20130315-laini-a

 Dossier: La verità, vi prego, sulla politica. Il segretario della CGIL Maurizio Laini presenta il corso triennale in partenza a ottobre: «Vorremmo consegnare alla politica dei giovani meglio preparati, dei futuri consiglieri comunali, regionali, sindaci e dirigenti». Fra i promotori la rivista Vorrei

 

L

a politica è sotto accusa. Ce l’ha messa il voto del 24-25 febbraio. Quindi il popolo elettore. La destra ha recuperato ma ha perso, il centro sinistra ha guadagnato il maggior numero di voti ma non ha vinto, il centro s’è rivelato un centrino, del tutto ininfluente. Sicuramente ha vinto, e in maniera clamorosa, il Movimento Cinque Stelle che ha saputo cavalcare la sfiducia nella politica. E pure noi ci sentiamo sconfitti, anche se in più occasioni avevamo denunciato non solo la mala politica ma le conseguenze che ne sarebbero derivate se ci si fosse attardati a bollare le critiche come antipolitica. Quante volte l’abbiamo scritto: la politica è necessaria, è lo strumento principale della democrazia, a condizione però che sia buona politica. Tant’è. Recriminare non basta, ora bisogna guardare avanti. Il paese non può attendere.

Ma ecco che ci arriva in redazione una lettera a firma Cgil e Arci di Monza e Brianza. Chiedono anche alla nostra rivista di far parte di una Associazione culturale che avrà il compito di promuovere una vera e propria scuola di formazione politica. E siccome non si tratta di uno scherzo, corriamo a chiedere lumi al segretario della Camera del lavoro, Maurizio Laini.

“Inutile girarci attorno: in Italia non ci sono solo i grillini, se ai loro voti aggiungiamo l’esercito degli astenuti o comunque degli scontenti, salta fuori che in Italia un buon 40-45 % di elettori non crede più alla politica così come è stata fatta negli ultimi decenni, la considerano strumentale per inconfessabili interessi di parte o addirittura personali. In poche parole essa non riscuote più la loro fiducia”.

Laini fa un’altra premessa. “La politica non solo è necessaria ma c’è stato un periodo nel quale ha avuto un senso e profondo anche. Ci sono stati momenti alti, ad esempio subito dopo la Liberazione, oppure durante la Assemblea Costituente conclusasi con il varo della nostra legge fondamentale, la Costituzione repubblicana; e poi anche successivamente. Questo paese, nel quale viviamo, è stato ricostruito sulle macerie di una guerra disastrosa. Un miracolo dovuto anche ad una politica, certamente non priva di pecche, ma comunque buona, condivisa e spesso saggia. La stessa sconfitta inflitta al terrorismo va messa nel conto. Quindi noi promotori di questa idea crediamo nell’impegno politico e alla politica chiediamo di fare il suo mestiere e non altro”.

C’è poi la situazione della nostra provincia. Come dimenticare, ad esempio, che il Partito degli inquisiti (quello sì, che è un mostro di antipolitica, per non parlare del berlusconismo), ha preso anche nelle scorse settimane un sacco di voti. C’è, comunque la si guardi, una carenza di riflessione generale. È vero, in questa o in quella zona si prendono iniziative, si mettono insieme dibattiti con personaggi anche importanti, ma sono episodi sporadici, limitati anche territorialmente. “Ecco perchè noi vorremmo proporre una iniziativa concreta e unificante su tutto il territorio, rivolta innanzitutto ai giovani che in pratica sono abbandonati, costretti a fare e a pensare da soli, anche se impegnati nel sociale”. In generale non sanno assolutamente nulla di quel che è avvenuto prima del 1993. Eppure ci sono gli anni di piombo, la Dc, il Pci, il Psi, la guerra fredda, gli appelli contro i pericoli corsi dal mondo minacciato da un incombente conflitto con ordigni termonucleari .

“La nostra scuola vuol essere innanzitutto una offerta di carattere culturale più che di formazione politica vera e propria che toccherà ad altri completare. A noi basta far conoscere i valori fondamentali di qualunque agire, quello politico compreso. La Resistenza, l’antifascismo, gli articoli della Costituzione, la passione, la dedizione, il disinteresse, la solidarietà, quei principi di uguaglianza sociale, tanto violentemente offesi. Vorremmo consegnare alla politica dei giovani meglio preparati, dei futuri consiglieri comunali, regionali, sindaci e dirigenti di organizzazioni democratiche che operano nel sociale”.

La scuola sarà una vera scuola, durata di tre anni, divisa in quadrimestri. L’offerta è rivolta a uomini e donne con età dai 18 ai 35 anni. Lezioni-conferenze con insegnanti di prestigio ma anche lavoro d’aula. Una scuola quindi, non un centro culturale. E assunzione seria di impegno. Prima riunione a fine marzo per formalizzare l’Associazione, poi entro aprile sarà varato un sito internet e creato un blog interattivo. E ad ottobre il varo dell’iniziativa che dovrebbe avere come partner Libera, le Acli, Lega Ambiente, Gruppi ambientalisti, l’Anpi, CSVolontariato, Casa della Cultura, cooperative sociali, Cisl, Coordinamento per la legalità, associazioni e gruppi giovanili plurali per vocazione, orientamento religioso o politico e Vorrei, la nostra rivista. Ci sarà anche un comitato di garanti (si parla di Valerio Onida ex presidente della Corte Costituzionale, di don Luigi Ciotti, di Savino Pezzotta, di Susanna Camusso ed altri ). E non dovrebbero mancare nemmeno gli sponsor. Una ideona? Una bella idea, non cè dubbio, che va sostenuta e non buttata alle ortiche. Non ce lo possiamo permettere.