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 Incredibile manifestazione di pacifico attivismo giovanile ieri a Washington, con l'occupazione dell'ufficio della speaker democratica della Camera Nancy Pelosi. Paladine della manifestazione Alexandria Ocasio Cortez e Rashida Tlaib.


Ieri

13 novembre 2018, martedì immediatamente successivo a quello delle elezioni americane di medio termine,  a poco meno di un paio di mesi dall’insediamento del nuovo Congresso previsto per il 3 gennaio 2019, qualcosa di imprevedibile ed entusiasmante è avvenuto a Capitol Hill, nell’ufficio della speaker dei democratici alla camera Nancy Pelosi e nel lungo corridoio antistante. 

Più di 200 giovani e giovanissimi attivisti del movimento ambientalista Sunrise hanno pacificamente occupato il luogo simbolo di quella che sarebbe dovuta essere la vera “resistenza” democratica alle politiche trumpiane, nel caso specifico quelle basate sulla negazione del cambiamento climatico, ma che in effetti non si è spinta al di là di vuote e generiche frasi prive di sostanza.

Sono arrivati un po’ alla volta, i ragazzi e le ragazze di Sunrise,  come dimostrano le immagini della lunghissima diretta di The Young Turks. Indossavano le t-shirt nere e gialle dell’associazione, quelle con la scritta Sunrise,  o con il numero 12, corrispondente agli anni che secondo i più autorevoli studi mancano prima che la catastrofe diventi irreversibile, oppure con la frase “We have the right to good jobs and a livable future”.

Tutti avevano in mano una busta con la scritta "What is your plan?", qual è il vostro piano? e contenente una lettera.  Nell’avvicendarsi all’interno dell’ufficio di Nancy Pelosi ognuno di loro lasciava la busta sulla scrivania, diceva il suo nome e il motivo per cui si batte. 

Mi batto per le vite che saranno distrutte dal cambiamento climatico se non si prenderanno provvedimenti immediati. 
Mi batto per proteggere le persone emarginate di tutto il mondo. 
Mi batto per la gente dell’Appalachia. 
Mi batto perché vorrei avere dei bambini.
Mi batto perché nessuno più si ammali di cancro per colpa dell’ambiente in cui vive. 
Mi batto per i Grandi Laghi e per tutti i torrenti e i fiumi che costituiscono la linfa vitale di questo paese. 
Mi batto per la mia famiglia nella Louisiana del Sud che ha perso tutto quello che aveva e l’ha visto scomparire nell’oceano per colpa del cambiamento climatico.
Mi batto per la casa nella quale vivo da 21 anni.
Mi batto per le White Mountains e per la regione dei laghi del New Hampshire.
...

Le diverse declinazioni dei messaggi ne sottolineavano l'univocità

Queste sono le cose per cui ci battiamo noi giovani, ma il vostro piano,  signore e signori del Partito Democratico che dovreste rappresentarci, qual è? 

 

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Due fotogrammi dalla diretta di The Young Turks condotta da Emma Vigeland nell'ufficio di Nancy Pelosi a Washington. 

Ora che  la Camera ha riacquistato la maggioranza democratica,  i giovani vogliono che il loro diritto al futuro non venga scippato per l'ennesima volta e lo hanno dimostrato con una manifestazione che sembra spostare la lancetta dell'orologio a 50 anni fa. Una manifestazione organizzata con tempestività e tempismo incredibili, complici i terribili incendi che stanno devastando la California dove già più di 40 persone hanno perso la vita, ma soprattutto complice la speranza in una nuova forma di rappresentanza, emblematicamente personificata da Alexandria Ocasio Cortez e dal suo piano per un Green New Deal.

Costituito  di progetti  concreti da mettere in atto subito, spiegati punto per punto nel suo programma tutt'altro che vago e vuoto, e ripetuto a più non posso nella camoagna elettorale, il Green New Deal  di Alexandria è condiviso sia da questi giovani sia dai politici progressisti che vogliono arrivare quanto prima ad iniziative concrete. 

 

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Due foto scattate in un locale del Queens a New York durante la campagna elettorale di Alexandria Ocasio Cortez. 

Ecco perché questi giovani ieri hanno voluto con loro Alexandria, che li ha raggiunti all'interno dell'ufficio di Nancy Pelosi, così come hanno voluto Rashida Tlaib, che  ha manifestato con loro all'esterno del Campidoglio, perché sanno che ci sono istanze urgenti che i democratici hanno trascurato troppo a lungo e che non possono più aspettare. 

Ma questi giovani sanno  anche che  una maggioranza democratica della Camera non significa di per sé un automatico miglioramento della politica americana, e non solo in materia di cambiamento climatico, poiché tutto dipende dalle caratteristiche dei democratici che prendono il posto dei repubblicani. 

Per fare un esempio concreto se Debbie Wasserman Schultz, che ha ha riconfermato il suo  seggio democratico (ricorrendo all’ennesima frode elettorale come vedremo in un prossimo articolo), subentrasse ad uno dei più accaniti sostenitori della politica ambientale trumpiana, ciò non farebbe differenza, in quanto anche lei è enormemente finanziata dalle corporation delle grandi industrie agricole e di quelle dei combustibili  fossili, entrambe  in gran parte responsabili della catastrofica situazione ambientale ma delle quali Wasserman Schultz fa gli interessi. 

