Il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dai legali del governatore
Formigoni torna in corsa. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dai legali del governatore. «E’ indubbio che l'ufficio centrale regionale della Corte di Appello di Milano avesse giá espresso la sua decisione su ammissione della lista » si legge nella sentenza, le cui motivazioni saranno rese note nei prossimi giorni. Il Tar quindi «sospende gli atti impugnati e dichiara ammessa la lista per la Lombardia». L'ordinanza è comunque appellabile al Consiglio di Stato.
«Abbiamo dimostrato di avere perfettamente ragione – è il commento di Formigoni - Il Tar ha riconosciuto che l’ufficio elettorale della Corte d’Appello dopo aver accettato la nostra lista non aveva più alcun potere di intervento, è quanto ho sostenuto in tutti questi giorni. Il Tar ha riconosciuto che la nostra lista è sempre stata in corsa e non era fondata l’esclusione. Sottolineo che la decisione del Tar prescinde dalla presa in considerazione del decreto legge di ieri. Noi ce l’abbiamo fatta da soli, con la piena legittimità di tutti i nostri comportamenti. Non abbiamo avuto bisogno di alcun aiutino.Sottolineo - conclude il presidente della Regione Lombardia - che le nostre liste non sono state riammesse, sono sempre state in corsa, sono sempre state legittime. Il Tar si è limitato a ricostituire il diritto».
Per domenica pomeriggio alle 17 è prevista in Arengario una manifestazione organizzata dal Partito Democratico. “Le regole non si cambiano quando la partita è in corso - dichara Enrico Brambilla, segretario provinciale - Il decreto Berlusconi che salva le liste del Pdl è inaccettabile, una finta interpretazioone che riscrive i termini previsti dalla legge elettorale. Le regole valgono per tutti i cittadini, tranne che per il Pdl che può cambiarle a proprio piacere. Tutto ciò è molto grave, oltre che inaccettabile e per questo invitiamo tutti i cittadini che credono nel rispetto delle regole a una mobilitazione".