilazione del modello 730 vi sono difficoltà e c’è un forte disagio tra i nostri delegati e i nostri iscritti.
Va bene valorizzare l’iscritto come socio, però si evidenziano alcune criticità, perché i nostri iscritti sono associati della Cisl, ma a differenza di chi si associa a qualsiasi altra associazione, dove tutti pagano una quota di adesione uguale, nella Cisl vi sono modalità di costo molto differenti tra categoria e categoria.
Il costo tessera che si ha nei confronti della Cisl non è uguale per tutte le categorie, la canalizzazione non è una modalità che appartiene a tutte le categorie, va inoltre superato il meccanismo del conguaglio per evitare che prevalgano logiche e convenienze di  tipo politico.
La Fim Brianza deve continuare ad essere di stimolo al dibattito, per riuscire a creare il massimo coinvolgimento dell’insieme dell’organizzazione sui diversi temi che sono in discussione.
Una partecipazione più ampia degli organismi e di dibattito è utile ed indispensabile per fare buoni accordi e, soprattutto, per costruire una condivisione più larga sulle scelte che facciamo, in particolare quando chiediamo ai nostri militanti e delegati di sostenerle anche in contrasto con altre opinioni in campo.
Oggi a fronte di due posizioni sindacali così evidenti, dobbiamo cercare di trovare una sintesi individuando i temi che ci avvicinano stringendooci attorno a ciò che ci unisce anziché esasperare ciò che ci divide.
È la nostra storia, quella di trattare continuamente, mantenendo il tavolo delle trattative, ma bisogna assolutamente superare l’impressione di una Cisl che si muove più in una logica di accettare ciò che viene concesso dal governo che non agendo per quello che può provare a conquistare con l’obiettivo di mantenere al centro della nostra azione sindacale il lavoro che crea economia reale.
Dobbiamo esprimere il nostro dissenso quando c’è manifestandolo in modo chiaro e deciso anche con azioni di lotta, stando attenti perché siamo di fronte ad un governo che pensa si possa fare a meno del Sindacato e lo fa cercando la divisione.
In questo momento non siamo aiutati ne dalla Cgil ne dalla Fiom, e attraverso la nostra divisione prevale una linea che è quella di emarginarci tutti.
La Fim Brianza a partire dal prossimo direttivo discuterà nel merito dei temi sopraccitati.
In questa crisi economico-finanziaria e di modello di sistema, va ripensata con maggior vigore una politica industriale che tenga conto delle nuove esigenze, dei riflessi sull’ambiente e delle prospettive di prodotti di qualità.
Condividiamo a pieno la scelta individuata nelle tesi nazionali di presidiare i settori dell’ICT, della mobilità sostenibile e delle energie rinnovabili.
L’Italia non appare coesa come sistema paese, non manca solo una politica industriale vera e di guida su quali scelte fare, mancano investimenti che vadano in questa direzione.
La Fim Brianza si è impegnata fortemente per consentire la realizzazione del distretto tecnologico hig tech del Vimercatese, a partire dalla vicenda della re-industrializzazione dell’area ex Celestica.
Il CdA del distretto dovrà essere misurato su quello che di concreto cercherà di realizzare oltre che sciogliere il nodo del collegio dei partecipanti, unica possibilità per il sindacato di essere coinvolto in modo fattivo.
Quello del distretto può essere uno strumento, che sfruttando le potenzialità e le competenze presenti, possa far partire dal basso, dal territorio e dalle sue esigenze, una politica industriale che serva non solo al territorio, ma all’insieme del sistema paese, cercando in questo modo di colmare un vuoto con cui quotidianamente abbiamo a che fare.
Le situazioni di crisi, le riorganizzazioni delle aziende multinazionali e non, oltre che interrogarci, chiedono di attivarci sempre di più affinché la politica industriale nel nostro paese diventi una priorità di tutti, imprenditori, sindacato, governo nazionale.
Vanno individuati terreni di possibile sviluppo per ridare slancio ad una presenza industriale di qualità che sappia affermarsi attraverso la ricerca, l’innovazione, la qualità del prodotto, tenendo conto anche dell’impatto sull’ambiente che ci circonda.
Il tema dello sviluppo sostenibile ci deve vedere protagonisti nell’approfondimento e nella ricerca di strumenti che anche a livello locale siano in grado di dare risposte a questo tema delicato e decisivo per il futuro del nostro ecosistema e che può produrre anche nuove opportunità di lavoro.
Su questi temi bisogna necessariamente recuperare un rapporto ed un maggior coinvolgimento con tutte le associazioni industriali e artigiane del territorio.
Riteniamo sbagliata la scelta che si sta facendo oggi, dove si sta pensando di tornare al nucleare in Italia, la scelta fatta a suo tempo e successivamente  ratificata da un referendum popolare è ancora quella valida.
