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 È la new entry dei centri Giovani monzesi e arriva grazie al lavoro del Gruppo spontaneo Libertà, dell'Assessorato alle Politiche Giovanili e dell'Istituo Mapelli che lo ospita

Due le caratteristiche originali di questa iniziativa rispetto agli altri centri: in primo luogo, il Centro si colloca dentro una scuola superiore (l'Istituto Mapelli, al termine del quartiere Libertà); in secondo luogo, l'iniziaitiva è promossa e gestita da un triangolo di partner: un'associazione di volontariato (il Comitato Spontaneo Libertà), nel ruolo di fondatore e promotore; l'istituto scolastico Mapelli, come ospitante attivo; l'assessorato alle Politiche Giovanili, con il compito di sostenitore dell'iniziativa.

 

L’idea di sperimentare l’apertura degli spazi scolastici per lo svolgimento di attività  di  studenti dello stesso istituto e per i  giovani del territorio è strategicamente importante. Una sperimentazione coraggiosa  anche nel cercare di far lavorare assieme alla gestione del Centro soggetti pubblici, scolastici e associativi.

Un’ esperienza che andrà osservata con interesse, per verificarne gli effettivi risultati. La riuscita dell’iniziativa rappresenterebbe infatti un positivo precedente per poter chiedere ad altre scuole di aprirsi al territorio cittadino.

 

Il Centro è nato su sollecitazione dell’attivissimo Gruppo Spontaneo Libertà, conosciuto nel quartiere per la sua positiva attività di “lobbying” nei confronti delle Amministrazioni comunali riguardo ai servizi necessari nel quartiere. Il gruppo ha questa volta portato l’attenzione sui giovani, anche attraverso la loro collaborazione diretta.

La sede iniziale è provvisoriamente quella del Mapelli; la prospettiva, però,  secondo il presidente del C.S.L.  potrebbe essere quella di trovare una collocazione definitiva in quello che sarà il futuro nuovo Centro Civico.

 

Il vulcanico preside dell’Istituto Mapelli ha confermato la predisposizione personale e della sua scuola ad aprirsi all’esterno, così come sta facendo ora, anche nei confronti di altre attività cittadine. All’entusiasmo trasmesso ai ragazzi presenti il dirigente ha fatto seguire affermazioni che vogliono stimolare un approfondimento del modello educativo proposto. “Dobbiamo togliere i ragazzi dai muretti, dove si annoiano e si drogano” ha sottolineato.

 

L’Assessore Sassoli da parte sua, ha rivendicato con orgoglio il cambiamento di “pelle” che i vecchi Centri di Aggregazione Giovanile  hanno avuto grazie alla sua opera, cominciata due anni fa dopo  l’insediamento in Comune.  Adesso i vecchi CAG sono  a tutti gli effetti dedicati in particolare ai quelli che possiamo definire “giovani adulti” e svolgono  un’attività interessante   soprattutto a livello multimediale ed espressivo.

Anche il preside della Scuola Media “Gianni Rodari” è intervenuto ricordando che nel Nord Europa è normale considerare la scuola come “sede aperta”, con tanto di strutture adeguate, per le attività proposte dai giovani. Lo stesso preside ha voluto anche invitare i presenti a “guardare oltre”, riferendosi alla crescente presenza di giovani stranieri (dal 10 al 30%) nelle classi e sollecitando tutti ad avere un approccio positivo e di integrazione con questa nuova realtà

Ma cosa offre il nuovo Centro? Si parte a gennaio con due laboratori: uno  musicale/teatrale e uno  multimediale; sarà anche presente uno sportello d’ascolto, per recepire idee e proposte dai giovani stessi. Per chi volesse iscriversi alle attività o anche semplicemente qualche informazione aggiuntiva, l’indirizzo email a cui scrivere è centromapelli@yahoo.it .

Tutto bene? Quasi. Durante la cerimonia di inaugurazione c’è stato spazio anche per alcune perplessità. Sono    quelle degli studenti presenti che, tramite i loro rappresentanti, hanno stemperato il comprensibile entusiasmo iniziale dei promotori. I ragazzi hanno posto questioni reali, che riguardavano la possibilità che ci fosse una reale partecipazione all’iniziativa. Le motivazioni andavano dall’essere troppo assorbiti dallo studio nelle ore pomeridiane al fatto che la maggior parte di loro abita e vive le proprie relazioni nel proprio quartiere o paese di provenienza, che non sempre coincidono con Monza e la zona di viale Libertà.

Le perplessità espresse dagli studenti, fanno sorgere il dubbio che gli stessi non siano stati adeguatamente coinvolti prima che si decidesse di aprire il Centro, con il rischio che  non la sentano come loro.

Nonostante questo, l’opportunità offerta è comunque importante e la sfida passerà  dal trovare un punto di incontro tra problemi ed esigenze degli studenti, con iniziative compatibili a loro e soprattutto ai giovani in un quartiere che per loro, finora, non ha mai avuto nulla.