Fortunatamente però questa volta nella House of Representatives  entrerà anche qualche volto nuovo, direttamente proveniente dalla Political Revolution di Bernie Sanders,  ed è su di loro che questi giovani fanno affidamento. Non si tratta di un’ondata numericamente travolgente, quella dei nuovi volti progressisti della Camera. Sono poche persone, soprattutto donne di differenti etnie e religioni, ma ciò che è accaduto  ieri dimostra che anche il “poco”, se è “buono”, può avere effetti sconvolgenti.

La presenza di Alexandria Ocasio Cortez e di Rashida Tlaib, che hanno inaugurato informalmente, ma in modo quanto mai significativo,  il loro ingresso a Washington con largo anticipo rispetto alla data ufficiale,  è stata quindi un chiaro monito ai politici alla Debbie Wasserman Schultz o alla Nancy Pelosi
O anche alla Hillary Clinton che, stando ad un articolo di ieri del Washington Post, sembra definitivamente intenzionata a ricandidarsi per il 2020.

Attenzione, sembra dire la presenza di Alexandria e Rashida, non vogliamo andare allo scontro diretto, ma se le cose non cambiano, se gli interessi delle corporation continueranno ad essere la priorità rispetto al bene della gente, noi siamo qui,  non ci diamo per vinte perché, come vedete, dalla nostra parte abbiamo i giovani e così come abbiamo i giovani abbiamo anche tanta altra gente comune. E questo è solo l’inizio. 

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Alexandria Ocasio Cortez nello studio di Nancy Pelosi ( fotogramma dalla diretta di The Young Turks)

Se poi il sit-in di Capitol Hill non fosse abbastanza chiaro per i corporate dems riguardo alle intenzioni progressiste, sempre di ieri è la notizia della prima candidatura ufficiale alle presidenziali 2020, quella di Richard Ojeida, un personaggio su cui c’è poco da scherzare quanto a determinazione. Anche di Richard Ojeida, che con la sua precoce ed inaspettata candidatura ha scippato un altro primato all’eterna seconda Hillary, ci occuperemo prossimamente.

Quanto alle reazioni che la manifestazione dei giovani ambientalisti ha suscitato, alcune si sono viste  nel corso della diretta di The Young Turks, quando con l’aumentare dei ragazzi che occupavano l’ufficio e il corridoio, aumentava anche il numero dei media arrivati a coprire l’avvenimento.
E anche questo è un gran bel segnale.
Il fatto che ad un certo punto siano arrivate testate come Politico o CNN, per fare solo due esempi, parrebbe indicare che anche i media mainstream forse stanno cominciando a prendere atto che con certi movimenti dal basso prima o poi i conti si devono fare.  E che la tattica di ignorarli,  se non di metterli in cattiva luce con le  strategie retoriche dei più famosi ed abili anchormen sulla piazza,  forse non è più così facile e scontata come lo è stato nel 2016 con la campagna alle primarie di Bernie Sanders.

Relativamente a Nancy Pelosi, ovviamente informata di quanto in mattinata stava succedendo davanti al Congresso e dell'intenzione dei giovani di lasciare personalemente dei messaggi sulla sua scrivania, la signora non ha posto veti alla manifestazione  e la presenza della polizia, dalle immagini video sembra essere stata molto discreta inizialmente. Ma dopo qualche ora, in seguito ad una  intimidazione di sgombero, che giovani non hanno messo in atto, la polizia ha proceduto con l'ammanettamento mediante listelle di plastica e all'accompagnamento di parecchi di loro fuori dall'edificio, dove sono stati caricati su un pullman della polizia. 

La speaker democratica ha successivamente  rilasciato una dichiarazione scritta che, sebbene fosse nella forma solidale con i giovani e con le loro rivendicazioni per un futuro meno buio,  non ha nella sostanza soddisfatto i progressisti.  

Ecco la risposta del gruppo Justice Democrats di cui fanno parte anche Alexandria Ocasio Cortez e Rashida Tlaib:

«Non è abbastanza. Pelosi sta per reintrodurre un comitato istituito nel 2007 con il compito di indagare sui danni del cambiamento climatico. 
Non abbiamo bisogno di altre indagini. Abbiamo bisogno di piani specifici che facciano fronte all’urgenza e alla portata del problema, evidenziato nella relazione dell’IPCC (Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico) delle Nazioni Unite sul catastrofico cambiamento climatico.»

Forse le oltre 200 buste con la scritta what is your plan? lasciate sulla scrivania  della signora Pelosi non erano sufficientemente chiare!

Gli autori di Vorrei
Elisabetta Raimondi
Elisabetta Raimondi
Disegnatrice, decoratrice di mobili e tessuti, pittrice, newdada-collagista, scrittrice e drammaturga, attrice e regista teatrale, ufficio stampa e fotografa di scena nei primi anni del Teatro Binario 7 e, da un anno, redattrice di Vorrei.
Ma soprattutto insegnante. Da quasi quarant’anni docente di inglese nella scuola pubblica. Ho fondato insieme ad ex-alunni di diverse età l’Associazione Culturale Senzaspazio.

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