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Ricostruiamo passo per passo la vicenda. La Sias, il Comune di Monza, il Parco Valle Lambro e la Soprintendenza

 

Rocambolesca è la vicenda che ha portato ad autorizzare la costruzione di un distributore di gpl, metano e di idrogeno, localizzato tra la piscina e il campeggio, nel Parco di Monza. Legambiente ha notificato la scorsa settimana al Comune e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri un ricorso al TAR che chiede la sospensione immediata delle autorizzazioni rilasciate. La vicenda si snoda per ben due anni, a partire dal marzo del 2009, tra le negazioni iniziali del Comune, del Parco Valle Lambro e della Soprintendenza, e poi, con l’assenso, culminato con la delibera del Consiglio dei Ministri di Roma. Ripercorriamo le incredibili tappe della vicenda.

Il 31 marzo 2009, la Sias s.p.a., società che gestisce l’autodromo di Monza, presentava al Comune un’istanza per ottenere un’autorizzazione finalizzata alla realizzazione e all’esercizio di un impianto di distribuzione stradale di Gpl, Metano, e Idrogeno liquido e gassoso, da realizzarsi nel Parco di Monza.

La Giunta comunale di Monza, con proprio atto del 17 luglio 2009 n. 601, non concordava però su tale richiesta, respingendola con le tre seguenti motivazioni: 1) “la realizzazione di un stazione di servizio all’interno del Parco ex Reale, di tipo stradale, pluri-carburante a limitate emissioni in atmosfera, che si configura come insediamento di attività commerciale, accessibile da un allargato comprensorio di possessori di veicoli, non è compatibile con i caratteri paesaggistici, storici e naturalistici del parco, che sarebbero compromessi da un notevole flusso viabilistico”; 2) tale impianto non è compatibile inoltre con gli aspetti connessi alla fruibilità ludico ricreativa, sia dell’ambito generale del parco che delle aree immediatamente circostanti come la piscina d’uso pubblico e il campeggio esistenti ivi inseriti”;  3) tale proposta “non è compatibile con la riqualificazione e la conservazione del patrimonio naturalistico limitrofo all’impianto sportivo”.

Il 20 luglio 2009, veniva comunque convocata dal Comune una Conferenza dei Servizi per decidere su tale istanza. In quella sede, la richiesta della Sias, veniva quindi rigettata, con le seguenti motivazioni: “1) mancanza di un accordo da parte dell’amministrazione concedente (n.d.r. - il Comune di Monza) relativamente alla destinazione dell’area interessata alla realizzazione e all’esercizio di un nuovo impianto di distribuzione stradale di carburanti; 2) non compatibilità paesaggistica dell’intervento come evidenziato nel parere espresso dal parco valle del Lambro in sede di conferenza dei servizi; 3) parere negativo relativo alla conformità urbanistica.”.  

Fortemente motivato il parere del Parco della Valle del Lambro, che, dopo un’attenta istruttoria da parte degli Uffici, aveva espresso “parere negativo”, condiviso e fatto proprio dalla Commissione per il Paesaggio di quell’ente. In quel parere, si chiarivano che gli elementi ostativi al rilascio dell’autorizzazione, erano, tra l’altro:…“L’intervento non risulta congruo con i criteri di gestione paesaggistica dell’Autodromo Nazionale di Monza stabiliti dalle Norme di tutela del Parco Valle Lambro. In particolare, l’intervento non risulta congruo con l’obiettivo della “migliore compatibilizzazione ambientale dell’Autodromo Nazionale”….”Infatti, realizzando l’intervento verrebbe introdotto all’interno del Parco di Monza un elemento che renderebbe l’Autodromo nazionale ancora più incompatibile rispetto alla situazione ambientale attuale, determinando il peggioramento della qualità del paesaggio.

