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Entrambi ebrei, furono deportati nel dicembre 1943 ad Auschwitz e assassinati all'arrivo. Il ricordo del nipote Alberto in occasione dell'intitolazione di una via a Carnate.

 

In occasione dell'intitolazione di una via di Carnate a suo nonno Alessandro, Alberto Colombo ha preparato una presentazione ricca di immagini in cui ripercorre le vicende familiari. Ci ha gentilmente concesso di pubblicarla su Vorrei e noi gliene siamo molto grati.

 

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omenica 27 gennaio 2013, dopodomani, proprio qui a Carnate, una nuova via sarà intitolata al prof. rag. ALESSANDRO COLOMBO con questosottotitolo: deportato ed ucciso ad Auschwitz con la consorte ILDA ZAMORANI.

Erano i miei nonni, eccoli come erano nel 1902, all'epoca del loro matrimonio colombo pag 02 01, e quarant'anni dopo colombo pag 04 01, poco prima della loro scomparsa. I due bambini nelle foto siamo mia sorella Sandra e io. Vi racconterò di come sia stato impossibile per molti anni parlare dei nonni. Da quando sono diventato nonno io stesso e ho capito quale straordinario scambio di affetto ci sia con i nipoti ho tentato di recuperare il tempo perduto.

Cominciamo dal principio: questo colombo pag 05 01 è il nostro albero di famiglia: una sorta di albero genealogico semplificato e rovesciato. Di tutti i personaggi rappresentati si potrebbero raccontare storie interessanti e istruttive. Io mi limito a parte della parte sinistra, perché sono persone che hanno vissuto da queste parti.

Cominciamo dai miei nonni paterni:

Della mia nonna, Ilda Zamorani, nata a Ferrara nel 1880, ricordo pochissimo.

So che per parte di madre veniva da una famiglia di musicisti, si parla di una parentela con Meyerbeer; so, per averlo sentito da diversi testimoni, che era lei stessa una bravissima pianista: abbiamo ritrovato alcuni dei suoi spartiti, assai impegnativi; so che fin da bambina molto piccola aveva la passione dei giochi enigmistici. Di questo ho trovato tracce, in modo assolutamente casuale, nelle raccolte di una rivista per bambini, il Giornale dei fanciulli, supplemento mensile de la Tribuna Illustrata. Praticamente ogni mese nel corso del 1890 – la nonna aveva dieci anni - è citato il suo nome insieme a quello di suo fratello Guelfo tra i solutori dei giochi proposti il mese precedente. colombo pag 06 01

Alessandro Colombo, il mio nonno, era nato a Pitigliano nel 1875: veniva da una famiglia poverissima, aveva potuto studiare grazie ad una istituzione benefica.
Ho potuto ricostruire le tappe fondamentali della sua vita, diploma, concorsi, matrimonio, ecc. attraverso la documentazione che la benemerita rivista mensile
IL VESSILLO ISRAELITICO colombo pag 07 01 ha conservato per la nostra memoria. Delle sei occasioni in cui si parla di lui ne presento due:

settembre 1895 diploma

novembre 1902 Matrimonio, ragioniere capo congregaz. di carità e opere pie colombo pag 09 01

Come risulta dai documenti dell'anagrafe del comune di Monza colombo pag 10 01 i nonni hanno vissuto in diverse case a Monza colombo pag 11 01. Abbiamo scoperto particolari che ignoravamo (il figlio Piero, fratello minore di mio padre risulta trasferito per un anno all'anagrafe di Ferrara: spedito dai nonni per una bocciatura? Un allontanamento per motivi sentimentali?) infine un doppio errore: la data di morte anticipata al 6 dicembre, in realtà data di partenza del convoglio per Auschwitz. colombo pag 12 01

Il nonno ha lavorato per ventisei anni come ragioniere capo alla congregazione di carità e opere pie (l'ospedale di Monza) e a tempo parziale come insegnante.

Nel 1903 nasce mio padre Giorgio, colombo pag 13 01 nel 1907 suo fratello Piero.

Nelle immagini li vediamo crescere colombo pag 16 01; poi un'altra immagine dei nonni colombo pag 19 01, mio padre durante il servizio militare colombo pag 20 01.

I fratelli studiano, si laureano: in legge mio padre e in ingegneria chimica lo zio.

