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Ecologico, sostenibile ed economico, oltre che migliore per la salute. Il sapone di Monza di Matteo Stucchi

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er risparmiare soldi e inquinare meno si diffonde sempre di più il concetto che dobbiamo prodigarci a soddisfare almeno alcune nostre esigenze elementari. Dopo la panificazione fatta in casa e il diffondersi di piccoli orti urbani, il sapone di casa viene rivalutato. Ci si ingegna per arricchirlo e riproporlo sotto molteplici vesti: profumato con oli essenziali, con fiori secchi e aromi, oppure confezionato in raffinate composizioni.

Siamo andati a trovare Matteo Stucchi nella sua casa di Monza. Da qualche anno ha avviato una produzione casalinga di sapone. Il classico e genuino sapone di Marsiglia.

Com'è nata la passione per il sapone casalingo?
L'idea è nata in una circostanza inconsueta. Un paio di anni fa mi sono rotto un braccio e ho dovuto assentarmi dal lavoro. Per me è stato un episodio traumatico: in venti anni di lavoro avrò fatto al massimo due giorni di malattia. Lavoro per una prestigiosa azienda farmaceutica, la sigma-tau di Pomezia fondata da Claudio Cavazza. Peraltro proprio in quel periodo l'azienda stava attraversando una crisi produttiva e si prospettava un ridimensionamento occupazionale. Così, oltre a un gratificazione hobbistica, la saponificazione poteva rappresentare una possibile via d'uscita. Poi la riduzione dell'organico non ha interessato il settore in cui lavoro e il problema è rientrato.

Quindi la saponificazione per te è un hobby?
Si, rientra nel campo delle attività utili e piacevoli. Sono laureato in scienze naturali e fin da giovane, da quando frequentavo il Liceo Frisi ed avevo una propensione verso le materie scientifiche, anche grazie ai severi professori di quel tempo, sono stato attratto dal fascino dell'alchimia. Il lavoro che svolgo è sufficientemente remunerato, però non mi soddisfa in pieno. Non è quello che mi sarebbe piaciuto fare nella vita, ecco questa è la motivazione.

la saponificazione... rientra nel campo delle attività utili e piacevoli

Non c'è dunque un interesse economico a produrre sapone?
No. La produzione è destinata al consumo ristretto amicale. Da qualche tempo partecipo ad alcuni mercatini dell'economia eco-solidale, ma non è mia intenzione farne un'attività lavorativa: è troppo impegnativo e non sono attrezzato a sostenerne la gravosità. Piuttosto sono più propenso a diffondere i saperi e le esperienze a chi è interessato agli argomenti, per esempio nella rete dei Gruppi di Acquisto. In Brianza ci sono diversi gruppi dai Gas di Monza a VeRdiamoci a Sovico a Le Perle ai Porci di Arcore. Spesso il sapone lo baratto piuttosto che venderlo.

Pensi che la saponificazione in casa si possa diffondere?

non servono strumenti particolari, bastano pochi accorgimenti

Si e la trovo una cosa utile. Tuttavia non si può diffondere in forma individuale spinta, perché questo lavoro richiede spazio e negli ambienti urbani in cui viviamo non tutti lo hanno. Per secoli il sapone è stato prodotto in casa con pochi e semplici ingredienti naturali. Non servono strumenti particolari. Bastano pochi accorgimenti, un po di tempo e attenzione per gli ingredienti. Poi ci si può sbizzarrire a personalizzarlo aromatizzandolo con i profumi più gradevoli.
Occorrono 130 grammi di soda caustica da sciogliere in 300 ml di acqua. Questa soluzione lasciata poi raffreddare va versata in un chilo di olio di oliva o se preferite in 900 grammi di olio di oliva più cento di olio di cocco. Mescolare il tutto con un frullatore sino a quando si ha una consistenza quasi come la maionese, a questo punto versare nelle formine e lasciare per un giorno con coperte di lana. Togliere dalle formine e lasciare stagionare il sapone per otto settimane circa.

Quali sono le convenienze a produrre sapone? Da quanto ci hai spiegato non c'è una convenienza economica elevata.
Prima di tutto c'è un grande vantaggio per la salute: nella maggioranza dei saponi che si trovano in commercio ci sono sostanze chimiche, additivi e coloranti, ingredienti spesso aggressivi e irritanti per la pelle. Inoltre come ricaduta queste sostanze sono inquinanti per i fiumi e l'ambiente che ci circonda. Alcune sono riconosciute cancerogene e quindi causa nascosta della diffusione di malattie.

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.