Ma, a poco più di un anno, in data 29 luglio 2010, con nuova domanda diretta al Sindaco di Monza e inviata per conoscenza al settore commercio del Comune, alla Regione Lombardia, alla Soprintendenza per i beni Architettonici e Paesaggistici e al settore Parco e Villa Reale, la Sias spa, ripresentava la richiesta di rilascio dell’ autorizzazione all’installazione e all’esercizio dell’impianto di carburanti e delle relative autorizzazioni edilizie.

Questa volta, però, la Giunta comunale, con propria deliberazione del 7 settembre 2010, esprimeva parere favorevole, per una serie di motivazioni, e decideva quindi “ di concedere, nell’ambito di un generale processo di riqualificazione dell’adiacente complesso piscina camping, che la SIAS si è dichiarata disponibile ad effettuare”.

In data 8 ottobre 2010, si svolgeva conseguentemente un’altra Conferenza dei Servizi presso il Comune di Monza, alla quale partecipavano, oltre al Comune, la Regione Lombardia e la Sias, con alcuni suoi rappresentanti. Quanto al rilascio dell’Autorizzazione Paesaggistica, avocata a sé dal Parco Valle Lambro, il Comune informava che la questione sarebbe stata rimessa in via definitiva alla Soprintendenza di Milano. Essendo però questa assente, la Conferenza dei servizi veniva rinviata  al 18 novembre 2010.

In tale data e sede, il Comune leggeva il parere pervenuto dalla Soprintendenza, il quale assorbiva anche quello, pure negativo, già espresso dal Parco della Valle del Lambro. Tale parere, concludeva dicendo: “...questa Soprintendenza ritiene che l’intervento non sia compatibile  con l’ambito vincolato e pertanto esprime parere NEGATIVO alla realizzazione dell’intervento”.

A quel punto, il Comune di Monza, viste le rimostranze dei rappresentanti della Sias e della Regione Lombardia, decideva di invitare la Soprintendenza (anche allora assente) a confermare il proprio parere negativo, in quanto, a loro dire, contraddittorio. La conferenza veniva quindi rinviata al 25 ottobre 2010;

In quella data, però, la Soprintendenza ribadiva il proprio parere negativo, ritenendo che: “la realizzazione dell’impianto di carburanti all’interno del Parco di Monza – un unicum di elevatissimo valore monumentale insieme alla Villa Reale e alla numerose costruzioni interne al recinto del Parco – sia assolutamente incompatibile con gli altissimi valori storici, culturali e paesaggistici che il Parco esprime, e che pertanto debba essere tutelato nella su integrità, evitandone la progressiva erosione di aree”.

La Soprintendenza ritirava quindi il proprio precedente parere dell’ottobre 2009, in quanto superato da ulteriori valutazioni; invitava a realizzare l’impianto fuori dal recinto del Parco; precisava che il proprio parere, ai sensi di legge, risultava essere obbligatorio e vincolante; che tale parere prescindeva da eventuali rapporti tra enti partecipanti alla conferenza, che nulla avevano a che fare con la valutazione di compatibilità paesaggistica e monumentale di un progetto.

Con nota del 26 novembre 2010, il Comune di Monza comunicava quindi alla Sias s.p.a. il rigetto dell’istanza, citando la possibilità di rimettere la decisione a una deliberazione del Consiglio dei Ministri.

Il 13 gennaio 2011, si svolgeva quindi presso il Dipartimento per il coordinamento amministrativo di Roma una riunione istruttoria, prima di inviare gli atti al Consiglio dei Ministri. In quella sede, la Regione Lombardia, faceva però rilevare che: “l’esigenza di posizionare l’impianto all’interno dell’area dell’autodromo, sebbene comunque al confine del Parco, è motivato dalla necessità di rifornire la competizioni di autovetture alimentate esclusivamente a metano, idrogeno e idrometano che altrimenti non potrebbero essere rifornite  e quindi permettere le competizioni e i test che hanno lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica ai carburanti puliti.”.

