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Intervista a Mario Vergani di D(i)ritti & Rovesci, associazione besanese che organizza nel weekend dal 18 al 20 settembre una tre giorni di dibattiti e non solo sul tema dei diritti, in particolare quelli di asilo, di partecipazione democratica e del lavoro.

 

La prima domanda è sull’associazione D(i)ritti & Rovesci, che organizza la tre giorni. Come è nata e quali sono i suoi scopi?
Nel 2014 un gruppo di amici già interessati e partecipi rispetto alla vita pubblica di Besana in Brianza ha pensato che fosse urgente avviare una stabile discussione nel paese sul tema dei diritti, e così promuovere appunto una “cultura dei diritti”. Guardandoci intorno ci è sembrato infatti evidente un arretramento rispetto a questo indispensabile veicolo di difesa dell’umanità offesa e di promozione della sua ricchezza e varietà. Rispetto a queste evidenze abbiamo dunque pensato che fosse importante sia promuovere la difesa dei diritti già statuiti, sui quali però si assiste ad un preoccupante deficit di consapevolezza e di impegno politico, sia favorire l’inclusione democratica attraverso il riconoscimento dei cosiddetti diritti di nuova generazione. 

I tre giorni di dibattiti avranno temi diversi. Il 18 si parlerà di diritto d’asilo, un argomento molto caldo in questo periodo. Da che punto di vista verrà affrontato?
Intanto sarà una festa, dunque dibattiti, ma anche momenti di creatività e condivisione (con letture, attività laboratoriale e di convivialità). La serata sul diritto d’asilo è promossa da numerose associazioni e gruppi del territorio: Comitato lecchese per la Pace e la Cooperazione tra i Popoli, Tavola della Pace della provincia di Lecco, Coordinamento nazionale per la pace e i diritti umani, ProgettoMondo Mlal. Questo perché la diffusione di una cultura della pace e dei diritti vuole tempo, costanza e impegno congiunto di tutte le forze disponibili. Ne parleremo sia sotto il profilo delle politiche dell’accoglienza, grazie alla competenza sociologica di Emanuela Dal Zotto (membro di Escapes – Laboratorio di studi critici sulle migrazioni forzate - http://users2.unimi.it/escapes/), sia sotto il profilo giuridico, grazie all’avvocato Paolo Oddi dell’Associazione “Avvocati per niente” (http://www.avvocatiperniente.org/website/), perché la soluzione delle drammatiche vicende di questi giorni richiede una diffusione di informazioni corrette ed anche scelte di carattere politico a livello più ampio.

Il 19 si parlerà invece di partecipazione democratica, soffermandosi in particolare sul TTIP. Perché è stato scelto quell’esempio in particolare?
Rispetto al TTIP che è il trattato di Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti, abbiamo pensato che fosse importante in questo caso innanzitutto informare e sensibilizzare. È un tema poco noto, ma anche un esempio chiaro dell’espropriazione dei processi decisionali e democratici, sottratti alla discussione pubblica a tutto vantaggio degli interessi dei privati. E con serie conseguenze sulla vita di tutti i giorni di noi tutti. Dietro all’acronimo TTIP infatti si celano temi che coinvolgono la nostra vita quotidiana: sicurezza alimentare (ridefinizione delle politiche su OGM, carni agli ormoni, etc.), servizi pubblici (apertura al “mercato” in settori come la gestione del ciclo dell’acqua, la sanità, i trasporti, l’istruzione, etc.), libera ed autonoma organizzazione degli Stati (con la possibilità per le multinazionali di citare in giudizio i singoli paesi per il tramite di tribunali arbitrali e non giudiziali), controllo su diritti d’autore, brevetti e marchi e tanto, tanto altro. Ci aiuterà a ragionarci sopra il giornalista Alfredo Somoza, un esperto di politiche internazionali.

 

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Alfredo Somoza, uno dei relatori della tre giorni

 

L’ultimo giorno, domenica 20, sarà dedicato al diritto al lavoro. In questo caso a quali punti di vista sarà data voce?
Il diritto al lavoro è per definizione il diritto costituzionale fondamentale della nostra Repubblica. Nella Costituzione si lega direttamente alla dignità della persona. Non c’è democrazia senza lavoro perché senza lavoro non c’è dignità e senza questa vengono meno tutti gli altri diritti. Oggi però si smarrisce il valore ultimo del lavoro; il problema del lavoro viene ridotto a una questione di natura puramente economica, o peggio al profitto. Questo aspetto è fondamentale e non può essere in nessun modo sottostimato, ma la questione del lavoro investe la persona nelle sue fibre più profonde e lo si vede bene nel momento della disoccupazione. La serata, che si terrà presso l’Aula Magna dell’Istituto Gandhi, consisterà in un reading, riflessioni e letture tratti da “Il tempo senza lavoro” (Feltrinelli 2013, dei lavoratori di Agile ex Eutelia e Massimo Cirri) e affronterà il tema del diritto al lavoro tenendo conto della complessità del tema.

 

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In generale, cosa vi ha spinto ad organizzare questi tre giorni? e quali sono le vostre aspettative?
In generale crediamo che per un verso il riconoscimento dei diritti richieda azioni politiche concrete, atti amministrativi e interventi legislativi; ma che questo non basta, che deve essere accompagnato dalla crescita di un ethos pubblico, di un comune sentire che sostenga, corregga, intervenga. E che questa spinta può venire solo dalla cittadinanza nel suo complesso, quando questa comincia a informarsi e a modificare i suoi orientamenti di fondo. Insomma, quanto ai diritti ne va di una questione giuridico-politica, ma prima ancora di un confronto d natura culturale. Lo si vede bene sul tema del diritto d’asilo, rispetto al quale ci troviamo in un momento cruciale: siamo su un crinale e qui si gioca il prevalere di una cultura dell’intolleranza o dell’ospitalità.

Come vi trovate ad agire in Brianza, un terreno non sempre fertile quando si tratta di discutere di diritti e valori?
In effetti, nel territorio in cui ci troviamo, non sempre risulta facile discutere di diritti e valori, ma pensiamo che esistano spazi e modalità di azione che permettano di piantare un seme che, se curato e bagnato con costanza, possa dare frutti importanti. Si tratta di collegarsi alle migliori esperienze di solidarietà e di partecipazione di cui la nostra Città e la Brianza hanno dato prova nel tempo e che sono tuttora presenti. Ad esempio, in questo caso, la rete delle associazioni che ci ha affiancato, il sostegno dell’Amministrazione, l’interesse dell’Istituto Gandhi ne sono una testimonianza.

 

Di seguito il programma della tre giorni:

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Gli autori di Vorrei
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi

Nasce nel 1984. Studi liceali e poi al Politecnico. La grande passione per la musica di quasi ogni genere (solo roba buona, sia chiaro) lo porta sotto centinaia di palchi e ad aprire un blog. Non contento, inizia a collaborare con un paio di siti (Indie-Eye e Black Milk Mag) fino ad arrivare a Vorrei. Del domani non v'è certezza.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.