Pensiamo che le energie alternative oggi siano la soluzione migliore, anche per la salute dell’ambiente, con il conseguente beneficio di incrementare i posti di  lavoro nel breve periodo, legati a tale attività.
L’accordo quadro sottoscritto sulla riforma del modello contrattuale, garantisce il ruolo importante del contratto nazionale e lo sviluppo della contrattazione aziendale e territoriale.
Siamo ancora in una fase di passaggio che prevede la definizione a livello di Confindustria  e degli altri tavoli, del recepimento dei punti della Riforma Contrattuale attraverso specifiche intese su cui diciamo da subito che per quanto riguarda il valore punto, tassativamente, valgono le condizioni di miglior favore già presenti nel nostro CCNL!
Inoltre sulle deroghe al contratto nazionale, pensiamo che renderle strutturali indebolisca la nostra azione sindacale, anche se quando è stato necessario, coraggiosamente le abbiamo affrontate pur di salvaguardare e/o creare nuova occupazione.
Dobbiamo darci delle regole anche nel caso di accordi non condivisi o meglio dovremmo decidere di applicare quelle esistenti e su questo dovrebbe attenersi anche la Cgil, evitando di invocare il referendum su una cosa che non ha firmato, in quanto nella piattaforma Cgil-Cisl-Uil è ben definito il percorso consultivo e il percorso non è ancora finito.
Nella definizione delle specifiche intese è utile che la Cgil partecipi a questi tavoli e tutti insieme si decida un metodo per consultare i lavoratori.
La Fim Cisl Brianza è comunque disponibile fin d’ora ad avviare un confronto con Fiom e Uilm e a favorire il dibattito in tal senso dentro le confederazioni sindacali.

Il sindacato, la Fim può e deve essere portatore di cultura.
Dobbiamo continuare anche con le assemblee nei luoghi di lavoro per fare approfondimenti su temi di carattere generale, sui temi valoriali e di fondo del sindacalismo confederale e della nostra storia, la solidarietà, la pace.
Dobbiamo trasmettere questi valori in particolare alle nuove generazioni che sembrano apparire smarrite e prive di senso, vanno coinvolte e preparate ad un ricambio generazionale dentro il sindacato oltre che nella società.
Bisogna riuscire a far parlare un linguaggio nuovo che è quello dei giovani, perché se non riusciremo a fare questo, c'è il rischio di continuare a parlare a noi stessi e di essere solo autoreferenziali.
Bisogna rafforzare la presenza di giovani iscritti, delegati e delegate, dentro l’organizzazione, tentando di dare risposte su due direttrici: “quello delle nuove generazioni e quello di genere”.
Con la Cisl Brianza e con le altre categorie dell’unione, vanno riprese tutte le azioni possibili legate ai percorsi formativi per i giovani e le giovani, recuperando le attività e le esperienze della vacanza studio.
Dobbiamo essere pronti ed esserci dove ci sono i giovani, con attenzione in particolare al mondo della scuola, perché quanto sta accadendo non riguarda solo la categoria della Cisl scuola.
L’unità sindacale deve restare un orizzonte strategico e vanno verificate in Brianza a partire dalla nostra categoria tutte le possibilità di convergenza anche su singoli temi che aiutino la realizzazione di questo obbiettivo che ci viene chiesto anche dall’insieme dei lavoratori.
Va rilanciata con forza l’azione sindacale, se possibile con Cgil e Uil, sul tema completamente dimenticato e volutamente trascurato da questo governo, la lotta all’evasione fiscale e al lavoro nero che danneggia il sistema paese.
La Cisl deve promuovere una campagna di iniziative e proposte anche legislative a sostegno di una politica fiscale più equa che significa reperire risorse per i ceti più deboli.
Sul tema delicatissimo della sicurezza  sul lavoro, non possiamo abbassare la guardia, va mantenuta alta l’attenzione nell’insieme del mondo del lavoro oltre che dell’opinione pubblica.
Devono essere rafforzati i poteri le agibilità e competenze dei RLS, bisogna rafforzare le norme esistenti, in particolare è sbagliato modificare le norme previste dal Testo Unico sulla sicurezza.
Bisogna fare cultura della sicurezza, l’ambiente e la sicurezza sul lavoro dovrebbe essere una materia di studio nelle scuole a partire dalla scuola dell’obbligo, il futuro lavoratore deve sapere e conoscere.
Vanno individuate modalità operative più strette con ANOLF che è diventato un punto di riferimento per i “nuovi” cittadini e lavoratori (i migranti), per cercare di fare di più in raccordo con loro quando entrano nelle nostre aziende, per allargare la nostra platea di rappresentanti ed accogliere meglio le loro istanze.