Nel 1927 il nonno lascia l'amministrazione dell'ospedale per darsi esclusivamente all'insegnamento che gli dava le maggiori soddisfazioni.

Nel 1936 papà sposa mia madre, Rita Mortera, colombo pag 21 01 nata nel 1912 ad Alessandria d'Egitto; eccoli insieme davanti alla casa di via Aliprandi 11 colombo pag 22 01 a Monza;

Nel giugno 1938 nasce Sandra mia sorella (colombo pag 24 01 in braccio al nonno).

Una bella famiglia, in buone condizioni economiche, una bella storia di riscatto dalle condizioni di partenza. Il loro essere ebrei, peraltro non osservanti, era accettato e non rappresentava un problema. Ma nell'autunno del 1938 colombo pag 25 01 arriva, preceduto da una campagna di diffamazione, una specie di tsunami: le leggi razziste, promosse dal governo fascista e avallate dall'inqualificabile re Vittorio Emanuele III, che le firma contravvenendo al più importante dei suoi doveri, quello di rappresentare tutti i cittadini italiani.

Le leggi razziste impongono agli ebrei una serie pesantissima di obblighi e limitazioni; per tutti viene disposta l'annotazione di appartenenza alla razza ebraica nei registri dello stato civile: v. documenti di anagrafe di mio padre colombo pag 26 01.

Le conseguenze di questo sconquasso sono le seguenti: il nonno Alessandro deve rinunciare all'insegnamento, i figli sono radiati dai rispettivi albi professionali.

Lo studio legale di mio padre, ben avviato e con una clientela importante deve chiudere; mio zio Piero deve lavorare clandestinamente. Per tutti il tenore di vita subisce un drastico ridimensionamento, ma soprattutto vengono rimesse in gioco tutte le scelte di vita.

Nel marzo 1939 il nonno Alessandro presenta domanda di discriminazione.

Il documento, del tutto sconosciuto in famiglia, è stato pubblicato in un recente libro di Pietro Arienti: Dalla Brianza ai lager del Terzo Reich colombo pag 27 01. Il documento racconta ed elenca tutte le cose positive che i nonni stessi e i loro figli avevano fatto per la loro città e il loro paese.

Nel '39 onel '40 il nonno, che non sapeva stare con le mani in mano, rileva una piccola fabbrica, la CERAMICA BRIANTEA colombo pag 28 01 in via Fornace a Carnate che produceva materiali in porcellana per impianti elettrici quali interruttori, isolatori, ecc.; faceva il pendolare tra Monza e Carnate con il treno ed era in contatto continuo con le ferrovie anche per le esigenze di trasporti della azienda. Alla stazione di Carnate incontra il capo gestione della sezione merci, Emanuele Cereda, già suo allievo alla scuola tecnica di Vimercate, che gli segnala come apprendista la figlia di un collega delle ferrovie, Franca (Tina) Testa, che in seguito diviene la persona di fiducia del nonno, e più tardi moglie di mio zio Piero colombo pag 29 01.

Mio padre entra in società con un conoscente, Antonio Ratti, una persona per bene, e comincia una nuova vita da piccolo industriale. Nemmeno dopo la guerra vorrà più tornare alla professione, e neppure lo zio Piero, che si adatterà a fare il rappresentante di articoli tecnici.

Nel novembre 1940 nasco io. Nel mio certificato di nascita colombo pag 30 01 manca il timbro ma si nota evidente il segno di un'abrasione: qualcuno ha cercato di cancellare il passato.

Due immagini colombo pag 31 02 della vita di quell'epoca.

La situazione precipita dopo l'8 settembre del 1943: la fuga vergognosa del re lascia l'Italia in balia delle forze armate tedesche già presenti sul territorio, che iniziano una politica di arresto e deportazione degli ebrei; si saprà più tardi che è cominciato lo sterminio. Bisogna ricordare che chiunque denunciasse un ebreo poteva avere una ricompensa di 5000 lire di allora, e chiunque aiutasse gli ebrei correva grossi rischi. La mia famiglia trova un rifugio passabilmente sicuro nella casa di un parente, Feliciano Sabbatucci in un paesino, La Piaggia di Sellano, ai confini tra Marche e Umbria dove la strada finisce e si ritiene poco probabile il passaggio delle truppe tedesche. La partenza da casa avviene senza preparazione, buttando nelle valigie quel che viene alla mano per un periodo che si pensava di pochi giorni, al massimo di qualche settimana e che invece si concluderà dopo la liberazione quasi un anno e mezzo dopo.

