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Appaiono i primi manifesti elettorali e le prime perplessità. Su quelli del PD, per esempio

 

Forse al PD non piace Vendola, ma la sua agenzia di pubblicità gli è piaciuta eccome. I nuovi manifesti del partito di Bersani, pare, sono firmati da Proforma, l’agenzia che accompagnò Vendola alla prima vittoria di presidente della Regione Puglia (e Michele Emiliano alla poltrona di sindaco di Bari).

C’è chi trova inquietanti questi manifesti. Sarà, ma almeno si vedono. Senza contare che altri partiti, in altre nazioni, usando manifesti di gusto identico vincono le elezioni che è una bellezza:

La tecnica fotografica dei ritratti – quella che permette di contare i pori sulle facce – è di gran voga ovunque si tenti di fare qualcosa al passo coi tempi. Comunque sia nata, la scelta di mettere sui manifesti le belle foto di Giovanni Troilo potrebbe essere la più grande prova di coraggio che il PD abbia mostrato da quando esiste.

 

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Eppure, le critiche più forti riguardano le foto. E a farle sono, come no?, gli infallibili dirigenti del PD che una volta tanto non hanno avuto voce in capitolo.

Il problema, comunque, non sono le foto ma il resto. Per esempio, il manifesto sui precari meriterebbe un’inchiesta. Qualche anno fa l’idea di un assegno per i disoccupati faceva inorridire gli attuali dirigenti del partito. A sostenerla erano solo i più incoscienti tra i radicali della sinistra radicale. Come se nulla fosse, ecco la stessa idea sui nuovi  manifesti del PD:

Devono averci pensato su un momento. Ancora più probabile: l’agenzia ha fatto la proposta, qualcuno ha detto ‘va bene’. Si sa che i programmi elettorali li scrivono le agenzie di pubblicità.

Originale l’impiego della parola “educazione” come traduzione di “education”. Significa che il PD vorrebbe stanziare fondi per insegnare alla gente a dire “grazie”, “prego”, e a richiudere la porta dopo essere entrati in una stanza. Oppure significa che volevano dire “istruzione” ma il copy aveva lasciato il vocabolario a casa:

(Al prossimo briefing i creativi dell’agenzia discuteranno di come hanno potuto missare il point e a un certo punto qualcuno dirà misunderstanding”.)

Lo strillino verde in alto a destra, su sfondo bianco, non dice “UNITED COLORS OF BENETTON”, ma “ELEZIONI REGIONALI, 28-29 MARZO”. E qui nasce un problemino. Nasce il problemino della totale impertinenza dei temi prescelti con le elezioni regionali. Fisco, norme sul credito, previdenza sociale, scuola, sono tuttora competenze nazionali.

 

Dal Blog di Gaetano Prisciantelli