Il Dipartimento chiedeva a quel punto alcuni approfondimenti, mentre la Soprintendenza di Milano confermava il proprio parere negativo, ritenendo che: “la localizzazione dell’impianto di carburanti all’interno del Parco sia incompatibile sotto il doppio profilo paesaggistico e monumentale.”

La Direzione del Ministero, invita allora la Sias spa, presente in quella sede romana, a trasmettere alle amministrazioni, e in particolare alla Soprintendenza, una relazione sui nuovi aspetti emersi nella riunione.

 

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Con nota del 10 febbraio 2011, inviata al Comune di Monza, la Soprintendenza di Milano, dopo aver preso atto della documentazione integrativa presentata dalla Sias (gare per motori innovativi ed ecologici; area già utilizzata per usi diversi, quali piscina e campeggio) rilevava un’altra volta che: “… l’intervento evidenzia diverse criticità in merito alla sua compatibilità paesaggistica e funzionale, criticità già espresse da questo ufficio in sede di conferenza dei servizi”. Veniva richiamato altresì il parere molto critico formulato dalla stessa Provincia di Monza e Brianza.

Come noto, il Presidente della Provincia si era espresso con fermezza contro tale intervento nel Parco, così come il Sindaco di Biassono, Comune dove transiterebbero i veicoli privati provenienti dall’esterno del Parco, per potersi rifornire di quei  carburanti (gpl e metano).

Svolte quelle considerazioni preliminari, la Soprintendenza prendeva però atto dei diversi interessi pubblici in campo, in particolare quello della Regione Lombardia (lo sviluppo di carburanti alternativi a basso impatto ambientale), rimettendo la decisione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Come prevedibile, in data 3 marzo 2011, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, deliberava di: “condividere a fare proprie le motivazioni espresse dalla Regione Lombardia e dal Comune di Monza, …” e dava quindi atto, che: “...il progetto potrà essere realizzato secondo quanto convenuto con la predetta Regione Lombardia e il Comune di Monza”.   La firma in calce: quella di Silvio Berlusconi.

Con successiva lettera del 10 marzo 2011, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, trasmetteva al Comune di Monza, alla Regione Lombardia, alla Soprintendenza di Milano, ai VVFF e all’ARPA, gli atti (cioè il verbale della riunione di coordinamento e la propria deliberazione), “per i seguiti di propria competenza”…

Come conclusione: in data 26 aprile 2011, il Comune di Monza, visti tutti gli atti, autorizzava la realizzazione e l’esercizio dell’impianto di carburanti nel Parco di Monza.

Non c’è che dire: in due anni, un cambio di rotta di 180 gradi. Giustificato il ricorso al TAR da parte di Legambiente e della Lista Città Persone, la quale, già a suo tempo, aveva impugnato la deliberazione della Giunta del 7 settembre 2010, che aveva espresso parere favorevole all’impianto nel Parco.

Peraltro è bene ricordare che molte erano state le critiche trasversali sollevate anche in Consiglio comunale di Monza, dove però, anche l’ordine del giorno n. 757 presentato dalla stessa Maggioranza, dal titolo emblematico “distributore di carburanti nel Parco: no grazie”, non sarà mai discusso e alla fine verrà ritirato. Molti si chiedono i perché di questi cambi di rotta e chi comandi a Monza, con poteri più o meno occulti. L’impressione è che sia necessario cambiare i decisori politici locali, e non solo quelli.

Gli autori di Vorrei
Giorgio Majoli
Giorgio Majoli

Nato nel 1951 a Brescia, vive a Monza dal 1964. Dal 1980 al 2007, ha lavorato nel Settore pianificazione territoriale del Comune di Monza, del quale è stato anche dirigente. Socio di Legambiente Monza dal 1984, nel direttivo regionale nei primi anni ’90 e dal 2007, per due mandati (8 anni). Nell’esecutivo del Centro Culturale Ricerca (CCR) di Monza dal 1981. Ora pensionato, collabora come volontario, con associazioni e comitati di cittadini di Monza e della Brianza, per cercare di migliore l’ambiente in cui viviamo.Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.