I nonni erano stati faticosamente convinti a trasferirsi con mio zio in un appartamentino a Milano e ad abbandonare la casa di Monza dove erano conosciuti da tutti. Ai primi di novembre mio zio decide di venire a trovarci, e lascia Milano in bicicletta; il giorno stesso o quello successivo mio nonno commette una gravissima imprudenza: decide di tornare nella sua casa di Monza per prendere le fotografie mia e di mia sorella. La casa era tenuta d'occhio, e una spiata porta al suo arresto. Finisce in prigione in via Mentana a Monza e dopo qualche giorno viene trasferito a Milano a San Vittore. La nonna Ilda si consegna per condividere lo stesso destino. Tina Testa, che diventerà mia zia sposando dopo la guerra mio zio Piero li assiste come può anche rischiando la propria vita.

Partiti da Milano il 6 dicembre 1943, arrivati l'11 ad Auschwitz dopo un viaggio che non posso immaginare che tremendo, come abbiamo visto negli spezzoni dei filmati dell'epoca, i miei dolcissimi nonni sono stati assassinati all'arrivo, e almeno si sono risparmiati ulteriori sofferenze.

 

Dopo la fine della guerra e la liberazione del 25 aprile 1945 siamo tornati a Monza e abbiamo cercato di riprendere a vivere, ma i nonni non c'erano più. I miei primi ricordi sono il viaggio da Roma a Milano sulla reticella del treno, la casa occupata e depredata da sfollati, il freddo. Ecco altre fotografie dei tempi successivi colombo pag 33 02

e la nostra famiglia al completo nel 1955 colombo pag 35 01

Per altre notizie ci sono varie pubblicazioni colombo pag 36 01.

Io non conservo un ricordo diretto dei nonni, ero troppo piccolo, ma Sandra mia sorella, maggiore di me solo di un paio d'anni li ricorda molto bene. Pochi anni fa ha scritto ad uso dei nipoti, ma anche mio e dei fratelli minori poche pagine di cui le sono molto grato, poi pubblicate nel volume Giocavamo alla guerra colombo pag 38 01 colombo pag 38 02.

Nella prima edizione de Il libro della memoria colombo pag 39 01 dedicato agli ebrei italiani deportati si parla dei miei nonni ma senza metterli in relazione tra di loro. Nella seconda edizione colombo pag 40 01 colombo pag 41 01, su nostra segnalazione, sono stati inseriti i riferimenti.

Il libro di Ugo Galetti colombo pag 42 01 Ricordi Monzesi accenna in un paio di occasioni alla vita di mio padre giovanotto e dei suoi amici, e lo descrive con un carattere completamente diverso da quello che ricordo: prima della guerra una persona allegra e socievole, dopo serio, taciturno e di pochissime parole, ma dolcissimo con i nipoti.

Al di là del niente colombo pag 46 01 è un libretto dedicato ai deportati da Monza, prevalentemente politici, ma ha una pagina doppia sui miei nonni.

 

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Nelle targhe commemorative colombo pag 47 01 poste a Gusen e a Mauthausen (con copia alla stazione di Monza) il nome della nonna Ilda è stato affiancato, fuori dall'ordine alfabetico a quello del nonno Alessandro.

Alcune immagini colombo pag 50 01 colombo pag 49 01 con parte della discendenza, felice che il proposito di annientamento degli ebrei non sia andato a buon fine.

Per finire ecco Alessandro Colombo colombo pag 51 01, il mio ultimo nipotino. Si avvicina ai 3 anni. Per una serie di circostanze curiose e bizzarre, alcune attinenti la globalizzazione, altre le misteriose alchimie dell'amore, altre infine la scelta di un ospedale dotato, in teoria, di vasche per il parto in acqua, ha finito col nascere a Tychy, la cittadina dove sorgono gli impianti produttivi della Fiat in Polonia. E' una cittadina della Slesia dove prati e boschi hanno il colore dello smeraldo, le case quello nerastro del fumo di decenni di industrie e riscaldamento a carbone.
Dista da Auschwitz meno di 20 chilometri.