20100429-Ghezzi

Intervista al capogruppo Pdl in consiglio comunale a Monza "Io vengo da un'esperienza, quella di Forza Italia, che non era il partito delle sezioni. I vecchi partiti avevano una struttura leninista"

 

Quali sono gli umori all'interno del partito a Monza?

Non c'è stato alcun riflesso di quanto è accaduto a Roma. In consiglio comunale abbiamo ancora due gruppi divisi perché siamo andati alle elezioni prima della nascita del Pdl. Stiamo ragionando da qualche tempo con gli amici di AN della possibilità di fonderli. Ma sono cose che ovviamente richiedono un po' di tempo.

C'è l'impressione che esista uno sfalsamento tra i vertici e la base. A livello nazionale si è cercato in questi mesi di dare un'impressione di quell' unità che a livello locale spesso mancava. Sto parlando anche del continuare a mantenere i due gruppi distinti. Siete stati eletti quando il Pdl non esisteva, ma non trova che la fusione a livello nazionale avrebbe dovuto portare anche a una fusione a livello locale? In fondo c'erano i prodromi di quello che è accaduto.

No, a volte dall'esterno si vedono le cose più complicate di quello che sono nella realtà. Il Pdl è nato un anno fa in modo abbastanza rapido, per iniziativa di Berlusconi a cui poi si è aggiunto anche Fini. Il progetto era fare il partito unico del centrodestra, l'accelerazione era dovuta alle elezioni per l'implosione del governo Prodi. E' naturale che poi a cascata la fusione sia stata più lenta perché si può paragonare a un fiume alla rovescia: di solito abbiamo gli affluenti, e poi nasce il fiume. Qui invece è nato prima il fiume, e poi l'acqua è arrivata agli affluenti. Il meccanismo di riorganizzazione locale richiede un po' di tempo. Tenga conto che siamo impegnati con l'amministrazione della città, l'approvazione del consorzio Parco-Villa reale, il bilancio etc... tutte cose che interagiscono con la gestione del processo di fusione. Ma sono questioni più organizzative, logistiche, che dovute a una mancanza di volontà. Io personalmente ritengo che la fusione debba essere fatta in tempi rapidi. Concordo sul fatto che definirmi capogruppo di Forza Italia sia un nonsenso dal momento che Forza Italia non esiste più.

Un'anomalia.

Un'anomalia non direi. Teniamo conto che a marzo in Lombardia si è votato a votare quando c'erano ancora due gruppi consiliari distinti anche al Pirellone. An pone una serie di questioni, vuole strutturare il partito sul territorio, e in un secondo momento sistemare i gruppi consiliari. Ma c'è molta serenità. Sfido chiunque in questi tre anni di governo a trovare un'occasione di contrasto tra An e Forza Italia. Stiamo parlando in fin dei conti di aspetti formali, che sono importanti, si; ma nella sostanza da molto tempo AN e FI in consiglio comunale a Monza funzionano in maniera sinergica. Non c'è mai stata un'occasione di contrasto.

Anche se, però, gli ex An in alcune occasioni hanno sfoggiato al polso un braccialetto tricolore che stava a marcare la loro provenienza dal partito che fu di Fini.

Ognuno mette i monili che preferisce, ma non è solo una questione di votazioni che vanno nello stesso senso. Il lavoro di sinergia è costante, quotidiano. Io mi muovo sempre nella stessa direzione del capogruppo di An, che prima era Andrea Arbizzoni e ora è Carla Giudici. Mi sento col mio capodelegazione tanto quanto con quello di An.

Allora perché, data questa sinergia, non si riesce a dare il vessillo del Pdl a tutta la delegazione locale del centrodestra, un ambito dove peraltro conta più l'amministrazione dell'ideologia?

Beh noi il vessillo del Pdl l'abbiamo dato, infatti i due gruppi si chiamano “An verso il Pdl” e “Forza Italia verso il Pdl”...

Per carità di Dio. Però...

...dopo di che, fondere i due gruppi significa avere un solo capogruppo, mettere mano a tutte le rappresentanze dove oggi sono rappresentati separatamente, organizzare il coordinamento cittadino... Si tratta di questioni, come ho detto prima, logistiche, che richiedono un po' di tempo per tradursi in concreto. Nel mondo del lavoro è così. Il consiglio di amministrazione di una grande azienda decide di fare una cosa, e a partire da quel momento l'organizzazione si occupa di realizzarla concretamente. Noi stiamo parlando di una struttura organizzata di dimensioni molto grandi, se fosse un'azienda, mi passi il paragone, staremmo parlando di un'azienda leader di mercato, presente in tutta Italia e con centinaia di filiali. Il Pdl è nato meno di un anno fa. Le ripeto, dobbiamo occuparci dell'amministrazione della città; inoltre, ognuno di noi ha una vita privata e professionale.

La totalità dei consiglieri del vostro gruppo sta con Berlusconi?

Non mi risulta niente di diverso. Non si confondano le tematiche nazionali con quelle locali. Io vengo da un'esperienza, quella di Forza Italia, che non era il partito delle sezioni. I vecchi partiti avevano una struttura leninista, e non mi riferisco solo a quelli comunisti: anche la Dc aveva una struttura di quel tipo. Forza Italia no, e neanche il Pdl al momento. Non c'è quindi la riproduzione ai vari livelli del dibattito nazionale. E' il modello dei partiti a essere cambiato: una volta c'erano la mozione Berlusconi e la mozione Fini, a partire da cui si creavano due correnti. Oggi non è più così, e non so se lo sarà in futuro.

Era proprio questo il senso dell'intervento dei Fini.

E infatti io non sono d'accordo con Fini. La parola corrente mi fa orrore perché riporta a un modello che non è superato dagli uomini, ma dalla storia. Io sono nato politicamente nel '94, con la seconda Repubblica. Personalmente tornare ai modelli della prima non mi piace. Capisco che Fini venga dall'esperienza del Movimento Sociale, che era il partito della cinquanta correnti, ma a me questo modello non piace. Che poi all'interno del Pdl esistano culture differenti è frutto dell'evoluzione storica dei partiti europei e dei partiti anglosassoni. Io sono un liberale laico, ma magari di fianco a me c'è un consigliere con esperienza più cattolica. Questo non impedisce la coabitazione, anche se poi magari sulla pillola antiabortiva io la penso in un modo e lui in un altro...

Gli autori di Vorrei
Antonio Piemontese
Antonio Piemontese